Dal 6 luglio una nuova riapertura nel Parco archeologico del Colosseo
La nuova vita della Casa delle Vestali: la dimora delle sacerdotesse si svela con un percorso diffuso
La Casa delle Vestali | Courtesy Parco archeologico del Colosseo
Samantha De Martin
06/07/2021
Roma - Un grande museo diffuso si appresta a svelarsi tra gli appartamenti residenziali delle sacerdotesse di Vesta, in un nuovo percorso di visita accessibile al pubblico, che consentirà la fruizione del settore sud-orientale dell’Atrium Vestae da tempo chiuso ai visitatori.
L’esperienza di visita ci porta all’ombra del Parco Archeologico del Colosseo, nel cuore della Roma antica, dove, a partire dal oggi, martedì 6 luglio, torna a rivivere il complesso della Casa delle Vestali.
Foro romano - Casa delle Vestali | Courtesy Parco archeologico del Colosseo
Le sacerdotesse di Vesta tra obblighi e privilegi
Con il capo velato, l’elaborata acconciatura a trecce sormontata da un nastro sottile, le sacerdotesse di Vesta, unico sacerdozio femminile di Roma, erano le addette alla sorveglianza del fuoco sacro. Avremmo visto queste sei fanciulle, appartenenti a famiglie patrizie, osservare con devozione il loro servizio per ben trent’anni, con l’impegno di conservare la verginità, pena la morte, godendo, in cambio, di alcuni privilegi.
A loro era concesso spostarsi in carro in città e disporre di posti riservati durante gli spettacoli. Lo spegnimento del fuoco sacro e le relazioni sessuali, sacrilegio imperdonabile, ne avrebbero comportato la condanna. Frustate e vestite di abiti funebri, condotte in una lettiga chiusa, alla maniera di cadaveri, al Campus sceleratus, secondo la tradizione, le Vestali “ree” venivano lasciate in un sepolcro chiuso, e la loro memoria cancellata per sempre.
Un nuovo percorso museale
Grazie a un lungo percorso di recupero conservativo e di studio, avviato nel 2013 da Patrizia Fortini e Maria Maddalena Scoccianti, proseguito da Irma Della Giovampaola, gli ambienti della casa delle vergini si mostrano adesso ai visitatori, arricchiti da un nuovo allestimento museale. In questo che si appresta a diventare un “museo diffuso” verranno ricontestualizzate alcune sculture rinvenute nel corso degli scavi condotti nel Foro Romano alla fine del XIX secolo.
Alcuni ritratti troveranno posto nella loro collocazione originaria assieme alla statua che, secondo alcuni studiosi, raffigurerebbe Numa Pompilio (il secondo re di Roma al quale è attribuita l'istituzione del culto del fuoco e la creazione del sacerdozio delle vergini sacre). Completa il percorso una statua di Vestale esposta recentemente in una mostra a Tivoli (dove si conserva l’unica sepoltura nota di Vestale nel mondo romano) e adesso restituita alla piena fruizione.
Casa delle Vestali - Foro romano | Courtesy Parco archeologico del Colosseo
Tra gli ambienti più interessanti, oggetto del recente restauro effettuato con il coordinamento di Maria Bartoli, il pubblico apprezzerà la stanza della macina in pietra lavica, dove - stando alla tradizione e in attesa di ulteriori verifiche - le sacerdotesse di Vesta confezionavano la mola salsa. Doveva trattarsi di una focaccia sacra offerta in dono alla divinità in occasione delle festività, secondo alcuni distribuita in piccoli pezzi anche ai credenti, come atto di purificazione, secondo altri, utilizzata per cospargere gli animali destinati al sacrificio, da cui il verbo “immolare”.
Un'offerta culturale sempre più ampia
“Si tratta del primo passo di un complesso programma di ricerca e di restauro - commenta Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo - che, oltre all'apertura al pubblico dell'intera Casa delle Vestali, prevede di ampliare l'offerta culturale con nuovi percorsi e spazi informativi diffusi in tutta l'area del Parco archeologico del Colosseo, per coinvolgere il pubblico in una visita sempre più consapevole alla riscoperta di monumenti straordinari, patrimonio dell'Umanità, inseriti in un contesto naturale di rara suggestione”.
Un intervento di recupero durato sette anni
Era il 1882 quando, nel corso di alcuni scavi, la Casa delle Vestali, o Atrium Vestae, venne messa in luce da Rodolfo Lanciani. Gli ambienti, pronti a svelarsi al pubblico da oggi, riemersero in seguito alla rimozione del grande muro di recinzione degli Orti Farnesiani e degli strati di interro. La scoperta diede avvio ai lavori di sistemazione delle strutture e dei reperti rinvenuti, parte dei quali, successivamente esposti nell’Antiquarium forense, vanno adesso ad abbellire gli ambienti del settore sud est, dopo un accurato intervento di recupero conservativo durato dal 2013 al 2020. Grazie alle recenti indagini archeologiche sono stati acquisiti nuovi dati sulle vicende che hanno interessato il complesso architettonico.
