A Moment. Master Photographers: Portraits by Michael Somoroff / Silvia Mariotti. Reazioni perfettamente naturali / Jennifer rosa. Cronache di un ritratto mancato / Flavio Favero. Ecce Fauni
Dal 15 Giugno 2014 al 24 Agosto 2014
Pieve di Soligo | Treviso
Luogo: Villa Brandolini
Indirizzo: piazza Libertà 7
Orari: venerdì 16-20; sabato e domenica 10.30-12.30 / 16-20
Curatori: Carlo Sala
Enti promotori:
- Fondazione Francesco Fabbri
- Comune di Pieve di Soligo
- FIAF
- Landscape Stories
- TRA
- Enzimi
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3
Telefono per informazioni: +39 334 9677948
E-Mail info: f4fotografia@fondazionefrancescofabbri.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionefrancescofabbri.it/
Nella cornice di Villa Brandolini a Pieve di Soligo vanno di scena una serie di esposizioni del festival F4 / un’idea di Fotografia promosse dalla Fondazione Francesco Fabbri e dal Comune di Pieve di Soligo. Queste si muovono attorno al tema della persona declinato sotto vari punti di vista indagando un uomo contemporaneo sospeso tra speranze, crisi, apparenze e inquietudini.
Ad aprire il percorso espositivo è la mostra A Moment. Master Photographers: Portraits dell’americano Michael Somoroff, in anteprima per l’Italia, che presenta i ritratti dei più importanti fotografi del ventesimo secolo. L’autore nella sua lunga carriera ha lavorato per alcune tra le principali riviste a New York e in Europa, come Vogue e Life, affinando anche una grande tecnica nel ritratto. La mostra, curata da Diana Edkins, presenta un corpus di oltre trenta immagini scattate da Somoroff quando, ancora trentenne, ritrasse i suoi idoli, mentori e maestri dandone una lettura di carattere introspettivo e psicologico tramite intense immagini in bianco e nero. Protagonisti delle sue foto sono alcuni dei più grandi autori del Novecento, tra cui Brassaï, Robert Doisneau, Ralph Gibson, André Kertész, Jacques- Henri Lartigue, Arnold Newman e Helmut Newton. Entrando in contatto con loro coglie l’essenza più autentica di questi personaggi che ci testimoniano un periodo inimitabile della storia della fotografia, il culmine dell’esperienza analogica.
La mostra è realizzata in collaborazione con Admira e Feroz gallery, Bonn; catalogo Damiani Editore.
A seguire la serie Ecce Fauni di Flavio Favero che indaga l’uomo e le sue apparenze mettendo al centro della rappresentazione il corpo umano. Questo ci appare nudo, a uno stadio primigenio, contraddistinto da maschere con fattezze animali che coprono i volti dei personaggi. L’autore riflette su come l’uomo sia l’unico essere vivente che tende a celare la propria essenza, sfociando in una società dell’apparenza dalle scale valoriali mutevoli. Paradossalmente gli uomini e donne soggetti dei ritratti proprio tramite le sembianze animali si riappropriano del loro essere. Immagini in bianco e nero in cui a insediarsi nelle fattezze formali dei corpi appaiono teatralmente dei volti in un gufo, un cinghiale, un lupo e un cervo. L’autore non vuole certo richiamare ad una dimensione di regressione sociale, allo “stato di natura” hobbesiano dell’ homo hominis lupus; pone semmai l’attenzione sulla necessità di ritrovare una dimensione serena dell’essere persona che non necessiti di artificio e mistificazione.
La fotografia emergente trova spazio con la mostra personale di Silvia Mariotti Reazioni perfettamente naturali si compone di immagini paradossali che metaforicamente sanno raccontare la condizione di un uomo odierno in bilico tra fallimenti, paure e inquietudini.
I lavori della serie Attempts svelano finte azioni immortalate attraverso uno stile che sembra documentare una realtà comune. Pur non sapendo esattamente cosa stia avvenendo riusciamo a percepire in questi lavori un senso di fallimento restituito da ripetuti gesti interrotti.
Luoghi di resistenza prende spunto dai romanzi dello scrittore Don De Lillo, in cui emergono in maniera sottile e al tempo stesso dura la disintegrazione e la paranoia della società americana moderna. Sono ritratti disorientanti, come in un teatro dell’assurdo, capaci talvolta di suscitare il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi.
