A Mantova fino al 29 giugno
Dal caos al cosmo, una grande mostra per il cinquecentenario di Palazzo Te

Installation view Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, 2025 - Foto Gian Maria Pontiroli
Francesca Grego
01/04/2025
Mantova - È il 1525 quando Giulio Romano inizia i lavori per Palazzo Te, la delizia di Federico II Gonzaga alle porte di Mantova. Ci vorrà un decennio per completare la magnifica villa rinascimentale, un’opera totale in cui il pittore e architetto esprimerà tutta la sua fantasia e abilità. Architettura, pittura e letteratura si intrecciano nelle sale del palazzo sotto il segno della meraviglia, in un’epoca di vibranti fermenti artistici e drammatiche trasformazioni. L’omaggio all’antico e la celebrazione di Federico si sovrappongono in uno spartito colto e raffinato di rimandi letterari e mitologici, tra cui spiccano due esempi che ancora oggi lasciano stupefatti: la camera affrescata con la favola di Amore e Psiche e quella dedicata alla Caduta dei Giganti.
A 500 anni dalla posa della prima pietra, Palazzo Te festeggia l’anniversario rilanciando la sua vocazione a luogo di ispirazione e creatività con un programma di eventi che spazia dall’antico al contemporaneo. Un anno di festa che prende il via con un nuovo allestimento e la grande mostra Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, in programma fino al prossimo 29 giugno con capolavori del Rinascimento provenienti da musei come il Louvre di Parigi, l’Albertina di Vienna, il Prado di Madrid, la Galleria Borghese di Roma e gli Uffizi di Firenze. Tintoretto, Correggio, Rubens, Poussin, ma anche il contemporaneo Giuseppe Penone sono tra gli artisti chiamati a conversare con gli affreschi del palazzo-wunderkammer in nome delle Metamorfosi, il tema ovidiano che permea sala dopo sala gli affreschi di Giulio Romano.

Pieter Paul Rubens, Ratto di Proserpina, 1614-1615, olio su tavola, cm 38x67. Parigi, Musèe du Petit Palais (inv. PDUT954), CC0 Paris Musées / Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris
“Palazzo Te è una spettacolare macchina scenica e teatrale, composta da un sistema preciso di rimandi tra architettura, scultura, pittura, letteratura, mitologia, fantasia e scienza”, osserva Stefano Baia Curioni, direttore del museo: “Come se le arti assieme avessere saputo sprigionare un luogo in cui ci si trasforma, proiettati in una dimensione fantastica, ancora più che arcaicamente mitica, in cui gli dèi sono o sembrano a portata di mano, nelle loro intimità, amori, avventure, battaglie, paure e vittorie. Illusione, gioco, utopia: Rabelais e Ficino, Ariosto e Raffaello, Aretino e Boiardo. Teatro estremo ed incompiuto”.
Dopo il nuovo racconto della Mantova cinquecentesca messo in scena nelle prime sale del palazzo, il visitatore è pronto a partire per un viaggio immaginifico attraverso i temi delle Metamorfosi ovidiane, filo conduttore della decorazione degli interni. Preziosi disegni in prestito dal Louvre e dall’Albertina raccontano la genesi degli affreschi di Palazzo Te, insieme alla copia di un antico volume, traduzione in volgare dell’opera di Ovidio, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Roma e anticamente di proprietà dei Gonzaga, sul quale Giulio Romano si basò nel dar vita al suo progetto iconografico. Nel percorso curato da Claudia Cieri Via, stanza dopo stanza i miti narrati dallo scrittore latino e ripresi dall'artista cinquecentesco dialogano con le prestigiose opere ospiti.

Installation view Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, 2025 - Foto Gian Maria Pontiroli
Nella Sala dei Cavalli, per esempio, la Danae di Correggio evoca il ciclo degli amori di Giove, creato in occasione del soggiorno dell'imperatore Carlo V a Mantova. Da non perdere nello stesso ambiente - il più vasto del palazzo - è la rappresentazione data da Tintoretto della leggenda di Minerva e Aracne, trasformata in ragno per aver sfidato la dea, in prestito dagli Uffizi. E mentre la straordinaria Camera di Amore e Psiche non potrebbe che essere dedicata all’eros, la Sala dei Venti ospita immagini legate caos, al doppio, all’ibrido, a partire dal celeberrimo mito di Narciso, mentre la Camera delle Aquile, sulla cui volta è dipinta la tragica Caduta di Fetonte, ospita il Ratto di Proserpina di Rubens, in prestito dal Petit Palais di Parigi, probabilmente ispirato da un soggiorno del maestro fiammingo a Mantova.
I miti antichi continuano a offrire spunti suggestivi anche agli artisti di oggi: lo dimostra la Dafne di Giuseppe Penone, interpretazione contemporanea della favola della ninfa che, per sfuggire alla violenza di Apollo, si trasformò in un albero di alloro, da scoprire in una sezione dedicata alla natura. “La metamorfosi coinvolge anche la vita degli esseri umani, degli animali e delle piante, per arrivare a ibridazioni, deformazioni e cambiamenti ravvisabili anche nella letteratura e nell’arte
contemporanea”, spiega la curatrice Claudia Cieri Via: “In questa prospettiva, è stata scelta un’opera come Dafne di Giuseppe Penone, un artista che lavora sulla materia vivente con vigore esemplare e totalizzante, così come rivelano le annotazioni poetico-filosofiche che accompagnano i suoi disegni. Questa compenetrazione tra natura e materia, tra arte e poesia, emerge in modo molto affine nell’operato sia dell’artista quanto di Giulio Romano”. La mostra si chiude con un omaggio al poeta senza il quale tutta questa meraviglia non sarebbe mai esistita, celebrato nel dipinto il Trionfo d’Ovidio di Nicolas Poussin proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma.

