Dal 14 gennaio al National Museum di Tokyo, a Kyoto, Miyagi e Fukuoka
Il MANN vola in Giappone per una grande mostra itinerante nel segno di Pompei
Il Museo nazionale di Tokyo | Courtesy MANN - Museo Archeologico nazionale di Napoli
Samantha De Martin
18/10/2021
Mondo - Quattro città accomunate dal respiro di un vulcano, e un’indole racchiusa sotto un’unica parola: resilienza.
Dal Museo Archeologico nazionale di Napoli il grande ponte dell’arte raggiunge il Giappone per un importante appuntamento nel segno di Pompei. Dal prossimo 14 gennaio il Tokyo National Museum e le prefetture di Kyoto, Miyagi e Fukuoka accoglieranno la mostra itinerante Pompeii, che presenterà esclusivamente reperti del MANN.
La prima tappa di questo viaggio sarà nella capitale nipponica, dal 14 gennaio al 3 aprile 2022. La mostra coincide con una data simbolica che ricorda il centocinquantesimo anno dalla fondazione del Tokyo National Museum, il più antico museo del paese, specializzato nella tutela e valorizzazione di antichità giapponesi e asiatiche.
Oltre a raccontare i legami tra le radici storiche dell'Occidente e dell'Oriente, "infrangendo" la specializzazione tematica e geografica dell'Istituto, la mostra Pompeii rappresenterà anche il primo grande percorso espositivo internazionale dell'era post-Covid. Al centro di questo viaggio che inizia da Pompei per fare rotta nel paese del Sol levante, 160 reperti presentati in un percorso sorprendente, articolato in cinque sezioni.
Scavi di Pompei
Dall’introduzione, dedicata all'eruzione del Vesuvio e al seppellimento di Pompei, il visitatore avrà modo di approfondire l’architettura pubblica e la religione della città, la società pompeiana, la sua prosperità fino a esplorarne gli scavi, oggi e nel passato, di Ercolano, Pompei, Stabiae e Somma Vesuviana. In mostra al Tokyo National Museum sfileranno i contesti archeologici dalle Case del Fauno, del Citarista e del Poeta Tragico e, anche grazie al lavoro di scavo nei depositi, saranno svelati bronzi, vetri, sculture ed affreschi che decoravano domus e edifici pubblici romani, preziose testimonianze della cultura materiale che caratterizzava l'area vesuviana nel suo complesso.
Enea e Didone, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, affresco proveniente dalla Casa del Citarista di Pompei
In occasione della mostra in Giappone - su progetto dell'archeologa Rosaria Ciardiello e dei fotografi Luciano e Marco Pedicini - sarà appositamente realizzata la ricostruzione delle pareti della Villa di Cicerone a Pompei, grazie alla combinazione di frammenti di decorazioni parietali, come i famosi satiri funamboli.
Rendering pareti della Villa di Cicerone | Foto: pedicini fotografi | Courtesy MANN
Filo conduttore dell'allestimento, curato, tra gli altri, dal direttore del MANN, Paolo Giulierini, e dall’accademico Masanori Aoyagi, commissario per le attività culturali in Giappone, sarà il legame tra i vulcani e le città di Pompei, Ercolano, Tokyo, Kagoshima. Il visitatore sarà pertanto invitato a una sorta di itinerario alla scoperta delle città costrette ad affrontare diverse calamità naturali, tra eruzioni e terremoti.
Partendo dal 79 d.C. e dal seppellimento di Pompei, la mostra, attraverso un itinerario a ritroso, ripercorrerà quei cicli di distruzioni, e successive ricostruzioni, che le comunità civili hanno messo in atto sin dall'antichità.
"Con il Giappone - commenta il direttore del MANN, Paolo Giulierini - abbiamo intrapreso un importante viaggio culturale, iniziato ormai due anni fa; l'arte crea ponti tra i popoli e gli esiti finali di questa operazione, che ritengo possa forse essere la più importante nei rapporti tra Giappone ed Italia, sono costituiti da due obiettivi: il restauro del Mosaico di Alessandro, possibile anche grazie al generoso contributo di The Asahi Shimbun, e la realizzazione della grande mostra su Pompei, organizzata da The Asahi Shimbun e NHK”.
Battaglia di Isso, 100 a.C., mosaico, 582 x 313 cm I Museo Archeologico Nazionale di Napoli I Naples National Archaeological Museum, Public domain, via Wikimedia Commons
La mostra, che si avvale di un articolato framework di sinergie istituzionali, affonda infatti le sue radici nel 2019, anno in cui il MANN ha siglato una Convenzione Quadro con il Tokyo National Museum, finalizzata a valorizzare, con una grande mostra nel paese del Sol Levante, la conoscenza della cultura delle antiche città vesuviane. Seguendo la politica di promozione delle relazioni internazionali messa in atto dal Ministero della Cultura- Mic, ha preso piede il progetto scientifico della mostra organizzata dal quotidiano The Asahi Shimbun e dalla NHK, NHK Promotions Inc (Nippon Hoso Kyokai - Japan Broadcasting Corporation).
Sempre il The Asahi Shimbun è tra i finanziatori del restauro del Mosaico di Alessandro, attività che si avvale della collaborazione anche dell'Istituto Superiore per il Restauro del MIC. Alla prima fase di messa in sicurezza dell'opera seguirà, nei prossimi mesi, la movimentazione del manufatto, per analizzare direttamente lo stato di conservazione del supporto originario e stabilire gli interventi da eseguire.
