Dal 25 marzo al 26 giugno al Museo Bailo
Nella primavera di Treviso brilla Antonio Canova

Antonio Canova, Venere italica, 1804-1812, Gesso multiplo 1:1, Collezione privata, Veneto
Samantha De Martin
19/01/2022
Il volto di Canova, incastonato da Luigi Zandomeneghi nel piccolo cammeo adagiato sul seno di Marianna Angeli Pascoli evoca il legame che unì lo scultore alla bella contessa e pittrice trevigiana.
Ammirarlo nella mostra che sarà allestita in primavera al Nuovo Museo Bailo di Treviso - la più antica tra le attuali sedi museali civiche della città - sarà l’occasione per omaggiare il maestro di Possagno nell’anno in cui ricorre il bicentenario della morte.
Dal 25 marzo al 26 giugno un progetto a cura di Fabrizio Malachin e Elisabetta Gerhardinger, intitolato L’Ottocento svelato. Da Canova al Romanticismo storico, celebrerà lo scultore (e non solo) con interessanti lavori.

Luigi Zandomeneghi, Busto di Marianna Angeli Pascoli, Gesso
Special guest del percorso sarà il gesso di Amore e psiche stanti, dall’ex Veneto Banca, un capolavoro destinato al collezionismo privato, realizzato dall’artista nel 1800 e i cui marmi si trovano oggi al Louvre e all’Hermitage.
A commissionare ad un Antonio Canova appena trentenne le due versioni di Amore e Psiche era stato il colonnello scozzese John Campbell. La prima versione, venduta a Gioacchino Murat, è attualmente custodita al Louvre. La seconda, ceduta dal committente a Josèphine de Beauharnais e poi allo Zar Alessandro I di Russia, è oggi vanto dell’Hermitage.
Il calco della mano del suo creatore affiancherà in mostra il calco del volto di Canova.
Ad attendere i visitatori saranno alcuni oggetti raramente usciti dalle stanze dei Civici Musei per essere presentati al pubblico, come il prezioso bozzetto delle Tre Grazie che nasconde ancora le impronte del maestro. O ancora l’edizione integrale di tutte le incisioni dello scultore, espressamente donate all’Ateneo trevigiano dal fratellastro, abate Sartori Canova.
Thomas Lawrence, Ritratto di Antonio Canova, 1815 ca, Olio su carta incollata su tela
Lo scultore, dal canto suo, saluterà il pubblico da un affascinante erma in marmo e lettere bronzee, da un ritratto dal vivo eseguito da Thomas Laurence o da un autoritratto in gesso multiplo in prestito da una collezione privata. Dai depositi museali uscirà invece, per la prima volta, in occasione della mostra, anche un'ampia selezione di medaglie.
Grazie a una piccola “mostra nella mostra” il maestro sarà al centro di una selezione di 30 scatti artistici realizzati dal fotografo Fabio Zonta. Le fotografie di grande formato tesseranno una monografica che, dopo Treviso, volerà a Venezia e a New York. Lo sguardo del fotografo metterà in rilievo la tridimensionalità delle opere, accentuando dettagli, soggetti, espressività.
Dopo l’omaggio a Canova il percorso espositivo proseguirà con un viaggio nell’Ottocento, a partire dai sontuosi ritratti di due dei “padri fondatori” della Pinacoteca Civica: Margherita Prati Grimaldi, nel luminoso dipinto di Andrea Appiani, e Sante Giacomelli che sbuca dal ritratto di Natale Schiavoni. La nobildonna legò al Comune di Treviso nel 1851 un nucleo di dipinti (tra questi il Lorenzo Lotto e il Giovanni Bellini oggi al Museo Santa Caterina) destinati a costituire il primo nucleo della Pinacoteca civica, mentre Giacomelli, nel 1874 unì alla appena costituita Pinacoteca ben 54 opere prevalentemente ‘contemporanee’ all’epoca, che costituiscono il nucleo principale della Galleria dell’Ottocento.

Antonio Canova, Amore e Psiche stanti, 1796- 1800, Gesso multiplo 1:1. Collezione privata, Veneto
Dalla Raccolta Giacomelli giungono, fra gli altri, i dipinti di Francesco Podesti (Il primo giorno del Decamerone) e Ludovico Lipparini, oltre ad artisti “rivoluzionari” come Ippolito Caffi (La benedizione di Pio IX dal Quirinale di notte) e Luigi Querena, presente in mostra con una Veduta di Venezia al tramonto.
Non manca il Gruppo di famiglia di Francesco Hayez, prima opera nota dell’artista nella quale il pittore si ritrae all’età di sedici anni. Dalla pittura, lo sguardo dei curatori si allarga alla ceramica, per rendere omaggio alle grandi manifatture trevigiane di quella produzione che oggi definiremmo “di design”. Le porcellane dipinte con scene di gusto romantico delle fornaci Fontebasso affiancheranno così le classicheggianti creazioni monocrome “all’inglese”.
Ultima sorpresa, tutta da scoprire, sarà l’intervento creativo di Anderson Tegon con Pepper’s Ghost: un suggestivo spettacolo video-multimediale all’interno della Galleria.
Questa articolata offerta di proposte traccia la linea del Nuovo Bailo, sempre più luogo di contaminazione tra le arti, volto a valorizzare il patrimonio civico, pur senza perdere di vista il multimediale e le nuove tendenze.

