Campania>artecard: alla scoperta dei capolavori nei musei della regione
Alla scoperta del Rinascimento toscano a Napoli a Sant'Anna dei Lombardi
La Sala del Refettorio al Complesso Monumentale di Sant'Anna dei Lombardi a Napoli affrescata da Giorgio Vasari
Ambra Giglio
10/08/2020
Napoli - Benvenuti a Sant'Anna dei Lombardi sono Ambra Giglio responsabile dei servizi museali di questo complesso monumentale.
La chiesa è di proprietà dell'Arciconfraternita di Sant'Anna dei Lombardi e San Carlo Borromeo, la fondazione di questa chiesa risale al 1411 sotto il regno di Re Ladislao di Durazzo.
All'epoca la chiesa era conosciuta come Santa Maria di Monte Oliveto e soltanto nel 1800 la chiesa viene poi conosciuta come Sant'Anna dei Lombardi perché acquisita per l'appunto dall'Arciconfraternita Lombarda.
E' da ricondursi alle scelte politiche della famiglia aragonese di stringere sempre più intensi rapporti con la Firenze dei Medici la presenza di artisti toscani a Napoli in particolare in questo luogo.
Ma in questo ambiente che volevo condurvi, la Sagrestia Vecchia ex refettorio del Complesso olivetano. Per affrescare questo splendido ambiente viene chiamato Giorgio Vasari, pittore aretino che giunge a Napoli nel 1544
A Vasari questi ambienti non piacciono. Vasari si racconta nell'esperienza napoletana e dice che "proprio non gli piace". Il suo problema ? E' la luce.
E' il suo estimatore nonché protettore Dominato Miti padre olivetano a convincerlo a realizzare quest'opera, intraprendendo con lui un lungo epistolario. Vasari ancora racconta che sarà proprio la natura dei materiali utilizzati per la costruzione di questa chiesa a dargli una mano: il tufo, quella pietra leggera così friabile, che poteva essere facilmente lavorata.
E così il suo progetto previde tagli come lui stesso dice "da falegname" per smussare angoli e per rendere più morbide le volte. Il problema della luce viene risolto da Vasari con lo stucco, stucco bianco che finalmente dà luce e la sua opera può dispiegarsi.
La volta viene scandita in tre parti che ospitano al loro interno dei temi temi della religione della fede e dell'eternità con intorno allegorie che non sono altro che un monito per i monaci che erano qui abituati a mangiare al refettorio per la vita che andava condotta e per la vita che dovevano appunto osservare durante la loro vita monastica
All'interno delle tre parti in cui suddivide la volta sono rappresentati la Religione, l'Eternità al centro, e la Fede in prossimità dell'altare.
Se volessimo in realtà apprezzare la sequenza studiata dal Vasari dobbiamo ricordare che l'accesso del pittore era alle mie spalle quindi dalla parte dell'altare e non dalla porta come facciamo oggi.
All'interno di ottagoni i quadri trovano dunque collocazione le Virtù e tutto intorno in ben 48 vani grottesche, immagini celesti
Vasari quasi si ritiene responsabile o comunque fautore di una nuova luce sulla pittura e sulle esperienze artistiche si apriranno dopo di lui a Napoli, infatti dal buio dei secoli del medioevo la luce a Sant'Anna dei Lombardi del Rinascimento toscano
Non resta quindi che invitarvi e farvi immergere nella luce.
Art Tour a Napoli e in Campania con ARTE.it e campania>artecard
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E' da ricondursi alle scelte politiche della famiglia aragonese di stringere sempre più intensi rapporti con la Firenze dei Medici la presenza di artisti toscani a Napoli in particolare in questo luogo.
Ma in questo ambiente che volevo condurvi, la Sagrestia Vecchia ex refettorio del Complesso olivetano. Per affrescare questo splendido ambiente viene chiamato Giorgio Vasari, pittore aretino che giunge a Napoli nel 1544
A Vasari questi ambienti non piacciono. Vasari si racconta nell'esperienza napoletana e dice che "proprio non gli piace". Il suo problema ? E' la luce.
E' il suo estimatore nonché protettore Dominato Miti padre olivetano a convincerlo a realizzare quest'opera, intraprendendo con lui un lungo epistolario. Vasari ancora racconta che sarà proprio la natura dei materiali utilizzati per la costruzione di questa chiesa a dargli una mano: il tufo, quella pietra leggera così friabile, che poteva essere facilmente lavorata.
E così il suo progetto previde tagli come lui stesso dice "da falegname" per smussare angoli e per rendere più morbide le volte. Il problema della luce viene risolto da Vasari con lo stucco, stucco bianco che finalmente dà luce e la sua opera può dispiegarsi.
La volta viene scandita in tre parti che ospitano al loro interno dei temi temi della religione della fede e dell'eternità con intorno allegorie che non sono altro che un monito per i monaci che erano qui abituati a mangiare al refettorio per la vita che andava condotta e per la vita che dovevano appunto osservare durante la loro vita monastica
All'interno delle tre parti in cui suddivide la volta sono rappresentati la Religione, l'Eternità al centro, e la Fede in prossimità dell'altare.
Se volessimo in realtà apprezzare la sequenza studiata dal Vasari dobbiamo ricordare che l'accesso del pittore era alle mie spalle quindi dalla parte dell'altare e non dalla porta come facciamo oggi.
All'interno di ottagoni i quadri trovano dunque collocazione le Virtù e tutto intorno in ben 48 vani grottesche, immagini celesti
Vasari quasi si ritiene responsabile o comunque fautore di una nuova luce sulla pittura e sulle esperienze artistiche si apriranno dopo di lui a Napoli, infatti dal buio dei secoli del medioevo la luce a Sant'Anna dei Lombardi del Rinascimento toscano
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