A dialogare con le immagini è l’intervento site specific dell’artista Claudio Corfone, attraverso un’installazione che genera una traccia sonora creando dinamiche percettive nel fruitore.
Infine i lavori di carattere intermediale del collettivo Jennifer rosa spaziano dalla danza contemporanea alla performing art, dalla fotografia alla videoarte. In mostra presenteranno The follower, una serie di scatti in cui il soggetto ritratto asseconda o subisce l’obiettivo con il suo corpo, rendendo impossibile una descrizione lineare. Accanto a queste l’intervento video Gemelli che mette in posa fianco a fianco i soggetti creando una situazione sospesa e innaturale, facendo vivere un’esperienza emotiva intensa ai gemelli coinvolti.
In occasione del Festival F4 / un’idea di Fotografia viene presentata in anteprima assoluta durante il vernissage la performance Here you are. Nel buio totale della scena si muoveranno dei performer, eseguendo una propria partitura fisica: più volte a sorpresa interverrà la luce, flash di pochi istanti che li strapperanno dall’azione che il pubblico vorrebbe vedere per costringerli a una consegna immediata: essere ritratti di fronte alla fotocamera senza possibilità di scelta.
Un percorso articolato che per raccontare l’uomo odierno adotta vari registri espressivi: dalla grande ritrattistica in bianco e nero alle immagini in bilico tra realtà e finzione fino agli esiti intermediali tra fotografia e video per rendere un’immagine contemporanea della fotografia nella sua pluralità di visioni espressive.
Michael Somoroff è stato definito un enfant prodige della fotografia. Studia arte e fotografia alla New School for Social Research e lavora come assistente del padre nel suo studio, sul set e in camera oscura. Nel 1978, all’età di ventuno anni, apre il proprio studio fotografico e comincia a lavorare per alcune tra le principali riviste a New York e in Europa, come Vogue, Harpers Bazaar, Stern e Life. Nell’ottobre del 1979, sotto la supervisione personale di Cornell Capa, si tiene la sua prima mostra all’International Center for Photography di New York, che dà avvio alla sua strepitosa carriera.
Nel 1980 Somoroff si trasferisce in Europa, lavora a Londra, Parigi, Milano ed Amburgo e diventa presto un fotografo affermato. Continua a sviluppare la propria ricerca personale, viaggiando in tutta Europa e nel Nord Africa, dove intesse una rete di amicizie che sono alla base del suo lavoro artistico. Tra i suoi mentori ricordiamo Brassaï, Andreas Feininger, Louis Faurer e Andre Kertész.
Dopo il ritorno a New York alla fine degli anni ’80, si dedica intensamente alla sua ricerca visiva. La dedizione alle riforme sociali attraverso la promozione dell’arte è l’elemento fondante della sua attività ed è uno dei motivi per cui Somoroff tiene regolarmente conferenze e collabora con numerose istituzioni culturali.
Michael Somoroff è presente in molte importanti collezioni internazionali, tra cui quella del Museum of Modern Art a New York, del Museum of Fine Arts a Houston in Texas, dello Smithsonian Institution a Washington D.C. e del Museo Correr di Venezia. I suoi lavori sono stati esposti al Los Angeles County Museum of Art, presso il Museum of Modern Art di San Francisco e al Museum of Contemporary Art di Chicago.
Nel 2006 Somoroff ha realizzato una scultura di grandi dimensioni, “Illumination I”, per la Rothko Chapel a Houston. Per la Biennale di Venezia del 2011, la sua mostra “Absence of Subject”- omaggio al leggendario fotografo August Sander- è stata ospitata in Piazza San Marco e dal 2012 continua ad essere esposta in molte delle principali città europee.
Silvia Mariotti (Fano, 1980), dopo la laurea si trasferisce a Milano, dove attualmente vive e lavora.
Nel marzo 2005 consegue il diploma accademico di pittura, indirizzo sperimentale di linguaggi multimediali presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Nell’anno 2006-07 frequenta il secondo anno di specializzazione nella facoltà di belle arti “Alonso Cano” di Granada, consegue il diploma specialistico nel Marzo 2008. Nello stesso anno è finalista alla quinta edizione del Premio Celeste nella sezione studenti.