Installation view Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, 2025 - Foto Gian Maria Pontiroli
Il programma per i 500 anni di Palazzo Te proseguirà per tutto il 2025 con un fitto calendario di concerti, performance teatrali, spettacoli di danza, reading, residenze per artisti e laboratori sul tema delle metamorfosi. Culmine delle celebrazioni sarà a ottobre un progetto espositivo ideato da Isaac Julien per gli spazi delle Fruttiere, che riapriranno dopo un elaborato restauro. L'artista contemporaneo ha attinto al fascino di Palazzo Te per creare un’opera originale in continuità con la potenza immaginifica della dimora gonzaghesca, una monumentale installazione multicanale nata dal confronto con gli affreschi di Giulio Romano che si interroga sulle relazioni tra passato e presente, tra uomo e natura. “Il lavoro di Isaac Julien inviterà a riflettere sul rapporto tra entità diverse del mondo vivente, umane e non umane, e sull’urgenza di una trasformazione ecologica, abbracciando un’idea trasformativa di concetti quali l’identità, il genere, la specie”, anticipa il curatore Lorenzo Giusti.
Tra gli interventi più attesi c'è anche il Labirinto pensato dal Balich Wonder Studio per il Giardino dell’Esedra, un progetto che restituirà la dimensione scenografica della festa e la funzione di macchina teatrale che Palazzo Te assunse fin dall’inizio, quando accolse l’imperatore Carlo V in visita a Mantova. In arrivo a fine anno, il Labirinto è un viaggio nell’atto del creare ispirato alle simmetrie e alle geometrie del palazzo, forme mutevoli, tagli di luce e ombre mobili che riflettono il caos fertile dell’arte: ogni svolta apre a nuove prospettive, fino alla stanza segreta dove l'idea si rivela. Il progetto celebra la creatività nella sua essenza, un omaggio a Palazzo Te e al suo spirito visionario, che da 500 anni continua a ispirare chi ha il coraggio di perdersi per creare.

Installation view Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, 2025 - Foto Gian Maria Pontiroli
A 500 anni dalla posa della prima pietra, Palazzo Te festeggia l’anniversario rilanciando la sua vocazione a luogo di ispirazione e creatività con un programma di eventi che spazia dall’antico al contemporaneo. Un anno di festa che prende il via con un nuovo allestimento e la grande mostra Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, in programma fino al prossimo 29 giugno con capolavori del Rinascimento provenienti da musei come il Louvre di Parigi, l’Albertina di Vienna, il Prado di Madrid, la Galleria Borghese di Roma e gli Uffizi di Firenze. Tintoretto, Correggio, Rubens, Poussin, ma anche il contemporaneo Giuseppe Penone sono tra gli artisti chiamati a conversare con gli affreschi del palazzo-wunderkammer in nome delle Metamorfosi, il tema ovidiano che permea sala dopo sala gli affreschi di Giulio Romano.

Pieter Paul Rubens, Ratto di Proserpina, 1614-1615, olio su tavola, cm 38x67. Parigi, Musèe du Petit Palais (inv. PDUT954), CC0 Paris Musées / Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris
“Palazzo Te è una spettacolare macchina scenica e teatrale, composta da un sistema preciso di rimandi tra architettura, scultura, pittura, letteratura, mitologia, fantasia e scienza”, osserva Stefano Baia Curioni, direttore del museo: “Come se le arti assieme avessere saputo sprigionare un luogo in cui ci si trasforma, proiettati in una dimensione fantastica, ancora più che arcaicamente mitica, in cui gli dèi sono o sembrano a portata di mano, nelle loro intimità, amori, avventure, battaglie, paure e vittorie. Illusione, gioco, utopia: Rabelais e Ficino, Ariosto e Raffaello, Aretino e Boiardo. Teatro estremo ed incompiuto”.
Dopo il nuovo racconto della Mantova cinquecentesca messo in scena nelle prime sale del palazzo, il visitatore è pronto a partire per un viaggio immaginifico attraverso i temi delle Metamorfosi ovidiane, filo conduttore della decorazione degli interni. Preziosi disegni in prestito dal Louvre e dall’Albertina raccontano la genesi degli affreschi di Palazzo Te, insieme alla copia di un antico volume, traduzione in volgare dell’opera di Ovidio, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Roma e anticamente di proprietà dei Gonzaga, sul quale Giulio Romano si basò nel dar vita al suo progetto iconografico. Nel percorso curato da Claudia Cieri Via, stanza dopo stanza i miti narrati dallo scrittore latino e ripresi dall'artista cinquecentesco dialogano con le prestigiose opere ospiti.

