Un gioiello del Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Pathos, furore e raffinata bellezza: il mosaico di Alessandro
Battaglia di Isso tra Alessandro e Dario III (o Mosaico di Alessandro), II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Samantha De Martin
08/04/2020
Napoli - Scalpitio di cavalli e grida di eroi, lo sguardo fiero di Alessandro il Grande, quello perduto di Dario, cavalieri caduti, occhi sbarrati, rintocchi squillanti di lance su armature dai riflessi splendenti.
Respiri e stati d’animo si affastellano in una delle scene più belle e più tragiche mai catturate su un mosaico, tra effetti di luce e passaggi repentini di colore.
Cosa rappresenta il Mosaico di Alessandro?
Questo mosaico, gioiello del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è stato realizzato alla fine del II secolo a.C. Ritrae il momento decisivo dello scontro combattuto a Isso nel 333 a.C., tra Alessandro Magno, il glorioso re macedone, e i Persiani di Dario. Fu una battaglia importante che si concluse con una bruciante sconfitta dei Persiani che piansero oltre 100mila morti. Questo esito aprì tuttavia agli avversari la strada per tutte quelle eccezionali operazioni che avrebbero portato l’mpero macedone fino alle porte dell’India.
Sul lato sinistro del mosaico avanza Alessandro, in sella al suo cavallo fedele Bucefalo, mentre guida i suoi uomini contro i Persiani ormai in fuga. Di fronte al macedone ecco Dario, sul carro da guerra. Vorrebbe lottare, ma, nonostante il suo viso sia ancora rivolto al suo avversario, il suo corpo è quasi altrove. In mezzo ai due eroi spunta un cavaliere che tenta di frenare la corsa del re macedone, ma viene trafitto dalla lancia di Alessandro. La figura alza il braccio sinistro nel vano tentativo di difendersi, mentre tutto intorno è un intreccio di lance e di lacci, bocche spalancate e cavalli impazziti.
Ma il Mosaico di Alessandro potrebbe essere stato realizzato direttamente ad Alessandria e portato a Pompei in un secondo tempo.
Una scena dinamica
Per dare profondità e dinamismo alla scena il pittore adotta diversi espedienti. Pone ad esempio il cavallo al centro del mosaico e colloca al suolo le armi abbandonate, mentre, in secondo piano, le lance si piegano quasi spezzandosi contro la figura di Alessandro. Non mancano i dettagli, raffinati e preziosi, come le vesti sontuosamente decorate o i riflessi degli scudi. Basta soffermarsi su ciascuna figura per notare le espressioni atterrite dei volti di uomini e animali.
Tutto, in questo mosaico, comunica un effetto travolgente di movimento.
Mosaico di Alessandro, Dettaglio del cavallo caduto, II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Com’è rappresentato Alessandro?
Nonostante il mosaico sia rovinato in alcuni punti, possiamo facilmente riconoscere le figure principali.
Nella parte sinistra della scena, l'affascinante Alessandro, in sella al suo cavallo Bucefalo, è rappresentato a capo scoperto, il corpo avvolto nella corazza alla greca con raffigurata sul petto una Gorgone, che ricorda quella della dea Atena, come a voler assicurare all’eroe la protezione degli dei.
I capelli mossi, scomposti dalla furia della battaglia, ci riportano alla anastolè, con il ciuffo verso l’alto, segno distintivo della fisionomia del sovrano macedone. Con le pupille dilatate, gonfie di pathos, impugna la sarissa trafiggendo un personaggio di alto rango, centro fisico della scena, mentre il cavallo dell’avversario scivola a terra.
Mosaico di Alessandro, Dettaglio con Alessandro Magno in sella a Bucefalo, II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Mentre il gruppo dei cavalieri di Alessandro avanza da sinistra verso destra, al centro si assiste allo sbandamento delle file nemiche. Qualcuno si dà alla fuga, mentre, sullo sfondo, una selva di lance alzate e un cavallo visto da dietro simboleggiano il totale spaesamento dell’esercito di Dario.