Foro romano - Casa delle Vestali, dettaglio del cortile | Courtesy Parco archeologico del Colosseo
Leggi anche:
• Le Terme di Caracalla al chiaro di luna. Al via i percorsi estivi con visita ai sotterranei restaurati
L’esperienza di visita ci porta all’ombra del Parco Archeologico del Colosseo, nel cuore della Roma antica, dove, a partire dal oggi, martedì 6 luglio, torna a rivivere il complesso della Casa delle Vestali.
Foro romano - Casa delle Vestali | Courtesy Parco archeologico del Colosseo
Le sacerdotesse di Vesta tra obblighi e privilegi
Con il capo velato, l’elaborata acconciatura a trecce sormontata da un nastro sottile, le sacerdotesse di Vesta, unico sacerdozio femminile di Roma, erano le addette alla sorveglianza del fuoco sacro. Avremmo visto queste sei fanciulle, appartenenti a famiglie patrizie, osservare con devozione il loro servizio per ben trent’anni, con l’impegno di conservare la verginità, pena la morte, godendo, in cambio, di alcuni privilegi.
A loro era concesso spostarsi in carro in città e disporre di posti riservati durante gli spettacoli. Lo spegnimento del fuoco sacro e le relazioni sessuali, sacrilegio imperdonabile, ne avrebbero comportato la condanna. Frustate e vestite di abiti funebri, condotte in una lettiga chiusa, alla maniera di cadaveri, al Campus sceleratus, secondo la tradizione, le Vestali “ree” venivano lasciate in un sepolcro chiuso, e la loro memoria cancellata per sempre.
Un nuovo percorso museale
Grazie a un lungo percorso di recupero conservativo e di studio, avviato nel 2013 da Patrizia Fortini e Maria Maddalena Scoccianti, proseguito da Irma Della Giovampaola, gli ambienti della casa delle vergini si mostrano adesso ai visitatori, arricchiti da un nuovo allestimento museale. In questo che si appresta a diventare un “museo diffuso” verranno ricontestualizzate alcune sculture rinvenute nel corso degli scavi condotti nel Foro Romano alla fine del XIX secolo.
Alcuni ritratti troveranno posto nella loro collocazione originaria assieme alla statua che, secondo alcuni studiosi, raffigurerebbe Numa Pompilio (il secondo re di Roma al quale è attribuita l'istituzione del culto del fuoco e la creazione del sacerdozio delle vergini sacre). Completa il percorso una statua di Vestale esposta recentemente in una mostra a Tivoli (dove si conserva l’unica sepoltura nota di Vestale nel mondo romano) e adesso restituita alla piena fruizione.
Casa delle Vestali - Foro romano | Courtesy Parco archeologico del Colosseo
Tra gli ambienti più interessanti, oggetto del recente restauro effettuato con il coordinamento di Maria Bartoli, il pubblico apprezzerà la stanza della macina in pietra lavica, dove - stando alla tradizione e in attesa di ulteriori verifiche - le sacerdotesse di Vesta confezionavano la mola salsa. Doveva trattarsi di una focaccia sacra offerta in dono alla divinità in occasione delle festività, secondo alcuni distribuita in piccoli pezzi anche ai credenti, come atto di purificazione, secondo altri, utilizzata per cospargere gli animali destinati al sacrificio, da cui il verbo “immolare”.
Un'offerta culturale sempre più ampia
“Si tratta del primo passo di un complesso programma di ricerca e di restauro - commenta Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo - che, oltre all'apertura al pubblico dell'intera Casa delle Vestali, prevede di ampliare l'offerta culturale con nuovi percorsi e spazi informativi diffusi in tutta l'area del Parco archeologico del Colosseo, per coinvolgere il pubblico in una visita sempre più consapevole alla riscoperta di monumenti straordinari, patrimonio dell'Umanità, inseriti in un contesto naturale di rara suggestione”.
Un intervento di recupero durato sette anni
Era il 1882 quando, nel corso di alcuni scavi, la Casa delle Vestali, o Atrium Vestae, venne messa in luce da Rodolfo Lanciani. Gli ambienti, pronti a svelarsi al pubblico da oggi, riemersero in seguito alla rimozione del grande muro di recinzione degli Orti Farnesiani e degli strati di interro. La scoperta diede avvio ai lavori di sistemazione delle strutture e dei reperti rinvenuti, parte dei quali, successivamente esposti nell’Antiquarium forense, vanno adesso ad abbellire gli ambienti del settore sud est, dopo un accurato intervento di recupero conservativo durato dal 2013 al 2020. Grazie alle recenti indagini archeologiche sono stati acquisiti nuovi dati sulle vicende che hanno interessato il complesso architettonico.
Foro romano - Casa delle Vestali, dettaglio del cortile | Courtesy Parco archeologico del Colosseo
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