Visual HAIKU|OLIVETTI poems

Francesco Thérèse, still da video
Dal 08 Settembre 2021 al 30 Settembre 2021
Roma
Luogo: Teatro Brancaccio e Fineco Center
Indirizzo: Sedi varie
Curatori: Sveva Manfredi Zavaglia
Enti promotori:
- Con il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura in Roma - Japan Foundation
Costo del biglietto: Teatro Brancaccio ingresso gratuito, Fineco Center ingresso gratuito su prenotazione
Telefono per informazioni: +39 064336171
E-Mail info: artecommunication3@gmail.com
Apre a Roma, mercoledì 8 e giovedì 9 Settembre 2021 alle ore 20, La mostra visual Haiku|Olivetti poems, doppia personale di Francesco Thérèse e Hiromi Suzuki, lui visual artists di Roma, lei poetessa e artista di Tokyo, con il Patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura-Japan Foundation, il Teatro Brancaccio e Fineco Center. Il primo punto d’incontro è nel parco museo di Teatro Brancaccio, dove, dal giorno dell’opening verranno presentati video e installazioni dei due artisti, con la curatela di Sveva Manfredi Zavaglia ed il testo critico di Azzurra Immediato, esiti della sensibilità e dell’accuratezza del lavoro trattato dagli artisti.
visual Haiku|Olivetti poems seguendo il filo della dualità, avrà una duplice costruzione: la prima all’interno del nuovo parco-museo del teatro Brancaccio a Colle Oppio ingresso di Via Mecenate 2, la seconda alla Fineco Center di via Tiburtina 352d (su appuntamento dalle 11 alle 19, fino al 30 settembre 2021). La mostra si propone come un intreccio sincopato e metamorfico in cui Francesco Thérèse e Hiromi Suzuki inscenano una fluttuazione che affida ai sensi la lettura delle opere, alla memoria la reminiscenza di tradizioni antiche e contemporanee, filtrate da un presente che accade nella distanza continentale, che si concretizza nella conoscenza surreale di prospettive che l’arte unisce senza che gli sguardi si siano mai davvero incontrati. Sono le opere, però, a parlare per gli artisti, a conoscersi per interposta identità e sono le opere, ancora, le loro tracce nel qui ed ora, a dialogare con il pubblico. Gli ospiti, accolti nell’antico parco di Roma – oasi celata del caos metropolitano della capitale, costruito e gemmato su resti archeologici, già secoli fa – oggi diventano testimoni di una nuova superfetazione non più architettonica o naturale, bensì filosofica e sensuale, in cui l’immissione del tempo nel corso ordinario del fare genera prospettive di riflessione che narrano, mostrano e condividono la delineazione di una memoria nuova, corale e collettiva. La diarchia tra le due forme espressive e i due linguaggi commisti è da ricercare in un missaggio che ha che fare con l’interazione tra mondi opposti che pur si tangono. Il giardino, scrigno occluso ad occhi estranei, lo rende concettualmente vicino ai giardini zen giapponesi, punto di contatto tra Francesco Thérèse e Suzuki Hiromi, le cui opere, nel percorso creato in modalità site specific, permette e promette di accogliere i visitatori all’interno di un alveo ideale, interazione suggestiva di rara fascinazione con l’ambiente. Ogni passo, percettivamente reso accattivante dalla presenza di alcuni dettagli e frammenti, susciterà una sorta di nuova dimensione, evocativa ed effimera, palco di una immaginifica meta realtà che si tradurrà in una sorta di piccolo sogno di una notte di… fine estate, nel centro di Roma, inatteso, inusuale, sorprendente, magico eppure, tangibile ponte con il Giappone.
FRANCESCO THÉRÈSE è un visual artist con base a Roma. Il suo lavoro di cinema sperimentale, BLUE, ha avuto, tra gli altri menzione speciale all’Asolo Artfilm Festival, è stato selezionato all’Ecra Experimental Film Festival, organizzato dal Museo di Arte Contemporanea di Rio de Janeiro e selezionato per la prima Biennale d’Arte Contemporanea del Salento. Altri suoi lavori di videoarte, come IN|There e Sinfonia di Pini e Pignatte sono stati premiati, selezionati da festival oltreoceano e proiettati in anteprima al Cine-Stabilimento Ostiense, Bauhaus Home Gallery e al Pigneto Film Festival.