Com’è rappresentato il re Dario?
l contrario del suo avversario, Dario, il re dei Persiani ha un’espressione spaventata. Occupa la parte destra del mosaico. Il suo sguardo e il corpo, leggermente ritroso, suggeriscono l’idea che, a bordo del suo carro, stia per abbandonare il campo di battaglia. Con uno sguardo atterrito prova a incitare i suoi uomini a sferrare un ultimo assalto mentre il cocchiere frusta i cavalli per farli volare. Il re è vestito alla persiana con una ricca casacca ricamata, la tiara gialla, un mantello rosso annodato al collo. Alle spalle del carro si ammassa lo squadrone della guardia reale.
Mosaico di Alessandro, Dettaglio con Dario, II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Quale grande gesto di pietà compie un giovane persiano?
Nella mischia furibonda di figure tese, avvinghiate nel combattimento, un principe persiano fa scudo con il suo corpo al re Dario. Un giovane ufficiale imberbe con la tiara, accorgendosi che il cavallo del suo comandante è stato colpito, scende per cedere a Dario il proprio destriero. Ma il suo gesto sarà inutile. Il soldato e lo scudo Tra i tanti dettagli mirabilmente restituiti dall’abile artigiano che realizzò il mosaico, ci sono un cavallo drammaticamente caduto e la figura di un soldato persiano che, in primo piano, vede riflesso sullo scudo il proprio volto agonizzante.
Perché c’è un albero in alto a sinistra?
Un dettaglio che non passa inosservato è rappresentato dall’albero secco, in alto a sinistra, l’unico elemento paesaggistico dell’intera scena. La battaglia si svolge in una terra arida, priva di vegetazione. Una tradizione di testi arabi e occidentali ricordava la Battaglia di Isso come “la guerra dell’albero secco” o “dell’albero solo”. Il richiamo a questo elemento di paesaggio apparirebbe quasi una trasposizione in figura di quella denominazione.
Quante tessere furono utilizzate per realizzare il mosaico?
Per realizzare il Mosaico di Alessandro, il più grande della Casa del Fauno di Pompei, l’ignoto artigiano utilizzò circa un milione e mezzo (in origine erano 4 milioni) di tessere policrome accuratamente posizionate in modo asimmetrico, assecondando i contorni delle figure rappresentate, secondo la tecnica dell’opus vermiculatum. Questo espediente ha consentito di rendere nel dettaglio effetti di luce e passaggi di colore, così come i particolari delle armature, i volti e persino gli stati d’animo dei protagonisti.
La Battaglia di Isso secondo gli artisti
Oltre che nel mosaico del MANN, la Battaglia di Isso compare nell’omonimo dipinto di Jan Brueghel il Vecchio, al Museo del Louvre e in un’opera di Albrecht Altdorfer, conservata all’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. Il mosaico della battaglia di Isso e Alexadre Dumas Nel frizzante diario di viaggio che raccoglie episodi e leggende conosciute durante il suo viaggio in Italia, lo scrittore Alexandre Dumas dedica due capitoli al Mosaico di Alessandro e si sofferma su alcuni dettagli e personaggi: “L'uno, che sembra avere una trentina d'anni, monta un cavallo di quelli belli ed eroici come ne aveva scolpiti Fidia nel fregio del Partenone. Egli è a testa nuda, porta i capelli corti e delle basette che si raccolgono sotto il mento ed ha come armi difensive una corazza riccamente decorata con maniche di stoffa ed una clamide che, passando sopra la spalla sinistra, ricade ondeggiando dietro di lui. Ebbene [...] l'interpretazione [del soggetto] è diventata un argomento straordinariamente interessante. Perciò tutti si sono precipitati sul grande mosaico e ciascuno vi ha visto una battaglia diversa”.
