In mostra dal 29 marzo
L’uovo, lo scheletro e l’arcobaleno: Luigi Serafini per i 10 anni del Labirinto della Masone

Luigi Serafini, Genesis o Il sogno della tartaruga, 2019, Olio su tela, 180 x 100 cm | Courtesy of Luigi Serafini
Francesca Grego
12/03/2025
Parma - Era il 1981 quando il visionario Codex Seraphinianus vedeva la luce sotto forma di libro stampato. Il coraggioso editore, Franco Maria Ricci, aveva allora molti sogni, tra cui quello di costruire un labirinto. Un luogo dell’anima diventato realtà nel Labirinto della Masone a Fontanellato (Parma), che questa primavera festeggia i suoi primi dieci anni tornando alle origini, con una mostra dedicata proprio all’autore del Codex e alle sue fantasmagoriche creazioni. Da Serafini a Luigi. L’uomo, lo scheletro, l’arcobaleno è il titolo del progetto, che vanta un valore aggiunto non da poco: un percorso originale e un allestimento site-specific pensati dall’artista con la consueta ironia, in virtù del suo legame con Franco Maria Ricci e con il Labirinto.
In programma dal 29 marzo al 13 luglio 2025, la mostra ripercorrerà l’intera carriera di Serafini seguendo l’unica cronologia da lui stesso mai accettata, ossia la tripartizione tra epoca pre-Codex, epoca Codex ed epoca post-Codex. Dal celebre Serafini al più intimo Luigi, l’artista ci porterà alla radice delle ispirazioni che hanno nutrito il suo capolavoro. Scopriremo così la sua prima opera compiuta, che rappresenta la casa di famiglia a Pedaso, nelle Marche. Il rapporto con questo luogo, di cui Serafini ama definirsi aborigeno, ha segnato profondamente il suo immaginario estetico e poetico, documentato in mostra attraverso opere e testimonianze del tutto inedite. Ancora a questa fase appartengono gli anni degli studi di architettura e un viaggio in America on the road che, come vedremo in mostra, ne influenzò profondamente il lavoro.

Luigi Serafini, Il giocatore di Zardo, 2025 I Courtesy Luigi Serafini
Ampio spazio sarà dedicato al Codex, straordinaria enciclopedia dell’assurdo grazie alla quale Serafini è noto in tutto il mondo: repertorio di creature improbabili e oniriche invenzioni che, come una vera enciclopedia, copre i numerosi territori dello scibile umano, accompagnate da testi scritti in un alfabeto immaginario, asemico e dunque indecifrabile. Un progetto in apparenza incredibile, al quale tuttavia Ricci credette, e a ragione. “Volevo portare in libreria una specie di alieno, un libro che fosse in grado di rendere tutti analfabeti, e quindi potenziali lettori. Tutti stanno di fronte al Codex come dei bambini che devono imparare a leggere. Quel momento magico e mitopoietico nel quale la fantasia si libera imitando gli adulti che leggono cose incomprensibili”, ha ricordato l’autore. Da Italo Calvino a Roland Barthes, da Federico Fellini a Tim Burton, lo spirito libero e immaginifico di Serafini avrebbe conquistato molti, fino al successo planetario degli ultimi anni. A Fontanellato un’esperienza immersiva ideata da Maddalena Casalis con l’artista permetterà di tuffarsi nelle tavole del Codex, accostate alle sculture che materializzano il suo mondo bizzarro in versione tridimensionale.
Architetto, artista, scenografo, designer, Serafini non si è certo fermato al Codex. E tuttavia, come ama dire lui stesso, tutto era già lì, nella sua folle opera prima, in quell’Altro Universo che Calvino nel primo numero della rivista FMR di Franco Maria Ricci così riassumeva, offrendo lo spunto per il titolo della mostra: “Direi che le immagini che più scatenano il raptus visionario di Serafini sono tre: lo scheletro, l’uovo, l’arcobaleno”. Sculture, dipinti e fotografie racconteranno gli anni più recenti al Labirinto della Masone, dove il pubblico avrà l’opportunità di un’esperienza esclusiva: entrare nella casa dell’artista a Roma, la Domus Seraphiniana, opera totale e mondo fantastico che oggi rischia lo smantellamento.
Leggi anche:
• Luigi Serafini e il Codice della fantasia
• Da Serafini a Bernini: viaggio alla Fontana dei Quattro Fiumi
• Elapis di Luigi Serafini
In programma dal 29 marzo al 13 luglio 2025, la mostra ripercorrerà l’intera carriera di Serafini seguendo l’unica cronologia da lui stesso mai accettata, ossia la tripartizione tra epoca pre-Codex, epoca Codex ed epoca post-Codex. Dal celebre Serafini al più intimo Luigi, l’artista ci porterà alla radice delle ispirazioni che hanno nutrito il suo capolavoro. Scopriremo così la sua prima opera compiuta, che rappresenta la casa di famiglia a Pedaso, nelle Marche. Il rapporto con questo luogo, di cui Serafini ama definirsi aborigeno, ha segnato profondamente il suo immaginario estetico e poetico, documentato in mostra attraverso opere e testimonianze del tutto inedite. Ancora a questa fase appartengono gli anni degli studi di architettura e un viaggio in America on the road che, come vedremo in mostra, ne influenzò profondamente il lavoro.

Luigi Serafini, Il giocatore di Zardo, 2025 I Courtesy Luigi Serafini
Ampio spazio sarà dedicato al Codex, straordinaria enciclopedia dell’assurdo grazie alla quale Serafini è noto in tutto il mondo: repertorio di creature improbabili e oniriche invenzioni che, come una vera enciclopedia, copre i numerosi territori dello scibile umano, accompagnate da testi scritti in un alfabeto immaginario, asemico e dunque indecifrabile. Un progetto in apparenza incredibile, al quale tuttavia Ricci credette, e a ragione. “Volevo portare in libreria una specie di alieno, un libro che fosse in grado di rendere tutti analfabeti, e quindi potenziali lettori. Tutti stanno di fronte al Codex come dei bambini che devono imparare a leggere. Quel momento magico e mitopoietico nel quale la fantasia si libera imitando gli adulti che leggono cose incomprensibili”, ha ricordato l’autore. Da Italo Calvino a Roland Barthes, da Federico Fellini a Tim Burton, lo spirito libero e immaginifico di Serafini avrebbe conquistato molti, fino al successo planetario degli ultimi anni. A Fontanellato un’esperienza immersiva ideata da Maddalena Casalis con l’artista permetterà di tuffarsi nelle tavole del Codex, accostate alle sculture che materializzano il suo mondo bizzarro in versione tridimensionale.
Architetto, artista, scenografo, designer, Serafini non si è certo fermato al Codex. E tuttavia, come ama dire lui stesso, tutto era già lì, nella sua folle opera prima, in quell’Altro Universo che Calvino nel primo numero della rivista FMR di Franco Maria Ricci così riassumeva, offrendo lo spunto per il titolo della mostra: “Direi che le immagini che più scatenano il raptus visionario di Serafini sono tre: lo scheletro, l’uovo, l’arcobaleno”. Sculture, dipinti e fotografie racconteranno gli anni più recenti al Labirinto della Masone, dove il pubblico avrà l’opportunità di un’esperienza esclusiva: entrare nella casa dell’artista a Roma, la Domus Seraphiniana, opera totale e mondo fantastico che oggi rischia lo smantellamento.
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