Dal 15 marzo al 20 luglio al Museo Storico della Fanteria
Frida Kahlo attraverso gli occhi di Nickolas Muray: 50 scatti in mostra a Roma

Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, Allestimento | Courtesy Museo Storico della Fanteria
Samantha De Martin
13/03/2025
Roma - Frida dallo sguardo malinconico, accanto a Diego Rivera, l’uomo di una vita. E poi Frida avvolta in un rebozo color magenta, radice e simbolo del suo Messico, circondata dalla stessa aura mistica di una Madonna, sensuale come mai lo era stata.
“Nick, with all my hearth, with all my love! With all my memory I think of you” recita il retro di una stampa. Un messaggio frutto di un’infatuazione mistica, che la scrittura nasconde, ma che esplode dagli occhi di una donna innamorata, mentre volge il viso al suo amante che la chiama verso l’obiettivo.
Nick è Nickolas Muray, fotografo ungherese naturalizzato statunitense che ha amato e immortalato l’artista messicana quasi venerandola, che l’ha seguita in diverse situazioni, pubbliche e private, che l’ha ritratta sulla sedia a rotelle, mentre è intenta a dipingere, mentre regge una statuina olmeca o indossa gli orecchini a forma di mano donatele da Picasso a Parigi. L’ha fotografata mentre è a Tizapán, o davanti al cactus nella sua casa di San Angel, rivelando molteplici aspetti della sua personalità complessa e tormentata dominata da una straordinaria forza interiore.
Se è vero che un’immagine racconta più di mille parole, allora la carrellata di fotografie che Nickolas Muray realizzò alla sua amante e musa Frida Kahlo, in mostra adesso a Roma al Museo Storico della Fanteria, restituisce davvero al pubblico un frammento prezioso di vita di una donna e di un’artista, di un’amante attesa e cercata, di una moglie ferita, restituendo attraverso l’obiettivo la fragilità, ma anche il coraggio di un’icona.

Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, Allestimento | Courtesy Museo Storico della Fanteria
Dal 15 marzo al 20 luglio Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, attraverso una cinquantina di fotografie in bianco e nero e a colori, scattate tra il 1937 e il 1946, provenienti dall’archivio di Nickolas Muray, racconta frammenti di vita di una donna attraverso lo sguardo di un uomo innamorato. Sono questi scatti il punto di forza del percorso espositivo a cura di Vittoria Mainoldi, ancora più delle riproduzioni di dipinti e della minuziosa ricostruzione di abiti che vogliono restituire la potenza della comunicazione che Frida affidava a un vestito, a un accessorio o a un gioiello, considerati come qualcosa di più di un mero oggetto estetico.
“Abbiamo cercato di raccontare la persona dietro l’artista e l’arte dietro la persona - spiega Vittoria Mainoldi - cercando di ricostruire in modo tradizionale chi era Frida Kahlo. Frida era una donna eccezionale e un’eccezionale artista che ha fatto della sua immagine un messaggio. Proprio per questo motivo l’abbiamo voluta raccontare attraverso l’immagine fotografica”. Prodotta da Navigare srl, da una iniziativa di Difesa Servizi S.p.A - Ministero della Difesa, con il patrocinio di Regione Lazio, Città di Roma e Ambasciata del Messico in Italia, la mostra ricade a cento anni esatti dall’incidente che devastò la vita dell’artista-icona messicana, con le numerose fratture subite che la costrinsero a una vita di sofferenze e dolori. Il 17 settembre 1925, all'età di 18 anni, all'uscita di scuola Frida salì su un autobus per tornare a casa e rimase vittima di un incidente causato dal veicolo su cui viaggiava e un tram.
Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, Allestimento | Courtesy Museo Storico della Fanteria
Il rapporto tra Nick e Frida, filo conduttore del percorso, si costruisce scatto dopo scatto, a partire da un incontro avvenuto per caso. Nel 1923 Nickolas Muray conosce l'artista messicano Miguel Covarrubias giunto a New York con una borsa di studio di sei mesi offerta dal governo messicano. Poco dopo il suo arrivo, Covarrubias inizia a lavorare per Vanity Fair - rivista alla quale Muray contribuiva da diversi anni - e i due diventano presto amici. Nel 1931 Muray si reca in Messico in vacanza con Covarrubias e la moglie Rosa. Covarrubias era stato uno studente di Diego Rivera ed è solito frequentare la casa del grande muralista messicano, ed è in questo modo che Nickolas Muray ne conosce la giovane, e allora quasi sconosciuta, moglie: Frida Kahlo. Immediatamente dopo il loro primo incontro, Kahlo invia a Muray un biglietto che inizia così: “Nick, I love you like I would love an angel”. Sotto, a chiosa del messaggio, lo stampo di un bacio.
I due iniziano una storia d'amore che prosegue a fasi alterne per i dieci anni successivi e un'amicizia che dura fino alla morte di Frida, nel 1954. Le prime foto scattate alla pittrice risalgono al 1937, ma la relazione tra i due prosegue clandestinamente in quei primi anni, durante le molte visite di Muray in Messico, o quelle di Kahlo negli Stati Uniti.
Il rapporto inizia a vacillare quando Nick si accorge che, nonostante i numerosi tradimenti di Rivera, Frida non avrebbe mai lasciato Diego.

Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, Allestimento | Courtesy Museo Storico della Fanteria
A sottolineare in mostra la profondità di questo legame sono alcune lettere, espressione di un rapporto fatto di stima. Sarebbe stato utile, in sede di allestimento, una trascrizione di questo scambio epistolare con tanto di traduzione per rendere più immediato nel visitatore l’impatto emotivo della parola. Ad ogni modo il percorso espositivo risulta luminoso e ben costruito, consentendo di gustare con lentezza le opere in mostra.
Completa l’itinerario una ricca selezione di francobolli dal mondo dedicati a Frida e una sala video con un documentario sulla vita dell’artista messicana e del marito Diego Rivera.
Al termine del viaggio restano impressi gli sguardi, i sorrisi, una camicetta di raso blu, fiori, huipil e ricamo, fumo di sigaretta. E, tra tutti, un messaggio. “Scegli una persona che ti guardi come se fosse una magia”.
E forse gli scatti di Nick questa magia l’hanno colta, salvandola e facendola arrivare, straordinariamente intensa e potente, al pubblico contemporaneo.
La mostra si potrà visitare dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.
“Nick, with all my hearth, with all my love! With all my memory I think of you” recita il retro di una stampa. Un messaggio frutto di un’infatuazione mistica, che la scrittura nasconde, ma che esplode dagli occhi di una donna innamorata, mentre volge il viso al suo amante che la chiama verso l’obiettivo.
Nick è Nickolas Muray, fotografo ungherese naturalizzato statunitense che ha amato e immortalato l’artista messicana quasi venerandola, che l’ha seguita in diverse situazioni, pubbliche e private, che l’ha ritratta sulla sedia a rotelle, mentre è intenta a dipingere, mentre regge una statuina olmeca o indossa gli orecchini a forma di mano donatele da Picasso a Parigi. L’ha fotografata mentre è a Tizapán, o davanti al cactus nella sua casa di San Angel, rivelando molteplici aspetti della sua personalità complessa e tormentata dominata da una straordinaria forza interiore.
Se è vero che un’immagine racconta più di mille parole, allora la carrellata di fotografie che Nickolas Muray realizzò alla sua amante e musa Frida Kahlo, in mostra adesso a Roma al Museo Storico della Fanteria, restituisce davvero al pubblico un frammento prezioso di vita di una donna e di un’artista, di un’amante attesa e cercata, di una moglie ferita, restituendo attraverso l’obiettivo la fragilità, ma anche il coraggio di un’icona.

Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, Allestimento | Courtesy Museo Storico della Fanteria
Dal 15 marzo al 20 luglio Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, attraverso una cinquantina di fotografie in bianco e nero e a colori, scattate tra il 1937 e il 1946, provenienti dall’archivio di Nickolas Muray, racconta frammenti di vita di una donna attraverso lo sguardo di un uomo innamorato. Sono questi scatti il punto di forza del percorso espositivo a cura di Vittoria Mainoldi, ancora più delle riproduzioni di dipinti e della minuziosa ricostruzione di abiti che vogliono restituire la potenza della comunicazione che Frida affidava a un vestito, a un accessorio o a un gioiello, considerati come qualcosa di più di un mero oggetto estetico.
“Abbiamo cercato di raccontare la persona dietro l’artista e l’arte dietro la persona - spiega Vittoria Mainoldi - cercando di ricostruire in modo tradizionale chi era Frida Kahlo. Frida era una donna eccezionale e un’eccezionale artista che ha fatto della sua immagine un messaggio. Proprio per questo motivo l’abbiamo voluta raccontare attraverso l’immagine fotografica”. Prodotta da Navigare srl, da una iniziativa di Difesa Servizi S.p.A - Ministero della Difesa, con il patrocinio di Regione Lazio, Città di Roma e Ambasciata del Messico in Italia, la mostra ricade a cento anni esatti dall’incidente che devastò la vita dell’artista-icona messicana, con le numerose fratture subite che la costrinsero a una vita di sofferenze e dolori. Il 17 settembre 1925, all'età di 18 anni, all'uscita di scuola Frida salì su un autobus per tornare a casa e rimase vittima di un incidente causato dal veicolo su cui viaggiava e un tram.

Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, Allestimento | Courtesy Museo Storico della Fanteria
Il rapporto tra Nick e Frida, filo conduttore del percorso, si costruisce scatto dopo scatto, a partire da un incontro avvenuto per caso. Nel 1923 Nickolas Muray conosce l'artista messicano Miguel Covarrubias giunto a New York con una borsa di studio di sei mesi offerta dal governo messicano. Poco dopo il suo arrivo, Covarrubias inizia a lavorare per Vanity Fair - rivista alla quale Muray contribuiva da diversi anni - e i due diventano presto amici. Nel 1931 Muray si reca in Messico in vacanza con Covarrubias e la moglie Rosa. Covarrubias era stato uno studente di Diego Rivera ed è solito frequentare la casa del grande muralista messicano, ed è in questo modo che Nickolas Muray ne conosce la giovane, e allora quasi sconosciuta, moglie: Frida Kahlo. Immediatamente dopo il loro primo incontro, Kahlo invia a Muray un biglietto che inizia così: “Nick, I love you like I would love an angel”. Sotto, a chiosa del messaggio, lo stampo di un bacio.
I due iniziano una storia d'amore che prosegue a fasi alterne per i dieci anni successivi e un'amicizia che dura fino alla morte di Frida, nel 1954. Le prime foto scattate alla pittrice risalgono al 1937, ma la relazione tra i due prosegue clandestinamente in quei primi anni, durante le molte visite di Muray in Messico, o quelle di Kahlo negli Stati Uniti.
Il rapporto inizia a vacillare quando Nick si accorge che, nonostante i numerosi tradimenti di Rivera, Frida non avrebbe mai lasciato Diego.

Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray, Allestimento | Courtesy Museo Storico della Fanteria
A sottolineare in mostra la profondità di questo legame sono alcune lettere, espressione di un rapporto fatto di stima. Sarebbe stato utile, in sede di allestimento, una trascrizione di questo scambio epistolare con tanto di traduzione per rendere più immediato nel visitatore l’impatto emotivo della parola. Ad ogni modo il percorso espositivo risulta luminoso e ben costruito, consentendo di gustare con lentezza le opere in mostra.
Completa l’itinerario una ricca selezione di francobolli dal mondo dedicati a Frida e una sala video con un documentario sulla vita dell’artista messicana e del marito Diego Rivera.
Al termine del viaggio restano impressi gli sguardi, i sorrisi, una camicetta di raso blu, fiori, huipil e ricamo, fumo di sigaretta. E, tra tutti, un messaggio. “Scegli una persona che ti guardi come se fosse una magia”.
E forse gli scatti di Nick questa magia l’hanno colta, salvandola e facendola arrivare, straordinariamente intensa e potente, al pubblico contemporaneo.
La mostra si potrà visitare dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.
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