Fino all’11 aprile a Roma
"C'era una volta" alla Galleria Borghese. Un percorso per i visitatori svela le volte del museo
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C'era una volta, il nuovo percorso alla scoperta delle volte del museo, Galleria Borghese, Roma
Samantha De Martin
03/03/2025
Roma - Tra il 1770 e il 1800 il Principe Marcantonio IV Borghese diede avvio a uno straordinario lavoro di riqualificazione che vide una radicale trasformazione di Villa Pinciana.
Il fior fiore di pittori e scultori del tempo intervenne nella decorazione degli ambienti, facendo della Villa un modello di rinnovamento stilistico di portata europea, a ridosso del definitivo affermarsi del Neoclassicismo.
A essere interessate da questo restyling furono soprattutto le volte dell’attuale Villa Borghese, le stesse che fino al prossimo 11 aprile saranno protagoniste di un percorso di approfondimento dedicato ai visitatori. Intitolato "C’era una volta", condotto dal personale del museo e dedicato al ciclo delle volte dipinte, l’itinerario consentirà al pubblico di approfondire un interessante aspetto artistico-architettonico legato a Villa Borghese.
Le visite, gratuite, ma con prenotazione obbligatoria, avverranno tutti i giorni dal martedì al venerdì alle ore 14.30.
L’iniziativa nasce per valorizzare lo straordinario lavoro di riqualificazione della villa promosso dal Principe Marcantonio IV Borghese alla fine del Settecento. Un lavoro straordinario, poco conosciuto, che vide una radicale ristrutturazione dell’edificio e l’aggiornamento della decorazione interna. L’incarico fu affidato ad Antonio Asprucci, architetto romano di grande talento, tra i primi ad introdurre a Roma il Neoclassicismo come stile architettonico. Asprucci, che si circondò di una rinomata equipe di artisti italiani e stranieri, da Gavin Hamilton a Tommaso Conca, da Mariano Rossi al quadraturista Giovan Battista Marchetti, concepì le superfici degli ambienti come scenari per i marmi antichi e moderni già presenti nell’edificio.
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Nel nuovo allestimento dispose i maggiori capolavori della scultura antica, oltre all'Apollo e Dafne di Bernini, secondo un nuovo criterio espositivo, sistemandoli al centro di ogni sala e raccordando l'intero tema decorativo al nucleo iconografico del gruppo scultoreo. Nonostante la rimozione delle sculture archeologiche dell'antica collezione del cardinale Scipione - in seguito alla vendita imposta nel 1807 da Napoleone a Camillo Borghese - e le successive integrazioni ottocentesche, ancora oggi, la decorazione delle sale rispecchia i criteri dell'allestimento voluto da Antonio Asprucci. Le pareti iniziarono a impreziosirsi di policromie a stucco marmoreo, i camini seicenteschi furono sostituiti con altri detti “alla francese”, addossati al muro e abbelliti con materiali preziosi, mentre le volte furono scompartite da eleganti quadrature architettoniche, con cornici a stucco e quadri centrali, il cui soggetto era in stretto dialogo con il capolavoro posto al centro.
L’intero ciclo decorativo delle volte che assunse un carattere descrittivo, destinato all’ospite della Villa Pinciana, e finalizzato a esaltare la famiglia Borghese e le antiche origini, potrà adesso essere ammirato e apprezzato grazie a un percorso appositamente pensato.
L’appuntamento è presso il banco informazioni del museo, accanto alla Biglietteria. Il percorso dura circa 40 minuti e prevede la visita delle sale I, II e III. L’ingresso al museo non dà diritto alla visita delle altre sale.
Il fior fiore di pittori e scultori del tempo intervenne nella decorazione degli ambienti, facendo della Villa un modello di rinnovamento stilistico di portata europea, a ridosso del definitivo affermarsi del Neoclassicismo.
A essere interessate da questo restyling furono soprattutto le volte dell’attuale Villa Borghese, le stesse che fino al prossimo 11 aprile saranno protagoniste di un percorso di approfondimento dedicato ai visitatori. Intitolato "C’era una volta", condotto dal personale del museo e dedicato al ciclo delle volte dipinte, l’itinerario consentirà al pubblico di approfondire un interessante aspetto artistico-architettonico legato a Villa Borghese.
Le visite, gratuite, ma con prenotazione obbligatoria, avverranno tutti i giorni dal martedì al venerdì alle ore 14.30.
L’iniziativa nasce per valorizzare lo straordinario lavoro di riqualificazione della villa promosso dal Principe Marcantonio IV Borghese alla fine del Settecento. Un lavoro straordinario, poco conosciuto, che vide una radicale ristrutturazione dell’edificio e l’aggiornamento della decorazione interna. L’incarico fu affidato ad Antonio Asprucci, architetto romano di grande talento, tra i primi ad introdurre a Roma il Neoclassicismo come stile architettonico. Asprucci, che si circondò di una rinomata equipe di artisti italiani e stranieri, da Gavin Hamilton a Tommaso Conca, da Mariano Rossi al quadraturista Giovan Battista Marchetti, concepì le superfici degli ambienti come scenari per i marmi antichi e moderni già presenti nell’edificio.
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Nel nuovo allestimento dispose i maggiori capolavori della scultura antica, oltre all'Apollo e Dafne di Bernini, secondo un nuovo criterio espositivo, sistemandoli al centro di ogni sala e raccordando l'intero tema decorativo al nucleo iconografico del gruppo scultoreo. Nonostante la rimozione delle sculture archeologiche dell'antica collezione del cardinale Scipione - in seguito alla vendita imposta nel 1807 da Napoleone a Camillo Borghese - e le successive integrazioni ottocentesche, ancora oggi, la decorazione delle sale rispecchia i criteri dell'allestimento voluto da Antonio Asprucci. Le pareti iniziarono a impreziosirsi di policromie a stucco marmoreo, i camini seicenteschi furono sostituiti con altri detti “alla francese”, addossati al muro e abbelliti con materiali preziosi, mentre le volte furono scompartite da eleganti quadrature architettoniche, con cornici a stucco e quadri centrali, il cui soggetto era in stretto dialogo con il capolavoro posto al centro.
L’intero ciclo decorativo delle volte che assunse un carattere descrittivo, destinato all’ospite della Villa Pinciana, e finalizzato a esaltare la famiglia Borghese e le antiche origini, potrà adesso essere ammirato e apprezzato grazie a un percorso appositamente pensato.
L’appuntamento è presso il banco informazioni del museo, accanto alla Biglietteria. Il percorso dura circa 40 minuti e prevede la visita delle sale I, II e III. L’ingresso al museo non dà diritto alla visita delle altre sale.
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