Il Seicento dopo Caravaggio. Il Realismo
Dal 18 Marzo 2016 al 05 Giugno 2016
Lonigo | Vicenza
Luogo: Palazzo Pisani
Indirizzo: via Garibaldi 1
Orari: venerdì 16-19; sabato, domenica e festivi 10-12.30 / 15.30-19.30
Enti promotori:
- Città di Lonigo - Assessorato alla Cultura
Costo del biglietto: € 7, gratuito under 14
Per Caravaggio, spregiudicato, al di là di qualsiasi regola, non esistono maestri se non la natura ed il vero. Nell’identificazione della luce con la materia nella medesima pennellata, la nobiltà del soggetto non conta più nulla; ciò che ha veramente peso è il rapporto diretto con la realtà che vive in chiave Shakespiriana, in un progressivo cammino verso la tragedia.
Con Caravaggio si realizza una scossa profonda in tutto l’ambiente dell’arte: la rivoluzione naturalistica costituisce materia di studio per i prosecutori della sua opera come Il Guercino, Massimo Stanzione, Battistello Caracciolo, Francesco Vanni, Luca Giordano, Mattia Preti e tutti gli artisti che questa grande mostra ospita presso le sale di Palazzo Pisani.
Un’occasione per vivere delicati accordi cromatici della pittura del Seicento, il luminismo caravaggesco partendo proprio dall’analisi critica delle sue opere più importanti.
Siamo di fronte a un momento straordinario che ci fa capire quanto avverrà nella storia della pittura italiana dalla fine del ’500 fino all”800, come spiega lo stesso Flavio Caroli con queste parole: “Fra il braccio realistico che nasce con Annibale e Caravaggio e quello formalistico di lontano conio rinascimentale, l’arte italiana crea, nel magico passaggio tra il Cinquecento e Seicento, un’accezione espressiva che sarà prevalente fino a tutto l’Ottocento: una lingia sofisticamente atteggiata e avvocatizia che non cede nulla alla retorica e cerca anzi, stringatamente, di nutrirsi di cose e sentimenti”.
La pittura acquisisce nuovi elementi espressivi, le luci, il cromatismo, la materia, gli impasti. Le ombre diventano fondamentali nel nuovo linguaggio pittorico.
Straordinaria la “Maddalena” di Massimo Stanzione, dove trova spazio l’interpretazione aulica del verismo di Merisi contaminata da quel processo di ritorno al classico auspicato da Guido Reni. I delicati accordi cromatici, il luminismo caravaggesco si accordano con equilibrato impianto compositivo, la figura dolce e poetica è protagonista di un racconto umano immediato.
Ancora una volta la storia ci dimostra che nel momento in cui un movimento culturale trova la sua piena realizzazione, già nei suoi autori più significativi vivono i germi di quello che sarà la nuova strada che la creatività proporrà di seguire. La tenerezza e la serenità che il Vanni riesce ad infondere nelle fisionimie sono direttamente importate dallo studio del Correggio. Ed è in questo solco che si innesta l’opera presente in mostra “Il ritorno della Sacra Famiglia all’Egitto“, con le sue forme aggraziate, i cangiantismi e i trapassi luministici. Questa tela ci fa rivivere con grandiosa carica emozionale l’eroico viaggio con una tecnica pittorica sopraffina e le fatica e le vicissitudini attraversate sembrano quasi fuoriuscire dal dipinto stesso.
In questa esposizione si respira l’aria della pittura superiore, capace di comunicare allo spettatore il senso dell’impossibile miracolo che si sta per compiere. Dipinti che portano con loro gli esiti del Rinascimento maturo e sono al tempo stesso densi della materia intellettuale che Giuliano Briganti insegnò a non più chiamare manierismo ma maniera.
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