Da El Greco a Picasso
Ritratti di Velazquez e Picasso
18/01/2007
Al Guggenheim di New York per la prima volta è possibile apprezzare insieme i lavori di grandi maestri spagnoli, dal XVI al XX secolo. La novità di questa esposizione risiede nel modo in cui è strutturata, infatti al contrario delle usuali panoramiche cronologiche, in questo caso troviamo 15 sezioni tematiche, in ognuna delle quali si assiste all'accostamento di lavori separati da centinaia di anni, ma uniti da un filo logico e da elementi artistici che non sono caduti nell'oblio dell'arte spagnola.
Oggi si hanno dunque abbastanza elementi per affermare che artisti come Picasso e Dalì furono influenzati dai modelli tradizionali di grandi maestri del passato, quali El Greco, Velàzquez e Goya.
Tra le tematiche in cui si possono ravvisare queste affinità artistiche una delle maggiori è quella dei Bodegòn, ossia delle nature morte più vitali e inserite in un contesto spaziale sospeso nel tempo. E' questa tensione drammatica che permette di distinguere un bodegòn da una natura morta della scuola italiana. I pionieri del genere componevano le loro opere con devozione quasi religiosa nei confronti delle geometrie, e proprio questi rigidi parametri li ritroviamo, rivisitati in chiave moderna, a distanza di secoli nell'arte di Picasso e di Gris.
Ampio spazio nella mostra è dato al ritratto che visse una fase di popolarità nel XVII secolo, periodo in cui i nobili erano soliti farsi ritrarre per poter esaltare la loro immagine e la loro grandezza. Il fortissimo impatto emotivo che il ritratto tendeva a generare diede vita al termine fantasma, ad indicare il trionfo dell'apparenza sulla realtà. Di nuovo fu Picasso in seguito a ripercorrere queste sensazioni, dichiarando esplicitamente di ispirarsi a Velàzquez e Goya.
Il genere paesaggistico non trovò molto spazio nel XVII secolo, a causa delle restrizioni imposte dalla Contro Riforma, quindi i paesaggi, senza lasciare spazio alla contemplazione edonistica, erano inseriti in altri contesti e assumevano tratti visionari e tormentati. Pioniere del genere fu El Greco. Anche se la tendenza durò poco, questi attributi furono ripresi da surrealisti come Mirò, che si sentirono in obbligo di ridare un tocco fantastico e visionario al paesaggio.
Altra tematica fondamentale dell'esposizione è legata alla simbologia matriarcale, largamente rappresentata nel XVII secolo da quasi tutti gli artisti, che contribuirono, secondo l'ideale cattolico, a plasmare una Vergine Maria come un insieme di purezza e maternità. Le tracce di questo processo sono sopravvissute persino in un artista ateo come Picasso, ma in particolar modo in Salvador Dalì.
Non a caso Picasso affermava che " i bravi artisti copiano e i grandi artisti rubano", ed è proprio questo il senso della mostra che ci propone il Guggenheim: porre l'attenzione su quei temi che, seppur evolutisi esteticamente nei secoli, hanno attinto ampiamente dall'età dell'oro della pittura spagnola.
Spanish painting from El Greco to Picasso. Time, Truth, and History
Fino al 28 marzo 2007
Guggenheim Museum, New York
Orari: dal sabato al mercoledì 10.00-17.45; venerdì 10.00-19.45
Ingresso: Adulti 18$, gratuito per bambini e soci
Infoline: (212) 423–3500
Oggi si hanno dunque abbastanza elementi per affermare che artisti come Picasso e Dalì furono influenzati dai modelli tradizionali di grandi maestri del passato, quali El Greco, Velàzquez e Goya.
Tra le tematiche in cui si possono ravvisare queste affinità artistiche una delle maggiori è quella dei Bodegòn, ossia delle nature morte più vitali e inserite in un contesto spaziale sospeso nel tempo. E' questa tensione drammatica che permette di distinguere un bodegòn da una natura morta della scuola italiana. I pionieri del genere componevano le loro opere con devozione quasi religiosa nei confronti delle geometrie, e proprio questi rigidi parametri li ritroviamo, rivisitati in chiave moderna, a distanza di secoli nell'arte di Picasso e di Gris.
Ampio spazio nella mostra è dato al ritratto che visse una fase di popolarità nel XVII secolo, periodo in cui i nobili erano soliti farsi ritrarre per poter esaltare la loro immagine e la loro grandezza. Il fortissimo impatto emotivo che il ritratto tendeva a generare diede vita al termine fantasma, ad indicare il trionfo dell'apparenza sulla realtà. Di nuovo fu Picasso in seguito a ripercorrere queste sensazioni, dichiarando esplicitamente di ispirarsi a Velàzquez e Goya.
Il genere paesaggistico non trovò molto spazio nel XVII secolo, a causa delle restrizioni imposte dalla Contro Riforma, quindi i paesaggi, senza lasciare spazio alla contemplazione edonistica, erano inseriti in altri contesti e assumevano tratti visionari e tormentati. Pioniere del genere fu El Greco. Anche se la tendenza durò poco, questi attributi furono ripresi da surrealisti come Mirò, che si sentirono in obbligo di ridare un tocco fantastico e visionario al paesaggio.
Altra tematica fondamentale dell'esposizione è legata alla simbologia matriarcale, largamente rappresentata nel XVII secolo da quasi tutti gli artisti, che contribuirono, secondo l'ideale cattolico, a plasmare una Vergine Maria come un insieme di purezza e maternità. Le tracce di questo processo sono sopravvissute persino in un artista ateo come Picasso, ma in particolar modo in Salvador Dalì.
Non a caso Picasso affermava che " i bravi artisti copiano e i grandi artisti rubano", ed è proprio questo il senso della mostra che ci propone il Guggenheim: porre l'attenzione su quei temi che, seppur evolutisi esteticamente nei secoli, hanno attinto ampiamente dall'età dell'oro della pittura spagnola.
Spanish painting from El Greco to Picasso. Time, Truth, and History
Fino al 28 marzo 2007
Guggenheim Museum, New York
Orari: dal sabato al mercoledì 10.00-17.45; venerdì 10.00-19.45
Ingresso: Adulti 18$, gratuito per bambini e soci
Infoline: (212) 423–3500
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