Dal 14 febbraio all’8 giugno al Museo Nacional Thyssen-Bornemisza
Lucian Freud da un'altra prospettiva. Una grande mostra in arrivo a Madrid
Lucian Freud, Large Interior, W9, 1973, Olio su tela, 91 x 91.4 cm, The Devonshire Collections, Chatsworth. © The Lucian Freud Archive. All Rights Reserved 2022 / Bridgeman Images
Samantha De Martin
10/01/2023
Mondo - "Vado alla National Gallery un po' come si potrebbe andare da un dottore per chiedere aiuto".
Parola di Lucian Freud. E così, reduce dall’ampia esposizione dedicatagli dal museo britannico per celebrare i cento anni dalla nascita, il nipote dell’illustre psicoanalista vola a Madrid per un nuovo atteso appuntamento.
Il pittore che ai suoi quadri chiedeva soltanto di “stupire, turbare, sedurre, convincere” sarà al centro della retrospettiva che il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid gli dedica dal 14 febbraio al 18 giugno in collaborazione con la National Gallery di Londra.
L’esposizione Lucian Freud. New perspectives, in corso fino al 22 gennaio alla National Gallery, a cura di Daniel Herrmann a Londra e di Paloma Alarcó a Madrid, si sposterà nella capitale spagnola per celebrare l’artista.
I visitatori saranno invitati a ripercorrere la carriera settantennale di uno dei più importanti artisti europei del XX secolo attraverso oltre 50 opere in mostra, accompagnate da un ampio catalogo che pone nuove domande sull’importanza del maestro con l'obiettivo di presentarlo alle nuove generazioni da una nuova prospettiva.
Lucian Freud, Girl with Roses, 1947-1948, Olio su tela, 75.6 x 106 cm | Courtesy of The British Council Collection. © The Lucian Freud Archive. All Rights Reserved 2022 / Bridgeman Images
La prima grande retrospettiva organizzata dalla morte dell’artista, nel 2011, concentra l'attenzione sul suo impegno, durato una vita intera, rivolto all'essenza della pittura. Freud era un assiduo frequentatore dei maggiori musei d'arte al mondo e il suo lavoro racchiude molteplici allusioni ai grandi maestri del passato, da Holbein a Cranach, da Velázquez a Rembrandt, da Ingres a Cézanne.
Sovversiva, incisiva, talvolta scioccante, la pittura di Lucian Freud si è sempre concentrata sulla rappresentazione del corpo umano e dell'uomo moderno. Il percorso includerà anche le cinque opere di Freud conservate al Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, l'unico museo spagnolo a vantare in collezione opere dell'artista. Il barone Hans Heinrich ThyssenBornemisza fu infatti uno dei primi collezionisti privati a concentrarsi sul lavoro del pittore che lo dipinse per ben due volte. La loro amicizia maturò durante le lunghe sessioni di posa.
Lucian Freud, Two Men, 1987-1988, Olio su tela, 75 x 106.7 cm, National Galleries of Scotland. Purchased 1988 © The Lucian Freud Archive. All Rights Reserved 2022 / Bridgeman Images
Suddivisa in diverse sezioni tematiche, la mostra ripercorre l'evoluzione del pittore dagli anni Quaranta all'inizio del XXI secolo. Al primo periodo risalgono i lavori popolati da figure ieratiche come Girl with Roses, dipinte con un dettaglio quasi primitivista. Ritratti come Girl in Bed e Girl in a green Dress o l'inquietante Hotel Room segnano la fine di questa prima fase.
Da questo momento in poi Freud dipinge in piedi, mentre si muove intorno ai modelli con la vicinanza fisica che gli consente di apprezzare i più piccoli dettagli, mentre l'influenza di Francis Bacon rende la sua pennellata più sciolta e fortemente carica di pigmento.
La mostra restituisce anche altri autoritratti realizzati in questo periodo, dove l'artista si serve spesso di uno specchio come espediente pittorico, come dimostra Riflesso con due bambini (Autoritratto) del 1965. Freud dipingeva sempre dal vero e preferiva raffigurare amici, familiari e amanti, anche se la sua capacità di trasmettere intimità, non necessariamente erotica, nelle sue opere - compreso l'affetto, l'amicizia o l'amore paterno - è stata finora poco indagata. Questa intimità si riflette soprattutto nei doppi ritratti, come quello del suo amico pittore Michael Andrews e sua moglie June (1965-66), nel ritratto delle figlie Bella ed Esther (1987-88) e in Two Men, che immortala gli artisti Angus Cook e Cerith Wyn Evans.
