Al Kunsthistorisches Museum fino al 29 giugno

Il Rinascimento e la natura, una storia da scoprire a Vienna

Giuseppe Arcimboldo (1526–1593), Summer, 1563. Lime panel; 67 × 50.8 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum, Picture Gallery © KHM-Museumsverband
 

Francesca Grego

18/03/2025

Mondo - Che rapporto avevano con la natura gli uomini del Rinascimento? In che modo gli artisti hanno rappresentato l’ambiente, il tempo e i cicli delle stagioni? Come hanno preso forma nell’arte le profonde trasformazioni del XV e XVI secolo? Il Kunsthistorisches Museum di Vienna dà il benvenuto alla primavera con una grande mostra che risponde a queste domande con capolavori di Giuseppe Arcimboldo, Pieter Bruegel il Vecchio, Jacopo e Leandro Bassano, accanto a preziose opere di Leonardo da Vinci, Albrecht Dürer, Giorgione, Bramante, Paolo Veronese, Hieronymus Bosch. 

Arrivano da prestigiosi musei europei e statunitensi - gli Uffizi di Firenze, la Royal Collection britannica, il Rijksmuseum di Amsterdam, l’Albertina di Vienna, lo Szépmüvészeti Múzeum di Budapest, il Metropolitan Museum of Art di New York - i 140 pezzi scelti dalla curatrice Francesca Del Torre Scheuch per raccontare una storia che intreccia arte, scienza e vita quotidiana. Dipinti, sculture, disegni, arazzi, ma anche orologi, mappe, globi e strumenti scientifici conducono i visitatori alla scoperta di un tempo lontano, ma come il nostro caratterizzato da cambiamenti epocali: un viaggio lungo un secolo e mezzo che ci porterà dalla nuova attenzione degli artisti verso l’ambiente alla nascita della natura morta, attraversando una delle stagioni più ricche nella storia dell’arte europea. 

Pionieri del nuovo corso sono Leonardo e Dürer, che osservano il mondo con  occhio scientifico e meraviglia da artisti: in mostra lo testimoniano disegni di piante, fiori, uccelli, che rappresentano la natura con una verosimiglianza mai vista prima. Celebre e ancora misterioso, il dipinto dei Tre filosofi di Giorgione riflette invece gli sviluppi portentosi della scienza nella seconda metà del Cinquecento, raffigurando i sapienti in uno scenario naturale mirabilmente ricostruito, mentre tengono tra le mani strumenti astronomici e matematici.  

Le trasformazioni della natura con il trascorrere delle stagioni e le attività umane nei diversi periodi dell’anno sono protagonisti della pittura di Pieter Bruegel il Vecchio, che segna un passo decisivo nell’affermazione del paesaggio come genere indipendente. Esemplare in questo senso è la resa della luce e dell’atmosfera nel celebre ciclo delle Stagioni, concepito per la sala da pranzo di Nicolaes Jongelink, ricco mercante di Anversa. Del gruppo originario composto da sei dipinti al Kunsthistorisches Museum è possibile ammirare Cacciatori della neve (Inverno), Il giorno cupo (Inizio primavera) e Il ritorno della mandria (Autunno), tre autentici capolavori. 
Anche Arcimboldo dipinge le stagioni, offrendone un’interpretazione originalissima nei suoi inconfondibili ritratti allegorici. Nativo di Milano, lavora per tre imperatori asburgici, Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II. Come i suoi mecenati è profondamente interessato alla natura, mostrando di esserne un osservatore attento. Frutti, fiori e animali tipici dei diversi periodi dell’anno si integrano meravigliosamente nelle scenografie che disegna per le feste di corte, così come nelle sue estrose “teste  composte”, che sono anche un omaggio agli Asburgo: il loro governo rappresenta armonia e continuità, proprio come il ciclo della natura. La composizione Le quattro stagioni in una testa chiude simbolicamente la mostra, eloquente metafora del trascorrere del tempo. 

Ma c’è un’altra tappa da non perdere prima di arrivare alla fine. L’esposizione dedica ampio spazio ai dipinti dei veneti Dal Ponte, più noti come Bassano, i cui dipinti - il Kunsthistorisches Museum ne detiene circa ottanta - sono stati recentemente al centro di un importante progetto di ricerca. Jacopo, iniziatore della dinastia, rappresenta le quattro stagioni mescolando armoniosamente episodi biblici (La cacciata dal giardino dell’Eden, Il sacrificio di Isacco, Mosé riceve le tavole della legge) con immagini tratte dal quotidiano. Particolare attenzione è dedicata all’opera del figlio Leandro. La sua serie dei Dodici mesi documenta come il soggetto delle stagioni si sia evoluto nel tempo. Dipinti creati per mecenati di corte sorprendono con rappresentazioni di contadini e mercanti impegnati a interagire con i proprietari terrieri aristocratici, mentre scene prima rurali sono  ampliate per includere ambienti urbani. Leandro introduce anche soggetti innovativi, come il Carnevale a febbraio e il mercato quaresimale a marzo, offrendo vividi spunti sulla vita di ogni giorno nella Repubblica di Venezia cinquecentesca.

Arcimboldo - Bassano - Bruegel. Il tempo della natura sarà visitabile al Kunsthistorisches Museum di Vienna fino al 29 giugno.