Il restauro si concluderà entro il 31 dicembre 2022 ed i lavori saranno condotti in un cantiere aperto ai visitatori che potranno tornare ad ammirare un grande capolavoro al termine di un'operazione di ricerca e tutela senza precedenti.
Leggi anche:
• Un capolavoro da record: al via il restauro del Mosaico di Alessandro
Dal Museo Archeologico nazionale di Napoli il grande ponte dell’arte raggiunge il Giappone per un importante appuntamento nel segno di Pompei. Dal prossimo 14 gennaio il Tokyo National Museum e le prefetture di Kyoto, Miyagi e Fukuoka accoglieranno la mostra itinerante Pompeii, che presenterà esclusivamente reperti del MANN.
La prima tappa di questo viaggio sarà nella capitale nipponica, dal 14 gennaio al 3 aprile 2022. La mostra coincide con una data simbolica che ricorda il centocinquantesimo anno dalla fondazione del Tokyo National Museum, il più antico museo del paese, specializzato nella tutela e valorizzazione di antichità giapponesi e asiatiche.
Oltre a raccontare i legami tra le radici storiche dell'Occidente e dell'Oriente, "infrangendo" la specializzazione tematica e geografica dell'Istituto, la mostra Pompeii rappresenterà anche il primo grande percorso espositivo internazionale dell'era post-Covid. Al centro di questo viaggio che inizia da Pompei per fare rotta nel paese del Sol levante, 160 reperti presentati in un percorso sorprendente, articolato in cinque sezioni.
Scavi di Pompei
Dall’introduzione, dedicata all'eruzione del Vesuvio e al seppellimento di Pompei, il visitatore avrà modo di approfondire l’architettura pubblica e la religione della città, la società pompeiana, la sua prosperità fino a esplorarne gli scavi, oggi e nel passato, di Ercolano, Pompei, Stabiae e Somma Vesuviana. In mostra al Tokyo National Museum sfileranno i contesti archeologici dalle Case del Fauno, del Citarista e del Poeta Tragico e, anche grazie al lavoro di scavo nei depositi, saranno svelati bronzi, vetri, sculture ed affreschi che decoravano domus e edifici pubblici romani, preziose testimonianze della cultura materiale che caratterizzava l'area vesuviana nel suo complesso.
Enea e Didone, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, affresco proveniente dalla Casa del Citarista di Pompei
In occasione della mostra in Giappone - su progetto dell'archeologa Rosaria Ciardiello e dei fotografi Luciano e Marco Pedicini - sarà appositamente realizzata la ricostruzione delle pareti della Villa di Cicerone a Pompei, grazie alla combinazione di frammenti di decorazioni parietali, come i famosi satiri funamboli.
Rendering pareti della Villa di Cicerone | Foto: pedicini fotografi | Courtesy MANN
Filo conduttore dell'allestimento, curato, tra gli altri, dal direttore del MANN, Paolo Giulierini, e dall’accademico Masanori Aoyagi, commissario per le attività culturali in Giappone, sarà il legame tra i vulcani e le città di Pompei, Ercolano, Tokyo, Kagoshima. Il visitatore sarà pertanto invitato a una sorta di itinerario alla scoperta delle città costrette ad affrontare diverse calamità naturali, tra eruzioni e terremoti.
Partendo dal 79 d.C. e dal seppellimento di Pompei, la mostra, attraverso un itinerario a ritroso, ripercorrerà quei cicli di distruzioni, e successive ricostruzioni, che le comunità civili hanno messo in atto sin dall'antichità.
"Con il Giappone - commenta il direttore del MANN, Paolo Giulierini - abbiamo intrapreso un importante viaggio culturale, iniziato ormai due anni fa; l'arte crea ponti tra i popoli e gli esiti finali di questa operazione, che ritengo possa forse essere la più importante nei rapporti tra Giappone ed Italia, sono costituiti da due obiettivi: il restauro del Mosaico di Alessandro, possibile anche grazie al generoso contributo di The Asahi Shimbun, e la realizzazione della grande mostra su Pompei, organizzata da The Asahi Shimbun e NHK”.
Battaglia di Isso, 100 a.C., mosaico, 582 x 313 cm I Museo Archeologico Nazionale di Napoli I Naples National Archaeological Museum, Public domain, via Wikimedia Commons
La mostra, che si avvale di un articolato framework di sinergie istituzionali, affonda infatti le sue radici nel 2019, anno in cui il MANN ha siglato una Convenzione Quadro con il Tokyo National Museum, finalizzata a valorizzare, con una grande mostra nel paese del Sol Levante, la conoscenza della cultura delle antiche città vesuviane. Seguendo la politica di promozione delle relazioni internazionali messa in atto dal Ministero della Cultura- Mic, ha preso piede il progetto scientifico della mostra organizzata dal quotidiano The Asahi Shimbun e dalla NHK, NHK Promotions Inc (Nippon Hoso Kyokai - Japan Broadcasting Corporation).
Sempre il The Asahi Shimbun è tra i finanziatori del restauro del Mosaico di Alessandro, attività che si avvale della collaborazione anche dell'Istituto Superiore per il Restauro del MIC. Alla prima fase di messa in sicurezza dell'opera seguirà, nei prossimi mesi, la movimentazione del manufatto, per analizzare direttamente lo stato di conservazione del supporto originario e stabilire gli interventi da eseguire.
Il restauro si concluderà entro il 31 dicembre 2022 ed i lavori saranno condotti in un cantiere aperto ai visitatori che potranno tornare ad ammirare un grande capolavoro al termine di un'operazione di ricerca e tutela senza precedenti.
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