Appuntamento il 20 marzo da Artcurial
All’asta a Parigi la Testa di Calliope di Canova
Antonio Canova (Possagno, 1757 - Venezia 1822), Testa di Calliope o Presunto Ritratto di Maria Luisa d'Asburgo Imperatrice dei Francesi nelle sembianze di Calliope, 1812 circa. Marmo bianco I Courtesy Artcurial
Francesca Grego
13/03/2024
Mondo - Nel 2018 un fortunato acquirente di Christie’s si aggiudicò il il Busto della Pace per 5.3 milioni di sterline. Ora un’altra delle splendide Teste ideali di Antonio Canova sta per essere battuta all’asta. L’appuntamento è a Parigi, da Artcurial, dove mercoledì 20 marzo la Testa di Calliope proverà a battere il record della vendita londinese. Stimato tra i 3 e i 4 milioni di euro, il marmo è appartenuto fino al 2001 alla famiglia del generale Gaspard Gourgaud, fedelissimo di Napoleone, la cui storia si intreccia con quella della scultura.
Tra le opere più personali di Canova, le Teste ideali ne rappresentano pienamente gli ideali di bellezza e armonia. Calliope, musa della poesia epica, fa parte della serie canoviana ispirata alle nove muse antiche conservate nella sala ottagonale del Museo Pio Clementino in Vaticano, museo che l’artista contribuì a realizzare. Se la prima versione di Calliope fu commissionata dal poeta toscano Giovanni Rosini, biografo di Canova, il suo successo portò ad altre prestigiose commissioni, tra cui quella per la contessa di Albany, oggi conservata al Musée Fabre di Montpellier.
Antonio Canova (Possagno, 1757 - Venezia 1822), Testa di Calliope o Presunto Ritratto di Maria Luisa d'Asburgo Imperatrice dei Francesi nelle sembianze di Calliope, 1812 circa. Marmo bianco I Courtesy Artcurial
Pensosa, naturale, delicatissima, nell’opera all’asta sugli Champs Élysées la “musa dalla bella voce” incrocia i destini della famiglia Bonaparte. Come scultore ufficiale di Napoleone, infatti, Canova creò numerosi marmi per l’imperatore e il suo entourage. Nel 1964 lo storico dell’arte Gérard Hubert ha ipotizzato che il volto di Calliope fosse ispirato a Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, mentre il professor Mario Guderzo, già direttore della Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, è convinto che si tratti di un ritratto della sua seconda moglie (e madre del suo unico figlio legittimo), l’imperatrice Maria Luisa d’Asburgo.
È qui che entrerebbe in gioco il generale Gourgaud, talmente fedele all’imperatore da accompagnarlo perfino nell’esilio di Sant’Elena, dove ne registrò le memorie. Dopo la morte di Bonaparte nel 1821, Gourgaud raccolse opere d’arte e cimeli a lui legati, costruendo una delle più importanti collezioni dedicate a Napoleone. Nel 2001, quando la raccolta Gourgaud fu smembrata e venduta all’asta, la Testa di Calliope fu descritta nell’inventario come “Ritratto presunto dell’imperatrice Maria Luisa”.
Tra le opere più personali di Canova, le Teste ideali ne rappresentano pienamente gli ideali di bellezza e armonia. Calliope, musa della poesia epica, fa parte della serie canoviana ispirata alle nove muse antiche conservate nella sala ottagonale del Museo Pio Clementino in Vaticano, museo che l’artista contribuì a realizzare. Se la prima versione di Calliope fu commissionata dal poeta toscano Giovanni Rosini, biografo di Canova, il suo successo portò ad altre prestigiose commissioni, tra cui quella per la contessa di Albany, oggi conservata al Musée Fabre di Montpellier.
Antonio Canova (Possagno, 1757 - Venezia 1822), Testa di Calliope o Presunto Ritratto di Maria Luisa d'Asburgo Imperatrice dei Francesi nelle sembianze di Calliope, 1812 circa. Marmo bianco I Courtesy Artcurial
Pensosa, naturale, delicatissima, nell’opera all’asta sugli Champs Élysées la “musa dalla bella voce” incrocia i destini della famiglia Bonaparte. Come scultore ufficiale di Napoleone, infatti, Canova creò numerosi marmi per l’imperatore e il suo entourage. Nel 1964 lo storico dell’arte Gérard Hubert ha ipotizzato che il volto di Calliope fosse ispirato a Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, mentre il professor Mario Guderzo, già direttore della Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, è convinto che si tratti di un ritratto della sua seconda moglie (e madre del suo unico figlio legittimo), l’imperatrice Maria Luisa d’Asburgo.
È qui che entrerebbe in gioco il generale Gourgaud, talmente fedele all’imperatore da accompagnarlo perfino nell’esilio di Sant’Elena, dove ne registrò le memorie. Dopo la morte di Bonaparte nel 1821, Gourgaud raccolse opere d’arte e cimeli a lui legati, costruendo una delle più importanti collezioni dedicate a Napoleone. Nel 2001, quando la raccolta Gourgaud fu smembrata e venduta all’asta, la Testa di Calliope fu descritta nell’inventario come “Ritratto presunto dell’imperatrice Maria Luisa”.
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