Al Parco del Colosseo fino al 23 aprile
Sulla via delle spezie. I tesori d’Arabia in mostra a Roma
Da Sharja a Roma lungo la via delle spezie I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo
Francesca Grego
04/02/2025
Roma - Arrivano dalle antiche città di Mleiha e Dibba i preziosi reperti in mostra all’interno della Curia Iulia, storica sede del Senato romano: raccontano dei tempi in cui il Regno dell’Oman fu crocevia dei commerci tra Oriente e Occidente, al centro delle rotte delle spezie e delle perle, ma anche di avorio, seta e pietre preziose. Per la prima volta in Italia grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico del Colosseo e la Sharjah Archeological Authority, sono testimonianze degli straordinari ritrovamenti archeologici degli ultimi anni a Sharjah, uno dei sette Paesi che compongono la federazione degli Emirati Arabi Uniti. In corso dal 4 febbraio al 23 aprile, la mostra Da Sharjah a Roma lungo la via delle spezie è promossa da Sua Altezza lo sceicco Dr. Sultan bin Al Qasimi, membro del Consiglio supremo e sovrano di Sharjah, e curata da Eisa Yousif, direttore della Sharjah Archeological Authority e da Francesca Boldrighini.
A offrire un suggestivo racconto al pubblico capitolino sono oggetti provenienti da terre diverse e lontane tra loro, approdate nelle città di Mleiha e Dibba, che fiorirono tra l’epoca ellenistica e i primi secoli dell’Impero Romano a Sud-Est della Penisola Arabica: anfore da vino giunte da Rodi e dall’Italia, contenitori dalla Mesopotamia e dalla Persia, unguentari in alabastro dai territori del Golfo e in vetro dal Mediterraneo orientale, pettini di avorio e gioielli indiani, orecchini di fattura ellenistica, statuine di Afrodite e dediche alla divinità al-Lat, monete indo-greche e romane, originali e di imitazione locale. Tutti insieme compongono un affresco di grande varietà e ricchezza, il ritratto una società aperta a numerose influenze, che potremmo definire ante litteram “multiculturale”. Mleiha, in particolare, costituiva un importante punto di snodo lungo la Via della Seta marittima che collegava l’Occidente - l’Egitto, Roma e la Grecia - all’Oriente, con la Mesopotamia, l’India e l’Asia centrale, fino alla Cina, favorendo lo scambio non solo di merci e beni preziosi, ma anche di uomini e di idee che arricchirono la cultura, la religione e la visione del mondo della popolazione locale.
Da Sharjah a Roma lungo la via delle Spezie I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo
“Ci auguriamo che questa mostra offra ai visitatori l'opportunità di esplorare una storia globale condivisa”, commenta Eisa Yousif: “Questi oggetti non sono semplici reliquie silenziose; sono storie vibranti che ci raccontano come civiltà e città come Roma e Sharjah abbiano stabilito legami che si estendevano lungo migliaia di chilometri”. Uno dei punti salienti della narrazione, infatti, riguarda l’importanza dei commerci con l’Oriente per il mondo romano. Le spezie erano tra le merci più richieste, come testimonia la presenza nel Foro, a pochi metri dalla sede della mostra, degli Horrea Piperataria, i magazzini voluti da Domiziano per la conservazione del pepe (piper) e di altre spezie, recentemente restaurati e resi accessibili al pubblico, così come della Porticus Margaritaria, dove venivano vendute le perle (margaritae). Diffusissimo era anche l’incenso: secondo Plinio il Vecchio ogni anno a Roma ne arrivavano 3 mila tonnellate. Usate per scopi alimentari, medici e religiosi, le spezie erano talmente ricercate che la loro importazione era regolamentata dall’autorità imperiale. Lungo rotte che dalla Spagna giungevano fino all’India e alla Cina, a loro volta le navi romane trasportavano in Oriente tessuti, corallo, vini, gioielli, vetro e oggetti in metallo.