Francesco Hayez, Gruppo di famiglia con autoritratto giovanile, 1807, Olio su tela
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Ammirarlo nella mostra che sarà allestita in primavera al Nuovo Museo Bailo di Treviso - la più antica tra le attuali sedi museali civiche della città - sarà l’occasione per omaggiare il maestro di Possagno nell’anno in cui ricorre il bicentenario della morte.
Dal 25 marzo al 26 giugno un progetto a cura di Fabrizio Malachin e Elisabetta Gerhardinger, intitolato L’Ottocento svelato. Da Canova al Romanticismo storico, celebrerà lo scultore (e non solo) con interessanti lavori.

Luigi Zandomeneghi, Busto di Marianna Angeli Pascoli, Gesso
Special guest del percorso sarà il gesso di Amore e psiche stanti, dall’ex Veneto Banca, un capolavoro destinato al collezionismo privato, realizzato dall’artista nel 1800 e i cui marmi si trovano oggi al Louvre e all’Hermitage.
A commissionare ad un Antonio Canova appena trentenne le due versioni di Amore e Psiche era stato il colonnello scozzese John Campbell. La prima versione, venduta a Gioacchino Murat, è attualmente custodita al Louvre. La seconda, ceduta dal committente a Josèphine de Beauharnais e poi allo Zar Alessandro I di Russia, è oggi vanto dell’Hermitage.
Il calco della mano del suo creatore affiancherà in mostra il calco del volto di Canova.
Ad attendere i visitatori saranno alcuni oggetti raramente usciti dalle stanze dei Civici Musei per essere presentati al pubblico, come il prezioso bozzetto delle Tre Grazie che nasconde ancora le impronte del maestro. O ancora l’edizione integrale di tutte le incisioni dello scultore, espressamente donate all’Ateneo trevigiano dal fratellastro, abate Sartori Canova.

Thomas Lawrence, Ritratto di Antonio Canova, 1815 ca, Olio su carta incollata su tela
Lo scultore, dal canto suo, saluterà il pubblico da un affascinante erma in marmo e lettere bronzee, da un ritratto dal vivo eseguito da Thomas Laurence o da un autoritratto in gesso multiplo in prestito da una collezione privata. Dai depositi museali uscirà invece, per la prima volta, in occasione della mostra, anche un'ampia selezione di medaglie.
Grazie a una piccola “mostra nella mostra” il maestro sarà al centro di una selezione di 30 scatti artistici realizzati dal fotografo Fabio Zonta. Le fotografie di grande formato tesseranno una monografica che, dopo Treviso, volerà a Venezia e a New York. Lo sguardo del fotografo metterà in rilievo la tridimensionalità delle opere, accentuando dettagli, soggetti, espressività.
Dopo l’omaggio a Canova il percorso espositivo proseguirà con un viaggio nell’Ottocento, a partire dai sontuosi ritratti di due dei “padri fondatori” della Pinacoteca Civica: Margherita Prati Grimaldi, nel luminoso dipinto di Andrea Appiani, e Sante Giacomelli che sbuca dal ritratto di Natale Schiavoni. La nobildonna legò al Comune di Treviso nel 1851 un nucleo di dipinti (tra questi il Lorenzo Lotto e il Giovanni Bellini oggi al Museo Santa Caterina) destinati a costituire il primo nucleo della Pinacoteca civica, mentre Giacomelli, nel 1874 unì alla appena costituita Pinacoteca ben 54 opere prevalentemente ‘contemporanee’ all’epoca, che costituiscono il nucleo principale della Galleria dell’Ottocento.

Antonio Canova, Amore e Psiche stanti, 1796- 1800, Gesso multiplo 1:1. Collezione privata, Veneto
Dalla Raccolta Giacomelli giungono, fra gli altri, i dipinti di Francesco Podesti (Il primo giorno del Decamerone) e Ludovico Lipparini, oltre ad artisti “rivoluzionari” come Ippolito Caffi (La benedizione di Pio IX dal Quirinale di notte) e Luigi Querena, presente in mostra con una Veduta di Venezia al tramonto.
Non manca il Gruppo di famiglia di Francesco Hayez, prima opera nota dell’artista nella quale il pittore si ritrae all’età di sedici anni. Dalla pittura, lo sguardo dei curatori si allarga alla ceramica, per rendere omaggio alle grandi manifatture trevigiane di quella produzione che oggi definiremmo “di design”. Le porcellane dipinte con scene di gusto romantico delle fornaci Fontebasso affiancheranno così le classicheggianti creazioni monocrome “all’inglese”.
Ultima sorpresa, tutta da scoprire, sarà l’intervento creativo di Anderson Tegon con Pepper’s Ghost: un suggestivo spettacolo video-multimediale all’interno della Galleria.
Questa articolata offerta di proposte traccia la linea del Nuovo Bailo, sempre più luogo di contaminazione tra le arti, volto a valorizzare il patrimonio civico, pur senza perdere di vista il multimediale e le nuove tendenze.

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