Nel 2012 ha frequentato il corso avanzato di Tecnica Fotografica presso la Fondazione FORMA di Milano e nel 2013 il workshop Investigazioni Private tenuto da Francesco Jodice promosso da Fondazione Fabbri. Nello stesso anno vince il primo premio della decima edizione del Premio Celeste per la sezione fotografia e arriva finalista nella seconda edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee nella sezione Arte emergente; nel 2014 è tra i finalisti del Premio Combat.
Espone in diverse gallerie e spazi pubblici in Italia, tra cui la recente mostra personale Attempts al Museo d’arte Contemporanea di Lissone.
Vive e lavora a Milano.
Jennifer rosa è un collettivo attivo a Vicenza dal 2005. Si costituisce all’inizio come nucleo di performer e autori provenienti essenzialmente dalla danza contemporanea – Chiara Bortoli, Francesca Raineri, Francesca Contrino, Vasco Manea; in seguito la ricerca si orienta verso la performing art e le arti visive attraverso la collaborazione e gli apporti di Fiorenzo Zancan, videoartista, e di Andrea Rosset, fotografo. Dal 2011 il collettivo ha un suo studio a Vicenza, il VOLL. Il corpo, la figura umana, la presenza, il tempo dell’esserci e dell’accadere sono i temi principali di un’esplorazione che attraversa la performance, il video, la videoinstallazione, la fotografia.
Il lavoro è stato presentato in festival, eventi ed esposizioni in Italia, Francia e Germania, tra i quali: Boston-Como, Como 2013, Emerson Gallery, Berlino 2012, O’, Milano 2011, Kunsthaus Tacheles, Berlino 2011, Festival Teatri di Vetro, Roma 2011, Abnormals Gallery, Berlino 2010, Biennale danza – Marathon of the unexpected, Venezia 2010, Festival Il coreografo elettronico, Napoli 2010, Domaine de Tizé, Rennes 2009, Reiss Arti Performative, Torino 2009, Centre Point Ephémère, Parigi 2008, Fucina.off ’08 Simposio sulle arti emergenti, Spoleto 2008, SPAC Spazio Pubblico Arte Contemporanea, Buttrio 2007, Museo Casa Bianca, Malo 2007, Jarach Gallery, Venezia 2007, Festival Lavori in pelle, Alfonsine 2006, Opera Estate Festival / Bassano del Grappa 2006
Flavio Favero (Fontanelle, 1963). Entra subito dopo gli studi nel mondo della fotografia industriale e pubblicitaria, dove tutt’ora opera nell’ambito di quella d’arredamento e di architettura. Parallelamente continua la sua ricerca personale autoriale rivolta ad analizzare il territorio e le metropoli, ma anche situazioni ed eventi che caratterizzano il comportamento umano, cercando di andare oltre i “tecnicismi” formali attraverso nuove sperimentazioni. Tra le esposizioni recenti personali alla Fondazione Cima, Conegliano e Fantadia Festival internazionale della Multivisione, Asolo. Vive a lavora a Oderzo (TV).
Ad aprire il percorso espositivo è la mostra A Moment. Master Photographers: Portraits dell’americano Michael Somoroff, in anteprima per l’Italia, che presenta i ritratti dei più importanti fotografi del ventesimo secolo. L’autore nella sua lunga carriera ha lavorato per alcune tra le principali riviste a New York e in Europa, come Vogue e Life, affinando anche una grande tecnica nel ritratto. La mostra, curata da Diana Edkins, presenta un corpus di oltre trenta immagini scattate da Somoroff quando, ancora trentenne, ritrasse i suoi idoli, mentori e maestri dandone una lettura di carattere introspettivo e psicologico tramite intense immagini in bianco e nero. Protagonisti delle sue foto sono alcuni dei più grandi autori del Novecento, tra cui Brassaï, Robert Doisneau, Ralph Gibson, André Kertész, Jacques- Henri Lartigue, Arnold Newman e Helmut Newton. Entrando in contatto con loro coglie l’essenza più autentica di questi personaggi che ci testimoniano un periodo inimitabile della storia della fotografia, il culmine dell’esperienza analogica.
La mostra è realizzata in collaborazione con Admira e Feroz gallery, Bonn; catalogo Damiani Editore.