Da Sharjah a Roma lungo la via delle Spezie I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo
I reperti esposti alla Curia Iulia provengono in gran parte dalle necropoli di Mleiha, dove tombe monumentali hanno restituito corredi funebri di grande ricchezza, capaci di interessanti rivelazioni sull’antica società locale. Nella sepoltura di un ispettore reale del Regno dell’Oman (222 o 214 a.C.), per esempio, sono stati rinvenuti un’anfora da vino di Rodi, una ciotola in bronzo decorata con iconografie ellenistiche, africane e arabe, e un set da vino in bronzo, testimoni non solo dell’alto rango del defunto ma anche del prestigio culturale e della consolidata tradizione dell'importazione di vino dal Mediterraneo.
“I legami tra l’Arabia e l'area mediterranea sono antichi, e i commerci contribuirono ad ampliare le connessioni tra le due regioni, plasmando la storia del Mediterraneo e del Vicino Oriente per secoli”, ha spiegato il direttore del Parco Alfonsina Russo: “Con questa nuova esposizione il Parco Archeologico del Colosseo intende proseguire il suo percorso di divulgazione e ricerca scientifica ampliandolo alla dimensione mediterranea e internazionale”.
Da Sharjah a Roma lungo la via delle Spezie I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo
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Da Sharjah a Roma lungo la via delle Spezie I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo
“Ci auguriamo che questa mostra offra ai visitatori l'opportunità di esplorare una storia globale condivisa”, commenta Eisa Yousif: “Questi oggetti non sono semplici reliquie silenziose; sono storie vibranti che ci raccontano come civiltà e città come Roma e Sharjah abbiano stabilito legami che si estendevano lungo migliaia di chilometri”. Uno dei punti salienti della narrazione, infatti, riguarda l’importanza dei commerci con l’Oriente per il mondo romano. Le spezie erano tra le merci più richieste, come testimonia la presenza nel Foro, a pochi metri dalla sede della mostra, degli Horrea Piperataria, i magazzini voluti da Domiziano per la conservazione del pepe (piper) e di altre spezie, recentemente restaurati e resi accessibili al pubblico, così come della Porticus Margaritaria, dove venivano vendute le perle (margaritae). Diffusissimo era anche l’incenso: secondo Plinio il Vecchio ogni anno a Roma ne arrivavano 3 mila tonnellate. Usate per scopi alimentari, medici e religiosi, le spezie erano talmente ricercate che la loro importazione era regolamentata dall’autorità imperiale. Lungo rotte che dalla Spagna giungevano fino all’India e alla Cina, a loro volta le navi romane trasportavano in Oriente tessuti, corallo, vini, gioielli, vetro e oggetti in metallo.
Da Sharjah a Roma lungo la via delle Spezie I Courtesy Parco Archeologico del Colosseo
I reperti esposti alla Curia Iulia provengono in gran parte dalle necropoli di Mleiha, dove tombe monumentali hanno restituito corredi funebri di grande ricchezza, capaci di interessanti rivelazioni sull’antica società locale. Nella sepoltura di un ispettore reale del Regno dell’Oman (222 o 214 a.C.), per esempio, sono stati rinvenuti un’anfora da vino di Rodi, una ciotola in bronzo decorata con iconografie ellenistiche, africane e arabe, e un set da vino in bronzo, testimoni non solo dell’alto rango del defunto ma anche del prestigio culturale e della consolidata tradizione dell'importazione di vino dal Mediterraneo.
“I legami tra l’Arabia e l'area mediterranea sono antichi, e i commerci contribuirono ad ampliare le connessioni tra le due regioni, plasmando la storia del Mediterraneo e del Vicino Oriente per secoli”, ha spiegato il direttore del Parco Alfonsina Russo: “Con questa nuova esposizione il Parco Archeologico del Colosseo intende proseguire il suo percorso di divulgazione e ricerca scientifica ampliandolo alla dimensione mediterranea e internazionale”.
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