Albrecht Altdorfer, Battaglia di Alessandro e Dario a Isso, 1529, Monaco, Alte Pinakothek | Foto: © José Luiz Bernardes Ribeiro (Own work) via Wikimedia Creative Commons
Respiri e stati d’animo si affastellano in una delle scene più belle e più tragiche mai catturate su un mosaico, tra effetti di luce e passaggi repentini di colore.
Cosa rappresenta il Mosaico di Alessandro?
Questo mosaico, gioiello del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è stato realizzato alla fine del II secolo a.C. Ritrae il momento decisivo dello scontro combattuto a Isso nel 333 a.C., tra Alessandro Magno, il glorioso re macedone, e i Persiani di Dario. Fu una battaglia importante che si concluse con una bruciante sconfitta dei Persiani che piansero oltre 100mila morti. Questo esito aprì tuttavia agli avversari la strada per tutte quelle eccezionali operazioni che avrebbero portato l’mpero macedone fino alle porte dell’India.
Sul lato sinistro del mosaico avanza Alessandro, in sella al suo cavallo fedele Bucefalo, mentre guida i suoi uomini contro i Persiani ormai in fuga. Di fronte al macedone ecco Dario, sul carro da guerra. Vorrebbe lottare, ma, nonostante il suo viso sia ancora rivolto al suo avversario, il suo corpo è quasi altrove. In mezzo ai due eroi spunta un cavaliere che tenta di frenare la corsa del re macedone, ma viene trafitto dalla lancia di Alessandro. La figura alza il braccio sinistro nel vano tentativo di difendersi, mentre tutto intorno è un intreccio di lance e di lacci, bocche spalancate e cavalli impazziti.
Ma il Mosaico di Alessandro potrebbe essere stato realizzato direttamente ad Alessandria e portato a Pompei in un secondo tempo.
Una scena dinamica
Per dare profondità e dinamismo alla scena il pittore adotta diversi espedienti. Pone ad esempio il cavallo al centro del mosaico e colloca al suolo le armi abbandonate, mentre, in secondo piano, le lance si piegano quasi spezzandosi contro la figura di Alessandro. Non mancano i dettagli, raffinati e preziosi, come le vesti sontuosamente decorate o i riflessi degli scudi. Basta soffermarsi su ciascuna figura per notare le espressioni atterrite dei volti di uomini e animali.
Tutto, in questo mosaico, comunica un effetto travolgente di movimento.
Mosaico di Alessandro, Dettaglio del cavallo caduto, II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Com’è rappresentato Alessandro?
Nonostante il mosaico sia rovinato in alcuni punti, possiamo facilmente riconoscere le figure principali.
Nella parte sinistra della scena, l'affascinante Alessandro, in sella al suo cavallo Bucefalo, è rappresentato a capo scoperto, il corpo avvolto nella corazza alla greca con raffigurata sul petto una Gorgone, che ricorda quella della dea Atena, come a voler assicurare all’eroe la protezione degli dei.
I capelli mossi, scomposti dalla furia della battaglia, ci riportano alla anastolè, con il ciuffo verso l’alto, segno distintivo della fisionomia del sovrano macedone. Con le pupille dilatate, gonfie di pathos, impugna la sarissa trafiggendo un personaggio di alto rango, centro fisico della scena, mentre il cavallo dell’avversario scivola a terra.
Mosaico di Alessandro, Dettaglio con Alessandro Magno in sella a Bucefalo, II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Mentre il gruppo dei cavalieri di Alessandro avanza da sinistra verso destra, al centro si assiste allo sbandamento delle file nemiche. Qualcuno si dà alla fuga, mentre, sullo sfondo, una selva di lance alzate e un cavallo visto da dietro simboleggiano il totale spaesamento dell’esercito di Dario.
