Alla scoperta del nuovo Museo dell'Emigrazione

L'altra faccia di Ellis Island: a Genova nasce il MEI

Allestimento del Museo dell'Emigrazione Italiana alla Commenda di San Giovanni di Pre', Genova I Courtesy Comune di Genova
 

Francesca Grego

13/05/2022

Genova - Se all'ombra della Statua della Libertà l'Ellis Island Museum of Immigration racconta l'alba di quel crogiolo di culture che fu alla base dell'America moderna, sulle rive del Mediterraneo il nuovo MEI – Museo dell'Emigrazione Italiana svela l'altro lato della storia: la partenza di milioni di nostri connazionali che hanno lasciato il paese in cerca di un'altra vita, dall'Unità d'Italia ad oggi.
Inaugurato ieri presso la duecentesca Commenda di San Giovanni di Pre' - per secoli luogo di accoglienza di un'umanità in transito, dai pellegrini ai crociati, fino agli emigranti dell'Ottocento - il MEI è un museo dinamico, proprio come le esperienze dei suoi protagonisti. Distribuito su tre piani e 2800 metri quadri, è pronto a raccontare il fenomeno migratorio nelle sue diverse sfaccettature e articolazioni attraverso oltre 200 storie di vita vissuta che prendono la parola attraverso diari, foto d'epoca, autobiografie, lettere, giornali, canti e musiche.


Foto in mostra al nuovo Museo dell'Emigrazione Italiana, Genova I Courtesy Comune di Genova

I visitatori potranno interagire con gli spazi e gli oggetti del museo e tuffarsi in viaggi virtuali a 360 gradi, oppure consultare gli archivi del Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana, che ha raccolto online i documenti del viaggio di oltre 5 milioni di emigranti. Settanta postazioni multimediali, 25 proiettori laser e 1300 immagini originali saranno i mezzi per esplorare la memoria collettiva del paese e perfino “sedersi a cena” con i suoi protagonisti.
La mole di informazioni disponibili è impressionante: non solo partenze, ritorni e destinazioni, ma anche dati sulle motivazioni che hanno spinto le persone a emigrare, sul lavoro, la salute, l'alimentazione, le esperienze di accoglienza o di razzismo vanno a comporre una narrazione immensa e corale, messa insieme grazie al lavoro congiunto di enti pubblici e privati. All'impegno del Mic, della Regione Liguria e del Comune di Genova e al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, alla base dei lavori di adeguamento funzionale e tecnologico della Commenda, si sono infatti affiancati i contributi del Centro Internazionale di Studi sull'Emigrazione Italiana, dell’Istituto Luce – Archivio Storico Luce, della Rai attraverso l’Archivio Rai-Teche, dell’Archivio Centrale dello Stato e l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero Affari esteri e cooperazione internazionale, dell’Istituto centrale per i beni sonori e gli audiovisivi, della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, del Museo regionale dell’emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino, nonché di musei e centri internazionali quali l’Ellis Island National Museum of Immigration di New York, il MUNTREF - Museo de la Inmigración di Buenos Aires e il Museu da Imigração do Estado de São Paulo di San Paolo, senza dimenticare il ruolo fondamentale giocato dalle numerose associazioni di italiani nel mondo.


Allestimento del Museo dell'Emigrazione Italiana alla Commenda di San Giovanni di Pre', Genova I Courtesy Comune di Genova

“La prima volta che sono andato a Ellis Island”, ha ricordato il Ministro della Cultura Dario Franceschini durante l'inaugurazione, “ho potuto vivere le emozioni straordinarie che trasmette quel luogo: le storie degli immigrati, gli arrivi, le separazioni e i dolori. Abbiamo immaginato che anche lo Stato Italiano dovesse creare un luogo importante, all’altezza delle storie straordinarie dei nostri emigrati, e la scelta non poteva che cadere su Genova per quello che ha rappresentato rispetto al tema immigrazione. Un luogo unico, pieno di multimedialità per rivivere le speranze, i dolori e i sacrifici degli immigrati italiani, storie che non possono essere dimenticate e che vanno tramandate alle future generazioni”.


Allestimento del Museo dell'Emigrazione Italiana alla Commenda di San Giovanni di Pre', Genova I Courtesy Comune di Genova

Diviso in 16 sezioni, l'itinerario di visita si configura come la naturale prosecuzione del Galata Museo del Mare, altro importante polo espositivo genovese: se il viaggio è il fulcro dell'allestimento del Galata, l'attenzione del MEI l’attenzione si concentra su tutto ciò che segue: la ricerca del lavoro e della casa, imparare una nuova lingua, inserirsi in una società diversa a volte ostile. E poiché migrare è da sempre una dimensione costitutiva dell'esperienza umana, ogni sezione del museo racconta una parte di questa storia, dalla preistoria all’età medievale e moderna, ben prima della diffusione del concetto di confine. L’emigrazione italiana non ha avuto solo la sua destinazione all’estero e non appartiene solo al passato. Per questo il museo racconta anche l’emigrazione interna, declinata nelle sue due grandi direttrici, dalla campagna alla città e dal Sud al Nord, e l’
le migrazioni contemporanee, in cui l’Italia diviene meta degli immigrati. L'installazione artistica Memoriale, infine, stimola a riflettere sul lato oscuro e sulle tragedie delle migrazioni: dal naufragio del Sirio all’incendio della Triangle a New York, dai fatti di Aigues Mortes alla strage di Marcinelle, passando per disastri minerari e naufragi, che ci ricordano ancora oggi, pur nella loro diversità, le silenziose stragi che colpiscono i migranti in ogni parte del mondo.


Allestimento del Museo dell'Emigrazione Italiana alla Commenda di San Giovanni di Pre', Genova I Courtesy Comune di Genova

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