A seguire la serie Ecce Fauni di Flavio Favero che indaga l’uomo e le sue apparenze mettendo al centro della rappresentazione il corpo umano. Questo ci appare nudo, a uno stadio primigenio, contraddistinto da maschere con fattezze animali che coprono i volti dei personaggi. L’autore riflette su come l’uomo sia l’unico essere vivente che tende a celare la propria essenza, sfociando in una società dell’apparenza dalle scale valoriali mutevoli. Paradossalmente gli uomini e donne soggetti dei ritratti proprio tramite le sembianze animali si riappropriano del loro essere. Immagini in bianco e nero in cui a insediarsi nelle fattezze formali dei corpi appaiono teatralmente dei volti in un gufo, un cinghiale, un lupo e un cervo. L’autore non vuole certo richiamare ad una dimensione di regressione sociale, allo “stato di natura” hobbesiano dell’ homo hominis lupus; pone semmai l’attenzione sulla necessità di ritrovare una dimensione serena dell’essere persona che non necessiti di artificio e mistificazione.
La fotografia emergente trova spazio con la mostra personale di Silvia Mariotti Reazioni perfettamente naturali si compone di immagini paradossali che metaforicamente sanno raccontare la condizione di un uomo odierno in bilico tra fallimenti, paure e inquietudini.
I lavori della serie Attempts svelano finte azioni immortalate attraverso uno stile che sembra documentare una realtà comune. Pur non sapendo esattamente cosa stia avvenendo riusciamo a percepire in questi lavori un senso di fallimento restituito da ripetuti gesti interrotti.
Luoghi di resistenza prende spunto dai romanzi dello scrittore Don De Lillo, in cui emergono in maniera sottile e al tempo stesso dura la disintegrazione e la paranoia della società americana moderna. Sono ritratti disorientanti, come in un teatro dell’assurdo, capaci talvolta di suscitare il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo i personaggi.
A dialogare con le immagini è l’intervento site specific dell’artista Claudio Corfone, attraverso un’installazione che genera una traccia sonora creando dinamiche percettive nel fruitore.
Infine i lavori di carattere intermediale del collettivo Jennifer rosa spaziano dalla danza contemporanea alla performing art, dalla fotografia alla videoarte. In mostra presenteranno The follower, una serie di scatti in cui il soggetto ritratto asseconda o subisce l’obiettivo con il suo corpo, rendendo impossibile una descrizione lineare. Accanto a queste l’intervento video Gemelli che mette in posa fianco a fianco i soggetti creando una situazione sospesa e innaturale, facendo vivere un’esperienza emotiva intensa ai gemelli coinvolti.
In occasione del Festival F4 / un’idea di Fotografia viene presentata in anteprima assoluta durante il vernissage la performance Here you are. Nel buio totale della scena si muoveranno dei performer, eseguendo una propria partitura fisica: più volte a sorpresa interverrà la luce, flash di pochi istanti che li strapperanno dall’azione che il pubblico vorrebbe vedere per costringerli a una consegna immediata: essere ritratti di fronte alla fotocamera senza possibilità di scelta.
Un percorso articolato che per raccontare l’uomo odierno adotta vari registri espressivi: dalla grande ritrattistica in bianco e nero alle immagini in bilico tra realtà e finzione fino agli esiti intermediali tra fotografia e video per rendere un’immagine contemporanea della fotografia nella sua pluralità di visioni espressive.
Michael Somoroff è stato definito un enfant prodige della fotografia. Studia arte e fotografia alla New School for Social Research e lavora come assistente del padre nel suo studio, sul set e in camera oscura. Nel 1978, all’età di ventuno anni, apre il proprio studio fotografico e comincia a lavorare per alcune tra le principali riviste a New York e in Europa, come Vogue, Harpers Bazaar, Stern e Life. Nell’ottobre del 1979, sotto la supervisione personale di Cornell Capa, si tiene la sua prima mostra all’International Center for Photography di New York, che dà avvio alla sua strepitosa carriera.
Nel 1980 Somoroff si trasferisce in Europa, lavora a Londra, Parigi, Milano ed Amburgo e diventa presto un fotografo affermato. Continua a sviluppare la propria ricerca personale, viaggiando in tutta Europa e nel Nord Africa, dove intesse una rete di amicizie che sono alla base del suo lavoro artistico. Tra i suoi mentori ricordiamo Brassaï, Andreas Feininger, Louis Faurer e Andre Kertész.
Dopo il ritorno a New York alla fine degli anni ’80, si dedica intensamente alla sua ricerca visiva. La dedizione alle riforme sociali attraverso la promozione dell’arte è l’elemento fondante della sua attività ed è uno dei motivi per cui Somoroff tiene regolarmente conferenze e collabora con numerose istituzioni culturali.