Installation view Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, 2025 - Foto Gian Maria Pontiroli
Nella Sala dei Cavalli, per esempio, la Danae di Correggio evoca il ciclo degli amori di Giove, creato in occasione del soggiorno dell'imperatore Carlo V a Mantova. Da non perdere nello stesso ambiente - il più vasto del palazzo - è la rappresentazione data da Tintoretto della leggenda di Minerva e Aracne, trasformata in ragno per aver sfidato la dea, in prestito dagli Uffizi. E mentre la straordinaria Camera di Amore e Psiche non potrebbe che essere dedicata all’eros, la Sala dei Venti ospita immagini legate caos, al doppio, all’ibrido, a partire dal celeberrimo mito di Narciso, mentre la Camera delle Aquile, sulla cui volta è dipinta la tragica Caduta di Fetonte, ospita il Ratto di Proserpina di Rubens, in prestito dal Petit Palais di Parigi, probabilmente ispirato da un soggiorno del maestro fiammingo a Mantova.
I miti antichi continuano a offrire spunti suggestivi anche agli artisti di oggi: lo dimostra la Dafne di Giuseppe Penone, interpretazione contemporanea della favola della ninfa che, per sfuggire alla violenza di Apollo, si trasformò in un albero di alloro, da scoprire in una sezione dedicata alla natura. “La metamorfosi coinvolge anche la vita degli esseri umani, degli animali e delle piante, per arrivare a ibridazioni, deformazioni e cambiamenti ravvisabili anche nella letteratura e nell’arte
contemporanea”, spiega la curatrice Claudia Cieri Via: “In questa prospettiva, è stata scelta un’opera come Dafne di Giuseppe Penone, un artista che lavora sulla materia vivente con vigore esemplare e totalizzante, così come rivelano le annotazioni poetico-filosofiche che accompagnano i suoi disegni. Questa compenetrazione tra natura e materia, tra arte e poesia, emerge in modo molto affine nell’operato sia dell’artista quanto di Giulio Romano”. La mostra si chiude con un omaggio al poeta senza il quale tutta questa meraviglia non sarebbe mai esistita, celebrato nel dipinto il Trionfo d’Ovidio di Nicolas Poussin proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma.

Installation view Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, 2025 - Foto Gian Maria Pontiroli
Il programma per i 500 anni di Palazzo Te proseguirà per tutto il 2025 con un fitto calendario di concerti, performance teatrali, spettacoli di danza, reading, residenze per artisti e laboratori sul tema delle metamorfosi. Culmine delle celebrazioni sarà a ottobre un progetto espositivo ideato da Isaac Julien per gli spazi delle Fruttiere, che riapriranno dopo un elaborato restauro. L'artista contemporaneo ha attinto al fascino di Palazzo Te per creare un’opera originale in continuità con la potenza immaginifica della dimora gonzaghesca, una monumentale installazione multicanale nata dal confronto con gli affreschi di Giulio Romano che si interroga sulle relazioni tra passato e presente, tra uomo e natura. “Il lavoro di Isaac Julien inviterà a riflettere sul rapporto tra entità diverse del mondo vivente, umane e non umane, e sull’urgenza di una trasformazione ecologica, abbracciando un’idea trasformativa di concetti quali l’identità, il genere, la specie”, anticipa il curatore Lorenzo Giusti.
Tra gli interventi più attesi c'è anche il Labirinto pensato dal Balich Wonder Studio per il Giardino dell’Esedra, un progetto che restituirà la dimensione scenografica della festa e la funzione di macchina teatrale che Palazzo Te assunse fin dall’inizio, quando accolse l’imperatore Carlo V in visita a Mantova. In arrivo a fine anno, il Labirinto è un viaggio nell’atto del creare ispirato alle simmetrie e alle geometrie del palazzo, forme mutevoli, tagli di luce e ombre mobili che riflettono il caos fertile dell’arte: ogni svolta apre a nuove prospettive, fino alla stanza segreta dove l'idea si rivela. Il progetto celebra la creatività nella sua essenza, un omaggio a Palazzo Te e al suo spirito visionario, che da 500 anni continua a ispirare chi ha il coraggio di perdersi per creare.

Installation view Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, 2025 - Foto Gian Maria Pontiroli
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