Dal 19 marzo in mostra al Musée Jacquemart-André

Artemisia Gentileschi conquista Parigi

Artemisia Gentileschi, Giuditta e la fantesca, v. 1615. Olio su tela, 114 x 93,5 cm. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina. Su concessionne del Ministero della Cultura
 

Francesca Grego

15/03/2025

Mondo - È una delle mostre più attese della stagione parigina quella che dal 19 marzo riunirà al Musée Jacquemart-André circa 40 dipinti di Artemisia Gentileschi: forte di prestiti da musei e collezioni private europee e statunitensi, Artemisia. Eroina dell’arte porterà all’attenzione del pubblico celebri capolavori della pittrice seicentesca, opere di recente attribuzione e tele raramente esposte fuori dalle loro sedi abituali. Al centro della narrazione, la profonda originalità del lavoro di Artemisia, del suo percorso e della sua identità di donna e di artista: “una storia che attraversa i secoli”, si legge nella presentazione del progetto, per un’opera che, riflettendo il vissuto di resilienza della pittrice, si rivela “eterna e universale”. 


Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni, c. 1610. Olio su tela, 170 x 121 cm, Pommersfelden, Kunstsammlungen Graf von Schönborn, crédit : akg-images / MPortfolio / Electa

Tra i capolavori da ammirare fino al prossimo 3 agosto spiccano Susanna e i vecchioni (Pommersfelden, Schloss Weissenstein), prima opera firmata e datata dell’artista, l’Autoritratto come suonatrice di liuto del Wadsworth Atheneum Museum of Art (Hartford), con il quale Artemisia conquistò la stima di Cosimo II de Medici, Giuditta e la fantesca, originale interpretazione dell’episodio biblico della decapitazione di Oloferne conservata alle Gallerie degli Uffizi. Arriva invece dalla Cattedrale di Siviglia l’intensa Maddalena penitente, raramente visibile in una mostra così come l’Allegoria dell’Inclinazione, dipinta per il soffitto di Casa Buonarroti a Firenze, di cui fa parte tuttora. Ospite d’onore sarà l’Incoronazione di spine di Caravaggio, testimonianza dell’influenza che il maestro della luce esercitò sulla pittura di Artemisia. 


Artemisia Gentileschi, Autoritratto come suonatrice di liuto, 1614-15. Olio su tela, 77,5 x 71,8 cm, Hartford CT. Wadsworth Atheneum Museum of Art, Charles H. Schwartz Endowment Fund, crédit : Allen Phillips/Wadsworth Atheneum

Strutturato come un viaggio nella vita e nei temi favoriti dall’artista, l’itinerario espositivo si soffermerà dapprima sul suo successo di dimensioni continentali, con commissioni per le principali corti europee, sull’emancipazione di Artemisia dal padre Orazio, suo primo maestro, dal quale si distacca sviluppando uno stile più dinamico e vibrante, fino alla consacrazione del suo talento a Firenze, dove con grande forza Artemisia si rifà una vita - e una bottega - dopo lo stupro subito dal pittore Agostino Tassi e il paradossale processo che ne segue. Due capitoli raccontano le relazioni di Artemisia con Caravaggio e con altri artisti come Gerrit van Honthorst (Gerardo delle Notti) e Simon Vouet, che ne ha tramandato l’immagine nel celebre ritratto di Palazzo Blu, mentre Leonaert Bramer la disegna vestita da uomo con tanto di baffi, chiara allusione alla sua indipendenza. 


Artemisia Gentileschi, Allegoria dell'Inclinazione, 1615-16 circa. Olio su tela, 152 × 61 cm. Firenze, Casa Buonarroti, crédit : Firenze, Casa Buonarroti, Archivio Buonarroti

Ampio spazio è riservato ai talenti e ai temi favoriti dall’artista: alla sua riconosciuta abilità di ritrattista e alla spiccata attitudine psicologica, agli episodi storici e biblici interpretati in modo mai banale, ai seducenti nudi femminili, soggetti rari per una pittrice di quell’epoca, per finire con l’eterna lotta tra amore e morte, un tema tipicamente barocco molto congeniale per Artemisia, che dipinge le eroine del passato con un'empatia fuori dal comune.  


Artemisia Gentileschi, Maddalena penitente, 1625 circa. Olio su tela, 122,5 x 97,5 cm. Siviglia, Catedral de Sevilla, photo : Catedral de Sevilla