Luigi Piciotti. Antologica
Dal 10 Novembre 2012 al 18 Novembre 2012
Abbiategrasso | Milano
Luogo: Castello Visconteo
Indirizzo: piazza Castello 1
Orari: 16-19; sabato 15-19; domenica 10-12/ 15-19
Enti promotori:
- Comune di Paderno d’Adda
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 94692220
E-Mail info: fondazione@comune.abbiategrasso.mi.it
Sito ufficiale: http://www.fondazioneabbiatense.org
Ospitato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Abbiategrasso, Luigi Piciotti espone le proprie opere nella mostra antologica presentata da Simona Bartolena. La mostra si inaugura venerdì 9 novembre nella prestigiosa sala consiliare del Castello Visconteo ed è visitabile fino al giorno 18 dello stesso mese.
La mostra dedicata all’opera di Luigi Piciotti – nativo di Paderno d’Adda, con il patrocinio del Comune di Paderno d’Adda - raccoglie olii, tempere, disegni e collage del pittore appartenente a una generazione di artisti che ha dato molto all’arte, in modo vivace, dinamico e d’avanguardia.
L’antologia – una trentina di opere tra olii, disegni, collage e tempere - ripercorre la ricca produzione artistica di Piciotti, ben rivelando la figura di un artista complesso, a tratti inquieto, capace di mettersi in discussione e sempre in cerca di nuove strade espressive, linguaggi formali ed emozioni.
Se gli esordi si presentano sotto il segno di una pittura morlottiana – si tratta per lo più di paesaggi della Brianza, figure e nature morte carichi di “colori della terra” – nel giro di pochi anni la pennellata acquista materia, la scelta cromatica si spegne virando ai grigi e ai bruni per lasciare spazio a una pittura che guarda all’informale, pur restandone alla giusta distanza. Nelle tele dipinte intorno alla metà degli anni ’60 – le opere che segnano il culmine della produzione di Luigi Piciotti - il punto di partenza è sempre la realtà, ma una realtà che si trasfigura in una pittura di sentimento ed emozione: corpi sensuali nella loro monumentalità, inquieti e dinamici, trattenuti a stento dalla rete tracciata dal segno, che pare bloccarli a forza, quasi in una lotta tra istinto e ragione.
Ad accompagnare l’intensa ricerca pittorica di Piciotti - ben delineata dalla mostra antologica in apertura ad Abbiategrasso - è una ricca serie di disegni che, lungi dall’essere semplici studi preparatori, rivelano a pieno la personalità dell’artista, ne esaltano la tensione espressiva, ne sottolineano la felicità del tratto rappresentando a perfezione lo spirito del pittore.
Luigi Piciotti - Nota biografica
Nato a Paderno d’Adda nel 1929, dopo gli studi classici si iscrive alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Dal 1956 si dedica esclusivamente alla pittura, stabilendosi a Milano. Partecipa a molte collettive, tra le quali il Premio San Fedele, e, dal 1958, comincia una vivace attività espositiva in importanti gallerie italiane e straniere, a Milano si lega in particolare alla Galleria Toninelli e alla Galleria delle Ore. Nel 1963 una sua opera viene riprodotta in sovraccoperta per il libro “Vino e pane” di Ignazio Silone e nel 1964 gli viene commissionato il bozzetto per un arazzo realizzato per la turbonave “Raffaello”. Nel 1967 espone un gruppo di opere sul tema “il ciclo della vita” alla Galleria il Milione di Milano. L’anno successivo è invitato al Salone delle Esposizioni di Philadelphia. Trasferitosi a Solaro dà poi inizio allo studio di quadri di grande formato sul tema dell’“uomo fiore”. Sulla sua opera hanno scritto: Franco Russoli, Raffaele de Grada, Lucio Fontana, Luigi Ferrante e Guido Ballo, che, nel dicembre 1966, gli dedica la poesia “Il grembo”, nel suo libro “Posta per gli amici”.
La mostra dedicata all’opera di Luigi Piciotti – nativo di Paderno d’Adda, con il patrocinio del Comune di Paderno d’Adda - raccoglie olii, tempere, disegni e collage del pittore appartenente a una generazione di artisti che ha dato molto all’arte, in modo vivace, dinamico e d’avanguardia.
L’antologia – una trentina di opere tra olii, disegni, collage e tempere - ripercorre la ricca produzione artistica di Piciotti, ben rivelando la figura di un artista complesso, a tratti inquieto, capace di mettersi in discussione e sempre in cerca di nuove strade espressive, linguaggi formali ed emozioni.
Se gli esordi si presentano sotto il segno di una pittura morlottiana – si tratta per lo più di paesaggi della Brianza, figure e nature morte carichi di “colori della terra” – nel giro di pochi anni la pennellata acquista materia, la scelta cromatica si spegne virando ai grigi e ai bruni per lasciare spazio a una pittura che guarda all’informale, pur restandone alla giusta distanza. Nelle tele dipinte intorno alla metà degli anni ’60 – le opere che segnano il culmine della produzione di Luigi Piciotti - il punto di partenza è sempre la realtà, ma una realtà che si trasfigura in una pittura di sentimento ed emozione: corpi sensuali nella loro monumentalità, inquieti e dinamici, trattenuti a stento dalla rete tracciata dal segno, che pare bloccarli a forza, quasi in una lotta tra istinto e ragione.
Ad accompagnare l’intensa ricerca pittorica di Piciotti - ben delineata dalla mostra antologica in apertura ad Abbiategrasso - è una ricca serie di disegni che, lungi dall’essere semplici studi preparatori, rivelano a pieno la personalità dell’artista, ne esaltano la tensione espressiva, ne sottolineano la felicità del tratto rappresentando a perfezione lo spirito del pittore.
Luigi Piciotti - Nota biografica
Nato a Paderno d’Adda nel 1929, dopo gli studi classici si iscrive alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Dal 1956 si dedica esclusivamente alla pittura, stabilendosi a Milano. Partecipa a molte collettive, tra le quali il Premio San Fedele, e, dal 1958, comincia una vivace attività espositiva in importanti gallerie italiane e straniere, a Milano si lega in particolare alla Galleria Toninelli e alla Galleria delle Ore. Nel 1963 una sua opera viene riprodotta in sovraccoperta per il libro “Vino e pane” di Ignazio Silone e nel 1964 gli viene commissionato il bozzetto per un arazzo realizzato per la turbonave “Raffaello”. Nel 1967 espone un gruppo di opere sul tema “il ciclo della vita” alla Galleria il Milione di Milano. L’anno successivo è invitato al Salone delle Esposizioni di Philadelphia. Trasferitosi a Solaro dà poi inizio allo studio di quadri di grande formato sul tema dell’“uomo fiore”. Sulla sua opera hanno scritto: Franco Russoli, Raffaele de Grada, Lucio Fontana, Luigi Ferrante e Guido Ballo, che, nel dicembre 1966, gli dedica la poesia “Il grembo”, nel suo libro “Posta per gli amici”.
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