Michael Somoroff è presente in molte importanti collezioni internazionali, tra cui quella del Museum of Modern Art a New York, del Museum of Fine Arts a Houston in Texas, dello Smithsonian Institution a Washington D.C. e del Museo Correr di Venezia. I suoi lavori sono stati esposti al Los Angeles County Museum of Art, presso il Museum of Modern Art di San Francisco e al Museum of Contemporary Art di Chicago.
Nel 2006 Somoroff ha realizzato una scultura di grandi dimensioni, “Illumination I”, per la Rothko Chapel a Houston. Per la Biennale di Venezia del 2011, la sua mostra “Absence of Subject”- omaggio al leggendario fotografo August Sander- è stata ospitata in Piazza San Marco e dal 2012 continua ad essere esposta in molte delle principali città europee.
Silvia Mariotti (Fano, 1980), dopo la laurea si trasferisce a Milano, dove attualmente vive e lavora.
Nel marzo 2005 consegue il diploma accademico di pittura, indirizzo sperimentale di linguaggi multimediali presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Nell’anno 2006-07 frequenta il secondo anno di specializzazione nella facoltà di belle arti “Alonso Cano” di Granada, consegue il diploma specialistico nel Marzo 2008. Nello stesso anno è finalista alla quinta edizione del Premio Celeste nella sezione studenti.
Nel 2012 ha frequentato il corso avanzato di Tecnica Fotografica presso la Fondazione FORMA di Milano e nel 2013 il workshop Investigazioni Private tenuto da Francesco Jodice promosso da Fondazione Fabbri. Nello stesso anno vince il primo premio della decima edizione del Premio Celeste per la sezione fotografia e arriva finalista nella seconda edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee nella sezione Arte emergente; nel 2014 è tra i finalisti del Premio Combat.
Espone in diverse gallerie e spazi pubblici in Italia, tra cui la recente mostra personale Attempts al Museo d’arte Contemporanea di Lissone.
Vive e lavora a Milano.
Jennifer rosa è un collettivo attivo a Vicenza dal 2005. Si costituisce all’inizio come nucleo di performer e autori provenienti essenzialmente dalla danza contemporanea – Chiara Bortoli, Francesca Raineri, Francesca Contrino, Vasco Manea; in seguito la ricerca si orienta verso la performing art e le arti visive attraverso la collaborazione e gli apporti di Fiorenzo Zancan, videoartista, e di Andrea Rosset, fotografo. Dal 2011 il collettivo ha un suo studio a Vicenza, il VOLL. Il corpo, la figura umana, la presenza, il tempo dell’esserci e dell’accadere sono i temi principali di un’esplorazione che attraversa la performance, il video, la videoinstallazione, la fotografia.
Il lavoro è stato presentato in festival, eventi ed esposizioni in Italia, Francia e Germania, tra i quali: Boston-Como, Como 2013, Emerson Gallery, Berlino 2012, O’, Milano 2011, Kunsthaus Tacheles, Berlino 2011, Festival Teatri di Vetro, Roma 2011, Abnormals Gallery, Berlino 2010, Biennale danza – Marathon of the unexpected, Venezia 2010, Festival Il coreografo elettronico, Napoli 2010, Domaine de Tizé, Rennes 2009, Reiss Arti Performative, Torino 2009, Centre Point Ephémère, Parigi 2008, Fucina.off ’08 Simposio sulle arti emergenti, Spoleto 2008, SPAC Spazio Pubblico Arte Contemporanea, Buttrio 2007, Museo Casa Bianca, Malo 2007, Jarach Gallery, Venezia 2007, Festival Lavori in pelle, Alfonsine 2006, Opera Estate Festival / Bassano del Grappa 2006
Flavio Favero (Fontanelle, 1963). Entra subito dopo gli studi nel mondo della fotografia industriale e pubblicitaria, dove tutt’ora opera nell’ambito di quella d’arredamento e di architettura. Parallelamente continua la sua ricerca personale autoriale rivolta ad analizzare il territorio e le metropoli, ma anche situazioni ed eventi che caratterizzano il comportamento umano, cercando di andare oltre i “tecnicismi” formali attraverso nuove sperimentazioni. Tra le esposizioni recenti personali alla Fondazione Cima, Conegliano e Fantadia Festival internazionale della Multivisione, Asolo. Vive a lavora a Oderzo (TV).
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