Un Egitto mai visto ospite a Trento
Egitto mai visto
16/07/2009
In anteprima mondiale l’esposizione “Egitto Mai Visto” permette di ammirare oltre 800 affascinanti ritrovamenti che fanno parte di due sorprendenti collezioni inedite, profondamente diverse tra loro, una proveniente dal Castello del Buonconsiglio e l’altra dal Museo Egizio.
Le due unità della mostra, pur avendo una datazione differente, si integrano fra loro, riuscendo a dare uno sguardo più generale sulla civiltà egizia subito prima della sua progressiva decadenza.
I reperti provenienti dal capoluogo torinese sono infatti del 2100-1900 avanti Cristo, fra il Primo Periodo Intermedio e il Medio Regno, quelli trentini di una dozzina di secoli più tardi (900-1000 a.C.), risalenti al Nuovo Regno, l’epoca dell’affermazione dell’Egitto all’estero.
“L’aspetto interessante della mostra è che le sue sezioni rispecchiano due modi diversi adottati per acquisire il patrimonio: il collezionismo antiquario e lo scavo scientifico rigoroso” spiega il direttore del Castello del Buonconsiglio Franco Marzatico.
La più ricca e straordinaria raccolta, proveniente dai depositi del Museo Egizio di Torino, è opera del grande archeologo Ernesto Schiaparelli, celebre in tutto il mondo per la straordinaria scoperta della tomba di Kha, l’architetto del faraone Amenofi III.
Grazie agli eccezionali materiali esposti, ai diari di scavo, alle lettere e alla documentazione fotografica, il visitatore è condotto in un viaggio alla scoperta di Assiut, capoluogo di provincia dell’Antico Egitto dove, secondo la tradizione copta, si rifugiò la Sacra Famiglia nella fuga in Egitto.
In mostra sono proposti diversi sarcofagi a cassa stuccati e con iscrizioni variopinte che racconteranno la vita della classe media, di amministratori provinciali e di piccoli proprietari terrieri. I sarcofagi, alcuni dei quali ancora contenenti la mummia, sono accompagnati da tutti gli elementi del corredo funerario che venivano deposti nelle tombe. Attraverso l’osservazione di questi materiali si può ammirare la sorprendente capacità tecnica degli egiziani nella lavorazione del legno, il segno di un’epoca nella quale l’indebolimento del potere faraonico centrale lasciò spazio ad espressioni artistiche locali straordinarie.
Per la prima volta inoltre esposte circa 40 pareti di sarcofago con geroglifici incisi e dipinti e dieci stele recentemente restaurate, che ci permetteranno di riconoscere le credenze religiose e le divinità egizie.
La mostra ha anche il merito di affronta per la prima volta lo studio completo dei materiali ritrovati dalla Missione Archeologica Italiana, permettendo una ricostruzione filologica dei contesti funerari egizi fino ad oggi sconosciuti al grande pubblico.
Accanto a questa eccezionale raccolta, è presentata la curiosa sezione egizia del Castello del Buonconsiglio, costituita da oggetti mai visti prima d’ora, acquisiti nella prima metà dell’Ottocento dal trentino Taddeo Tonelli, ufficiale dell’Impero Austro Ungarico e conservati fino ad oggi nei depositi del museo.
Questa sezione rispecchia il gusto collezionistico che spinse molti nomi eccellenti dell’aristocrazia, stregati dal fascino della civiltà egizia, ad assoldare “pirati” di antichità per arricchire i loro musei privati. In queste raccolte, emerge un gran numero di oggetti stravaganti, carichi di valenze magico-religiose che potevano essere esibiti nei salotti della nobiltà.
Come le centinaia di amuleti, fra i quali principalmente scarabei del cuore, simbolo di vita eterna; una splendida maschera funeraria in foglia d’oro; centinaia di modelli di servitori, detti ushabty, deposti nelle tombe perché sostituissero il defunto nelle attività nell’Oltretomba; una mummia di gatto, animale sacro alla divinità Bastet che simboleggia il calore benefico del sole ed è venerata in qualità di protettrice della casa e della famiglia.
