My Rome
L'artista Zhang Huan
06/10/2005
Che cosa è una performance? La Performance art è una forma artistica dove l'azione di un individuo o di un gruppo, in un luogo particolare e in un momento particolare costituiscono l'opera. Può avvenire in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, o per una durata di tempo qualsiasi. E’ un evento particolarissimo, unico a volte scioccante. E’ la manifestazione di un idea che non trova codici consueti, non è un segno, né un’immagine fissa. E’ un’evenienza anche deludente che lascia spiazzati, e che non conforta. E’ un qualcosa che blocca il giudizio o che alimenta uno spirito di critica violento. Non è fatto di moda, di costume o di sfida, di bravura o capacità speciale. O meglio è una pannicolo che raccoglie tutto questo e altro ancora. E’ arte, finalmente è arte, da guardare, ascoltare, assaporare, da accogliere con fiducia o sospetto. E’ arte da ospitare.
A Roma, sul Campidoglio, all’interno dei Musei Capitolini, il 12 settembre 2005 l’artista cinese Zhang Huan, all’interno del Cortile di Palazzo Nuovo, ha realizzato in anteprima la sua prima performance italiana. La manifestazione, inserita nell’ambito della rassegna The Season, curata dal critico d’arte Gianluca Marziani per la Galleria Pack di Milano, ha avuto uno scenario installativo d’eccezione: il cortile al piano terra di Palazzo Nuovo, sede storica della collezione scultorea dei Musei Capitolini. Attorno alla fontana del Marforio, un praticabile in legno (5,0 x 2,5 x 1,5 m.), e 30 volontari fasciati da teli bianchi. Al centro della scena si Zhang Huan, direttore agonistico di un poetico viaggio nel corpo eterno, nella bellezza oltre i confini geografici, dentro la memoria secolare che dialoga con l’energia contaminata del presente.
Zhang Huan posizionato tra le statue, immobile nell’attesa di muoversi, improvvisamente e inaspettatamente, utilizzando alcuni movimenti che richiameranno le antiche tecniche del taijiquan. contemporaneamente, anche le 30 persone hanno iniziato a spostarsi per sovrapporsi in un’ideale babele organica “Durante il processo di una performance – afferma Zhang Huan- utilizzo al massimo la possibilità concreta di imparare dall’esperienza personale. Ma è solo alla fine di un’azione che finalmente capisco che cosa ho fatto, che cosa ho espresso…. La mia decisione di fare performance è direttamente collegata alla mia esperienza personale. Nella mia vita ho sempre avuto problemi. E questi problemi sono finiti per essere conflitti fisici… Ho sentito che il mondo che mi circondava sembrava intollerante nei confronti della mia esistenza. Questo continuo contatto corporale mi ha fatto rendere conto che il corpo è l’unico mezzo attraverso il quale vengo a conoscenza della società e viceversa… Il corpo è la prova dell’identità. Il corpo è linguaggio”.
“All’origine di quasi tutti gli interventi di Zhang Huan - sottolinea il critico Daniele Perra - risiede la volontà di esperire l’esistenza del corpo sotto le pressioni di ambienti diversi, partendo sempre dalla sua biografia e dalla sua cultura. Se dovessi compilare una classifica delle performance più significative realizzate dai primi anni Novanta fino ad oggi includerei senza esitazione 12 Square Meters di Zhang Huan. In una performance del 1994, completamente ricoperto con miele e olio di pesce, Zhang Huan entrò in una fetida toilette pubblica. Una volta dentro, si fece assalire per un’ora da mosche e cattivi odori, lasciando che il suo corpo nudo diventasse un campo di resistenza estrema.
Una performance di circa 30 minuti che ha lasciato il pubblico romano entusiasta, ma anche sorpreso e agitato. Un evento nuovo che ha segnato la memoria di chi era presente e ha stimolato la curiosità di chi, sebbene informato, non c’era. Un atto di arte, arte da ospitare.