HIROMI SUZUKI è una poetessa, sceneggiatrice e artista con base a Tokyo. Ha all’attivo diverse pubblicazioni come Ms.cried – 77 poems by Hiromi Suzuki (Kisaragi Publishing, 2013), Logbook (Hesterglock Press, 2018), INVISIBLE SCENERY (Low Frequency Press, 2018), Andante (AngelHouse Press, 2019), Found Words from Olivetti (Simulacrum Press, 2020). I suoi lavori sono stati pubblicati nel mondo anche da riviste di poesie, riviste letterarie ed antologie.
visual Haiku|Olivetti poems seguendo il filo della dualità, avrà una duplice costruzione: la prima all’interno del nuovo parco-museo del teatro Brancaccio a Colle Oppio ingresso di Via Mecenate 2, la seconda alla Fineco Center di via Tiburtina 352d (su appuntamento dalle 11 alle 19, fino al 30 settembre 2021). La mostra si propone come un intreccio sincopato e metamorfico in cui Francesco Thérèse e Hiromi Suzuki inscenano una fluttuazione che affida ai sensi la lettura delle opere, alla memoria la reminiscenza di tradizioni antiche e contemporanee, filtrate da un presente che accade nella distanza continentale, che si concretizza nella conoscenza surreale di prospettive che l’arte unisce senza che gli sguardi si siano mai davvero incontrati. Sono le opere, però, a parlare per gli artisti, a conoscersi per interposta identità e sono le opere, ancora, le loro tracce nel qui ed ora, a dialogare con il pubblico. Gli ospiti, accolti nell’antico parco di Roma – oasi celata del caos metropolitano della capitale, costruito e gemmato su resti archeologici, già secoli fa – oggi diventano testimoni di una nuova superfetazione non più architettonica o naturale, bensì filosofica e sensuale, in cui l’immissione del tempo nel corso ordinario del fare genera prospettive di riflessione che narrano, mostrano e condividono la delineazione di una memoria nuova, corale e collettiva. La diarchia tra le due forme espressive e i due linguaggi commisti è da ricercare in un missaggio che ha che fare con l’interazione tra mondi opposti che pur si tangono. Il giardino, scrigno occluso ad occhi estranei, lo rende concettualmente vicino ai giardini zen giapponesi, punto di contatto tra Francesco Thérèse e Suzuki Hiromi, le cui opere, nel percorso creato in modalità site specific, permette e promette di accogliere i visitatori all’interno di un alveo ideale, interazione suggestiva di rara fascinazione con l’ambiente. Ogni passo, percettivamente reso accattivante dalla presenza di alcuni dettagli e frammenti, susciterà una sorta di nuova dimensione, evocativa ed effimera, palco di una immaginifica meta realtà che si tradurrà in una sorta di piccolo sogno di una notte di… fine estate, nel centro di Roma, inatteso, inusuale, sorprendente, magico eppure, tangibile ponte con il Giappone.
FRANCESCO THÉRÈSE è un visual artist con base a Roma. Il suo lavoro di cinema sperimentale, BLUE, ha avuto, tra gli altri menzione speciale all’Asolo Artfilm Festival, è stato selezionato all’Ecra Experimental Film Festival, organizzato dal Museo di Arte Contemporanea di Rio de Janeiro e selezionato per la prima Biennale d’Arte Contemporanea del Salento. Altri suoi lavori di videoarte, come IN|There e Sinfonia di Pini e Pignatte sono stati premiati, selezionati da festival oltreoceano e proiettati in anteprima al Cine-Stabilimento Ostiense, Bauhaus Home Gallery e al Pigneto Film Festival.
HIROMI SUZUKI è una poetessa, sceneggiatrice e artista con base a Tokyo. Ha all’attivo diverse pubblicazioni come Ms.cried – 77 poems by Hiromi Suzuki (Kisaragi Publishing, 2013), Logbook (Hesterglock Press, 2018), INVISIBLE SCENERY (Low Frequency Press, 2018), Andante (AngelHouse Press, 2019), Found Words from Olivetti (Simulacrum Press, 2020). I suoi lavori sono stati pubblicati nel mondo anche da riviste di poesie, riviste letterarie ed antologie.
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