L’"EGITTO MAI VISTO"
Trento, Castello del Buonconsiglio
Fino all'8 novembre 2009
ORARI: 10.00 –18.00
chiuso il lunedì
BIGLIETTI: intero: 7,00 euro
ridotto: 4,00 euro
Le due unità della mostra, pur avendo una datazione differente, si integrano fra loro, riuscendo a dare uno sguardo più generale sulla civiltà egizia subito prima della sua progressiva decadenza.
I reperti provenienti dal capoluogo torinese sono infatti del 2100-1900 avanti Cristo, fra il Primo Periodo Intermedio e il Medio Regno, quelli trentini di una dozzina di secoli più tardi (900-1000 a.C.), risalenti al Nuovo Regno, l’epoca dell’affermazione dell’Egitto all’estero.
“L’aspetto interessante della mostra è che le sue sezioni rispecchiano due modi diversi adottati per acquisire il patrimonio: il collezionismo antiquario e lo scavo scientifico rigoroso” spiega il direttore del Castello del Buonconsiglio Franco Marzatico.
La più ricca e straordinaria raccolta, proveniente dai depositi del Museo Egizio di Torino, è opera del grande archeologo Ernesto Schiaparelli, celebre in tutto il mondo per la straordinaria scoperta della tomba di Kha, l’architetto del faraone Amenofi III.
Grazie agli eccezionali materiali esposti, ai diari di scavo, alle lettere e alla documentazione fotografica, il visitatore è condotto in un viaggio alla scoperta di Assiut, capoluogo di provincia dell’Antico Egitto dove, secondo la tradizione copta, si rifugiò la Sacra Famiglia nella fuga in Egitto.
In mostra sono proposti diversi sarcofagi a cassa stuccati e con iscrizioni variopinte che racconteranno la vita della classe media, di amministratori provinciali e di piccoli proprietari terrieri. I sarcofagi, alcuni dei quali ancora contenenti la mummia, sono accompagnati da tutti gli elementi del corredo funerario che venivano deposti nelle tombe. Attraverso l’osservazione di questi materiali si può ammirare la sorprendente capacità tecnica degli egiziani nella lavorazione del legno, il segno di un’epoca nella quale l’indebolimento del potere faraonico centrale lasciò spazio ad espressioni artistiche locali straordinarie.
Per la prima volta inoltre esposte circa 40 pareti di sarcofago con geroglifici incisi e dipinti e dieci stele recentemente restaurate, che ci permetteranno di riconoscere le credenze religiose e le divinità egizie.
La mostra ha anche il merito di affronta per la prima volta lo studio completo dei materiali ritrovati dalla Missione Archeologica Italiana, permettendo una ricostruzione filologica dei contesti funerari egizi fino ad oggi sconosciuti al grande pubblico.
Accanto a questa eccezionale raccolta, è presentata la curiosa sezione egizia del Castello del Buonconsiglio, costituita da oggetti mai visti prima d’ora, acquisiti nella prima metà dell’Ottocento dal trentino Taddeo Tonelli, ufficiale dell’Impero Austro Ungarico e conservati fino ad oggi nei depositi del museo.
Questa sezione rispecchia il gusto collezionistico che spinse molti nomi eccellenti dell’aristocrazia, stregati dal fascino della civiltà egizia, ad assoldare “pirati” di antichità per arricchire i loro musei privati. In queste raccolte, emerge un gran numero di oggetti stravaganti, carichi di valenze magico-religiose che potevano essere esibiti nei salotti della nobiltà.
Come le centinaia di amuleti, fra i quali principalmente scarabei del cuore, simbolo di vita eterna; una splendida maschera funeraria in foglia d’oro; centinaia di modelli di servitori, detti ushabty, deposti nelle tombe perché sostituissero il defunto nelle attività nell’Oltretomba; una mummia di gatto, animale sacro alla divinità Bastet che simboleggia il calore benefico del sole ed è venerata in qualità di protettrice della casa e della famiglia.
L’"EGITTO MAI VISTO"
Trento, Castello del Buonconsiglio
Fino all'8 novembre 2009
ORARI: 10.00 –18.00
chiuso il lunedì
BIGLIETTI: intero: 7,00 euro
ridotto: 4,00 euro
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