Dal 18 aprile a Castellammare di Stabia
Il Museo archeologico di Stabia apre al pubblico i suoi depositi
Museo archeologico di Stabia | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Samantha De Martin
10/04/2024
Napoli - Inaugurato di recente con un rinnovato allestimento, tra spazi espositivi raddoppiati, oltre 500 reperti e un percorso moderno e accattivante, il Museo archeologico di Stabia Libero D'Orsi apre adesso i suoi depositi, nell’ottica di una fruizione partecipata, grazie a un ampio programma di visite speciali.
Oltre a vivere un viaggio nel tempo, alla scoperta della vita nelle lussuose ville d’otium dell’antica città sepolta dalla lava - che, a differenza di Ercolano e Pompei, tornò a vivere poco dopo la fatidica eruzione del 79 - a partire dal 18 aprile, proseguendo poi con un’ampia agenda fino al prossimo 3 luglio, i visitatori potranno fisicamente calarsi nei sotterranei tra spazi solitamente riservati ad archeologi, restauratori, conservatori, studiosi, operai. All’interno dei depositi il pubblico sarà invitato a destreggiarsi tra cartellini con numeri di inventario, codici identificativi per rintracciare i materiali, pareti allestite per individuare classi, tipologie per determinate categorie di materiali, mentre, servendosi di touch screen, potrà consultare il catalogo delle schede dei reperti.
Museo archeologico di Stabia | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Il progetto rappresenta un modello sperimentale di fruizione nei depositi, che, privi di apparati didascalici, pannelli e supporti utili a comunicare, diventano luoghi di sperimentazione e laboratori nei quali si costruiscono contenuti e si elaborano dati.
La sfida del nuovo allestimento è soprattutto quella di rendere visibile un patrimonio, solitamente nascosto e inaccessibile, senza che questo venga necessariamente filtrato e caricato di informazioni.
Museo archeologico di Stabia | Courtesy Parco archeologico di Pompei
"Entrare nel deposito - commenta il direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel - è come guardare dietro le quinte di un meccanismo complesso, nel cuore di un grande museo archeologico, come lo è quello stabiese, dove vengono conservati i capolavori, si portano avanti restauri, studi e analisi su un patrimonio inestimabile. Questo ci aiuta a capire meglio anche quanto vediamo nelle sale espositive dei musei e di apprezzare il lavoro che si svolge quotidianamente dietro le quinte. Scopriamo così che l'archeologia non è solo un bel vaso o uno splendido affresco in una vetrina, ma un processo, una filiera che porta dallo scavo al restauro e allo studio per poi essere raccontato in pubblicazioni, mostre e musei. Ogni oggetto ha una sua biografia, e il deposito è il luogo della cura e della memoria del patrimonio collettivo".
Museo archeologico di Stabia | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Le visite speciali, organizzate e curate da Maria Rispoli, direttrice del Museo, si possono prenotare su www.ticketone.it in due turni di visita per un massimo di 30 persone per gruppo (ore 15 e ore 16). Saranno condotte dai funzionari archeologi e restauratori, da professionisti e studiosi che collaborano alle attività nei depositi. Il costo di 8 auro include l’accesso al Museo.
Leggi anche:
• I fasti dei Romani, tra il Vesuvio e il mare. Riapre il Museo archeologico di Stabia
Oltre a vivere un viaggio nel tempo, alla scoperta della vita nelle lussuose ville d’otium dell’antica città sepolta dalla lava - che, a differenza di Ercolano e Pompei, tornò a vivere poco dopo la fatidica eruzione del 79 - a partire dal 18 aprile, proseguendo poi con un’ampia agenda fino al prossimo 3 luglio, i visitatori potranno fisicamente calarsi nei sotterranei tra spazi solitamente riservati ad archeologi, restauratori, conservatori, studiosi, operai. All’interno dei depositi il pubblico sarà invitato a destreggiarsi tra cartellini con numeri di inventario, codici identificativi per rintracciare i materiali, pareti allestite per individuare classi, tipologie per determinate categorie di materiali, mentre, servendosi di touch screen, potrà consultare il catalogo delle schede dei reperti.
Museo archeologico di Stabia | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Il progetto rappresenta un modello sperimentale di fruizione nei depositi, che, privi di apparati didascalici, pannelli e supporti utili a comunicare, diventano luoghi di sperimentazione e laboratori nei quali si costruiscono contenuti e si elaborano dati.
La sfida del nuovo allestimento è soprattutto quella di rendere visibile un patrimonio, solitamente nascosto e inaccessibile, senza che questo venga necessariamente filtrato e caricato di informazioni.
Museo archeologico di Stabia | Courtesy Parco archeologico di Pompei
"Entrare nel deposito - commenta il direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel - è come guardare dietro le quinte di un meccanismo complesso, nel cuore di un grande museo archeologico, come lo è quello stabiese, dove vengono conservati i capolavori, si portano avanti restauri, studi e analisi su un patrimonio inestimabile. Questo ci aiuta a capire meglio anche quanto vediamo nelle sale espositive dei musei e di apprezzare il lavoro che si svolge quotidianamente dietro le quinte. Scopriamo così che l'archeologia non è solo un bel vaso o uno splendido affresco in una vetrina, ma un processo, una filiera che porta dallo scavo al restauro e allo studio per poi essere raccontato in pubblicazioni, mostre e musei. Ogni oggetto ha una sua biografia, e il deposito è il luogo della cura e della memoria del patrimonio collettivo".
Museo archeologico di Stabia | Courtesy Parco archeologico di Pompei
Le visite speciali, organizzate e curate da Maria Rispoli, direttrice del Museo, si possono prenotare su www.ticketone.it in due turni di visita per un massimo di 30 persone per gruppo (ore 15 e ore 16). Saranno condotte dai funzionari archeologi e restauratori, da professionisti e studiosi che collaborano alle attività nei depositi. Il costo di 8 auro include l’accesso al Museo.
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