Com’è rappresentato il re Dario?
l contrario del suo avversario, Dario, il re dei Persiani ha un’espressione spaventata. Occupa la parte destra del mosaico. Il suo sguardo e il corpo, leggermente ritroso, suggeriscono l’idea che, a bordo del suo carro, stia per abbandonare il campo di battaglia. Con uno sguardo atterrito prova a incitare i suoi uomini a sferrare un ultimo assalto mentre il cocchiere frusta i cavalli per farli volare. Il re è vestito alla persiana con una ricca casacca ricamata, la tiara gialla, un mantello rosso annodato al collo. Alle spalle del carro si ammassa lo squadrone della guardia reale.
Mosaico di Alessandro, Dettaglio con Dario, II secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Quale grande gesto di pietà compie un giovane persiano?
Nella mischia furibonda di figure tese, avvinghiate nel combattimento, un principe persiano fa scudo con il suo corpo al re Dario. Un giovane ufficiale imberbe con la tiara, accorgendosi che il cavallo del suo comandante è stato colpito, scende per cedere a Dario il proprio destriero. Ma il suo gesto sarà inutile. Il soldato e lo scudo Tra i tanti dettagli mirabilmente restituiti dall’abile artigiano che realizzò il mosaico, ci sono un cavallo drammaticamente caduto e la figura di un soldato persiano che, in primo piano, vede riflesso sullo scudo il proprio volto agonizzante.
Perché c’è un albero in alto a sinistra?
Un dettaglio che non passa inosservato è rappresentato dall’albero secco, in alto a sinistra, l’unico elemento paesaggistico dell’intera scena. La battaglia si svolge in una terra arida, priva di vegetazione. Una tradizione di testi arabi e occidentali ricordava la Battaglia di Isso come “la guerra dell’albero secco” o “dell’albero solo”. Il richiamo a questo elemento di paesaggio apparirebbe quasi una trasposizione in figura di quella denominazione.
Quante tessere furono utilizzate per realizzare il mosaico?
Per realizzare il Mosaico di Alessandro, il più grande della Casa del Fauno di Pompei, l’ignoto artigiano utilizzò circa un milione e mezzo (in origine erano 4 milioni) di tessere policrome accuratamente posizionate in modo asimmetrico, assecondando i contorni delle figure rappresentate, secondo la tecnica dell’opus vermiculatum. Questo espediente ha consentito di rendere nel dettaglio effetti di luce e passaggi di colore, così come i particolari delle armature, i volti e persino gli stati d’animo dei protagonisti.
La Battaglia di Isso secondo gli artisti
Oltre che nel mosaico del MANN, la Battaglia di Isso compare nell’omonimo dipinto di Jan Brueghel il Vecchio, al Museo del Louvre e in un’opera di Albrecht Altdorfer, conservata all’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. Il mosaico della battaglia di Isso e Alexadre Dumas Nel frizzante diario di viaggio che raccoglie episodi e leggende conosciute durante il suo viaggio in Italia, lo scrittore Alexandre Dumas dedica due capitoli al Mosaico di Alessandro e si sofferma su alcuni dettagli e personaggi: “L'uno, che sembra avere una trentina d'anni, monta un cavallo di quelli belli ed eroici come ne aveva scolpiti Fidia nel fregio del Partenone. Egli è a testa nuda, porta i capelli corti e delle basette che si raccolgono sotto il mento ed ha come armi difensive una corazza riccamente decorata con maniche di stoffa ed una clamide che, passando sopra la spalla sinistra, ricade ondeggiando dietro di lui. Ebbene [...] l'interpretazione [del soggetto] è diventata un argomento straordinariamente interessante. Perciò tutti si sono precipitati sul grande mosaico e ciascuno vi ha visto una battaglia diversa”.
Albrecht Altdorfer, Battaglia di Alessandro e Dario a Isso, 1529, Monaco, Alte Pinakothek | Foto: © José Luiz Bernardes Ribeiro (Own work) via Wikimedia Creative Commons
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