La bellezza ideale secondo Michelangelo

Venere e Cupido di Michelangelo Buonarroti
27/09/2002
Venere a Amore. Michelangelo e la Bellezza. Venere, dea dell’amore e incarnazione del bello assoluto. Attorno a questi temi convogliarono le più illustri menti della Firenze medicea e attorno a questi argomenti, oggi, si concentra un’esposizione che onora il sommo rappresentante di quel clima culturale: Michelangelo. Allestita ai piedi del David, la mostra fiorentina “Venere e Amore” svela per la prima volta in assoluto il nuovo ideale di bellezza femminile che Michelangelo sviluppò nel tempo, consegnando alla storia inestimabili capolavori e innumerevoli, pregiatissime, imitazioni.
Il fulcro tematico ruota attorno alla celeberrima opera Venere e Cupido, conservata alla Galleria dell’Accademia di Firenze, disegnata da Michelangelo e dipinta da Pontormo intorno al 1533 per il loro mecenate Bartolomeo Bettini. Ben lontana dalla bellezza castigata delle Veneri e delle donne più famose del Cinquecento, la nudità della Venere michelangiolesca divenne presto un’icona figurativa ed emblema di una sensualità estetica rivoluzionaria. Suadente, seduttiva, definita addirittura “eroica”, la Venere ideata dall’artista trasmette una sicurezza tutta maschile, visibile nella muscolatura e nella possanza.
Michelangelo e Pontormo, insieme a Bronzino, collaborarono a lungo per la decorazione della camera di Bettini e, oltre al dipinto di Venere (che, tra l’altro, fu confiscato dai Medici non appena terminato), era prevista la raffigurazione dei poeti toscani cantori dell’amore. Fu il Bronzino a realizzare i ritratti di Dante, Petrarca e Boccaccio, sino ad ora ritenuti persi. In occasione dell’esposizione viene presentato un dipinto inedito a forma di lunetta che raffigura Dante, probabilmente riconoscibile come l’originale del Bronzino.
La mostra indaga anche su altre tipologie di nudo femminile disteso (la Leda, la Notte e l’Aurora) che impegnarono Michelangelo negli anni precedenti alla creazione della più famosa Venere e Cupido e che ispirarono le opere di molti altri artisti. Tra queste è possibile ammirare il disegno a grandezza naturale della Leda, attribuito al Rosso Fiorentino (Londra, Royal Academy) e la Notte di Michele Ridolfo del Ghirlandaio (Roma, Galleria Colonna).
Se ad aprire la mostra sono alcuni studi di Michelangelo sul tema della dea dell’amore, a chiuderla sono invece quattro nudi femminili ispirati all’iconografia della Venere/Primavera che cavalca un capro. I quattro nudi, un tempo rivestiti pudicamente, tornano a mostrarsi nella loro versione originale grazie ai restauri eseguiti per questa esposizione.
Venere e Amore. Michelangelo e la nuova bellezza ideale
Fino al 3 novembre 2002
Galleria dell’Accademia, Firenze
Orario: martedì – domenica, 8h.15 – 18h.30
Informazioni e prenotazioni: Firenze Musei, tel. 055/26 54 321
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