MY ROME
di ZHANG HUAN
A cura di Gianluca Marziani
Testo critico di Daniele Perra
12 Settembre 2005, ore 16.00
Cortile di palazzo Nuovo - Musei Capitolini, Roma
Un evento prodotto da:
GALLERIA PACK, Milano
LIPANJEPUNTIN ARTECONTEMPORANEA, Roma, Trieste
www.zhanghuan.com
A Roma, sul Campidoglio, all’interno dei Musei Capitolini, il 12 settembre 2005 l’artista cinese Zhang Huan, all’interno del Cortile di Palazzo Nuovo, ha realizzato in anteprima la sua prima performance italiana. La manifestazione, inserita nell’ambito della rassegna The Season, curata dal critico d’arte Gianluca Marziani per la Galleria Pack di Milano, ha avuto uno scenario installativo d’eccezione: il cortile al piano terra di Palazzo Nuovo, sede storica della collezione scultorea dei Musei Capitolini. Attorno alla fontana del Marforio, un praticabile in legno (5,0 x 2,5 x 1,5 m.), e 30 volontari fasciati da teli bianchi. Al centro della scena si Zhang Huan, direttore agonistico di un poetico viaggio nel corpo eterno, nella bellezza oltre i confini geografici, dentro la memoria secolare che dialoga con l’energia contaminata del presente.
Zhang Huan posizionato tra le statue, immobile nell’attesa di muoversi, improvvisamente e inaspettatamente, utilizzando alcuni movimenti che richiameranno le antiche tecniche del taijiquan. contemporaneamente, anche le 30 persone hanno iniziato a spostarsi per sovrapporsi in un’ideale babele organica “Durante il processo di una performance – afferma Zhang Huan- utilizzo al massimo la possibilità concreta di imparare dall’esperienza personale. Ma è solo alla fine di un’azione che finalmente capisco che cosa ho fatto, che cosa ho espresso…. La mia decisione di fare performance è direttamente collegata alla mia esperienza personale. Nella mia vita ho sempre avuto problemi. E questi problemi sono finiti per essere conflitti fisici… Ho sentito che il mondo che mi circondava sembrava intollerante nei confronti della mia esistenza. Questo continuo contatto corporale mi ha fatto rendere conto che il corpo è l’unico mezzo attraverso il quale vengo a conoscenza della società e viceversa… Il corpo è la prova dell’identità. Il corpo è linguaggio”.
“All’origine di quasi tutti gli interventi di Zhang Huan - sottolinea il critico Daniele Perra - risiede la volontà di esperire l’esistenza del corpo sotto le pressioni di ambienti diversi, partendo sempre dalla sua biografia e dalla sua cultura. Se dovessi compilare una classifica delle performance più significative realizzate dai primi anni Novanta fino ad oggi includerei senza esitazione 12 Square Meters di Zhang Huan. In una performance del 1994, completamente ricoperto con miele e olio di pesce, Zhang Huan entrò in una fetida toilette pubblica. Una volta dentro, si fece assalire per un’ora da mosche e cattivi odori, lasciando che il suo corpo nudo diventasse un campo di resistenza estrema.
Una performance di circa 30 minuti che ha lasciato il pubblico romano entusiasta, ma anche sorpreso e agitato. Un evento nuovo che ha segnato la memoria di chi era presente e ha stimolato la curiosità di chi, sebbene informato, non c’era. Un atto di arte, arte da ospitare.
MY ROME
di ZHANG HUAN
A cura di Gianluca Marziani
Testo critico di Daniele Perra
12 Settembre 2005, ore 16.00
Cortile di palazzo Nuovo - Musei Capitolini, Roma
Un evento prodotto da:
GALLERIA PACK, Milano
LIPANJEPUNTIN ARTECONTEMPORANEA, Roma, Trieste
www.zhanghuan.com
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