Man mano che la sua fama cresceva, Freud accettava occasionalmente commissioni da persone che ammirava. Prima che l'artista iniziasse a realizzare il ritratto, i modelli erano costretti ad accettare la sua richiesta di condizioni relative alla posa e alla durata delle sessioni, che avvenivano sempre nel suo studio. Le opere di questo periodo come Man in a Chair (Baron H. H. Thyssen-Bornemisza) e Two Irishmen in W11 (1984-85) seguono la tradizione dei ritratti di Rubens o Velázquez, con i modelli caratterizzati da espressioni fortemente introspettive, raffigurati seduti, le mani sul braccioli della sedia.
Lucian Freud, Two Irishmen in W11, 1984-1985, Olio su tela, 142.6 x 172.7 cm, Private collection. © The Lucian Freud Archive. All Rights Reserved 2022 / Bridgeman Images
Dagli anni Ottanta lo studio del pittore diventa cornice e al tempo stesso soggetto dei suoi quadri. Lo si percepisce come un luogo iconico e perfettamente riconoscibile, con i suoi mobili caratteristici, le pareti scrostate, il pavimento presentato in una prospettiva ascendente che genera un marcato senso di instabilità nelle figure e negli elementi rappresentati, come si evince da Large Interior W9 (1973) e da Una sera in studio (1993).
La mostra si conclude con una sezione che riunisce diversi nudi monumentali, opere che rivelano una profonda osservazione del vulnerabilità del corpo umano e la plasticità della carne come pittura.
“Voglio che la pittura funzioni come carne” disse l'artista nel 1982, una dichiarazione che riecheggia nella materialità carnosa dei volti e dei corpi dei suoi soggetti. La vigorosa rappresentazione della carne sulla tela è d’altronde l’aspetto più ricorrente nella pittura di Freud in tutta la sua carriera. L’artista iniziò a dipingere i nudi negli anni Sessanta, ma fu soprattutto negli ultimi decenni della sua carriera che l'enfasi sulle dimensioni molto grandi dei corpi lo rese un pioniere della raffigurazione di corpi non normativi, descritti con pennellate fortemente impastate, simili a sedimenti del tempo che passa.
La mostra è aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 19, sabato dalle 10 alle 21.
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Il pittore che ai suoi quadri chiedeva soltanto di “stupire, turbare, sedurre, convincere” sarà al centro della retrospettiva che il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid gli dedica dal 14 febbraio al 18 giugno in collaborazione con la National Gallery di Londra.
L’esposizione Lucian Freud. New perspectives, in corso fino al 22 gennaio alla National Gallery, a cura di Daniel Herrmann a Londra e di Paloma Alarcó a Madrid, si sposterà nella capitale spagnola per celebrare l’artista.
I visitatori saranno invitati a ripercorrere la carriera settantennale di uno dei più importanti artisti europei del XX secolo attraverso oltre 50 opere in mostra, accompagnate da un ampio catalogo che pone nuove domande sull’importanza del maestro con l'obiettivo di presentarlo alle nuove generazioni da una nuova prospettiva.
Lucian Freud, Girl with Roses, 1947-1948, Olio su tela, 75.6 x 106 cm | Courtesy of The British Council Collection. © The Lucian Freud Archive. All Rights Reserved 2022 / Bridgeman Images
La prima grande retrospettiva organizzata dalla morte dell’artista, nel 2011, concentra l'attenzione sul suo impegno, durato una vita intera, rivolto all'essenza della pittura. Freud era un assiduo frequentatore dei maggiori musei d'arte al mondo e il suo lavoro racchiude molteplici allusioni ai grandi maestri del passato, da Holbein a Cranach, da Velázquez a Rembrandt, da Ingres a Cézanne.
Sovversiva, incisiva, talvolta scioccante, la pittura di Lucian Freud si è sempre concentrata sulla rappresentazione del corpo umano e dell'uomo moderno. Il percorso includerà anche le cinque opere di Freud conservate al Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, l'unico museo spagnolo a vantare in collezione opere dell'artista. Il barone Hans Heinrich ThyssenBornemisza fu infatti uno dei primi collezionisti privati a concentrarsi sul lavoro del pittore che lo dipinse per ben due volte. La loro amicizia maturò durante le lunghe sessioni di posa.
Lucian Freud, Two Men, 1987-1988, Olio su tela, 75 x 106.7 cm, National Galleries of Scotland. Purchased 1988 © The Lucian Freud Archive. All Rights Reserved 2022 / Bridgeman Images
Suddivisa in diverse sezioni tematiche, la mostra ripercorre l'evoluzione del pittore dagli anni Quaranta all'inizio del XXI secolo. Al primo periodo risalgono i lavori popolati da figure ieratiche come Girl with Roses, dipinte con un dettaglio quasi primitivista. Ritratti come Girl in Bed e Girl in a green Dress o l'inquietante Hotel Room segnano la fine di questa prima fase.
Da questo momento in poi Freud dipinge in piedi, mentre si muove intorno ai modelli con la vicinanza fisica che gli consente di apprezzare i più piccoli dettagli, mentre l'influenza di Francis Bacon rende la sua pennellata più sciolta e fortemente carica di pigmento.
La mostra restituisce anche altri autoritratti realizzati in questo periodo, dove l'artista si serve spesso di uno specchio come espediente pittorico, come dimostra Riflesso con due bambini (Autoritratto) del 1965. Freud dipingeva sempre dal vero e preferiva raffigurare amici, familiari e amanti, anche se la sua capacità di trasmettere intimità, non necessariamente erotica, nelle sue opere - compreso l'affetto, l'amicizia o l'amore paterno - è stata finora poco indagata. Questa intimità si riflette soprattutto nei doppi ritratti, come quello del suo amico pittore Michael Andrews e sua moglie June (1965-66), nel ritratto delle figlie Bella ed Esther (1987-88) e in Two Men, che immortala gli artisti Angus Cook e Cerith Wyn Evans.
Man mano che la sua fama cresceva, Freud accettava occasionalmente commissioni da persone che ammirava. Prima che l'artista iniziasse a realizzare il ritratto, i modelli erano costretti ad accettare la sua richiesta di condizioni relative alla posa e alla durata delle sessioni, che avvenivano sempre nel suo studio. Le opere di questo periodo come Man in a Chair (Baron H. H. Thyssen-Bornemisza) e Two Irishmen in W11 (1984-85) seguono la tradizione dei ritratti di Rubens o Velázquez, con i modelli caratterizzati da espressioni fortemente introspettive, raffigurati seduti, le mani sul braccioli della sedia.
Lucian Freud, Two Irishmen in W11, 1984-1985, Olio su tela, 142.6 x 172.7 cm, Private collection. © The Lucian Freud Archive. All Rights Reserved 2022 / Bridgeman Images
Dagli anni Ottanta lo studio del pittore diventa cornice e al tempo stesso soggetto dei suoi quadri. Lo si percepisce come un luogo iconico e perfettamente riconoscibile, con i suoi mobili caratteristici, le pareti scrostate, il pavimento presentato in una prospettiva ascendente che genera un marcato senso di instabilità nelle figure e negli elementi rappresentati, come si evince da Large Interior W9 (1973) e da Una sera in studio (1993).
La mostra si conclude con una sezione che riunisce diversi nudi monumentali, opere che rivelano una profonda osservazione del vulnerabilità del corpo umano e la plasticità della carne come pittura.
“Voglio che la pittura funzioni come carne” disse l'artista nel 1982, una dichiarazione che riecheggia nella materialità carnosa dei volti e dei corpi dei suoi soggetti. La vigorosa rappresentazione della carne sulla tela è d’altronde l’aspetto più ricorrente nella pittura di Freud in tutta la sua carriera. L’artista iniziò a dipingere i nudi negli anni Sessanta, ma fu soprattutto negli ultimi decenni della sua carriera che l'enfasi sulle dimensioni molto grandi dei corpi lo rese un pioniere della raffigurazione di corpi non normativi, descritti con pennellate fortemente impastate, simili a sedimenti del tempo che passa.
La mostra è aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 19, sabato dalle 10 alle 21.
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