Dal 9 ottobre al 2 gennaio a Londra
Nel regno della danza. Alla National Gallery un inedito Poussin
Nicolas Poussin, Danza alla musica del Tempo, 1934-1635, Olio su tela, 105 x 83 cm, Londra, Collezione Wallace
Samantha De Martin
29/07/2021
Mondo - Quattro figure unite da un elegante gioco di mani danzano in cerchio, sotto lo sguardo vigile di un Tempo alato che suona la lira. L’ambientazione mattutina è segnalata dalla presenza di Aurora che precede il carro di Apollo spargendo fiori sulla terra, mentre le Ore accompagnano il dio del sole.
Dipinto da Nicolas Poussin tra il 1634 e il 1636 per il cardinale Giulio Rospigliosi (futuro papa Clemente IX), Danza alla musica del Tempo, anche noto come La danza della vita umana, sarà l’ospite più atteso dell’originale mostra che la National Gallery di Londra dedica al pittore, inaugurando il palinsesto autunnale della ripartenza con una ventata di speranza nel segno della joie de vivere.
Francese di nascita, italiano per scelta, innamorato di Roma e residente nella città eterna a partire dal 1624 sotto la protezione del cardinale Barberini, il “Raffaello francese”, illustre pennello barocco, invita il pubblico della galleria londinese a unirsi alle vorticose danze di ballerini e personaggi in festa, protagonisti di scene campestri sorprendentemente gioiose.
Organizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles - dove si sposterà dal 15 febbraio, al termine della trasferta londinese - la mostra Poussin e la danza, in programma dal 9 ottobre al 2 gennaio, getterà sull'artista classico francese una luce completamente nuova, mostrando la capacità del pittore di cogliere le sfide del movimento fermando sulla tela il potenziale espressivo del corpo.
Nicolas Poussin, Danza alla musica del Tempo, Particolare, 1934-1635, Olio su tela, 105 x 83 cm, Londra, Collezione Wallace
Per la prima volta nei 121 anni di storia della Wallace Collection - che custodisce La danza della vita umana dell’artista - il dipinto di Nicolas Poussin lascerà la collezione londinese per raggiungere Trafalgar Square.
Il ciclo della condizione umana
Nonostante l'identificazione precisa dei personaggi resti incerta, le quattro figure danzanti potrebbero rappresentare, partendo da quella vista di spalle, la Povertà, il Lavoro, la Ricchezza e il Piacere. Le protagoniste alluderebbero a un ciclo della vita umana che inizia e si conclude con la povertà, passando per la ricchezza e il lusso, mentre la brevità della vita è tutta racchiusa nella presenza delle bolle e delle clessidra.
Dalla Roma dei papi al Regno Unito
Pronto a mostrarsi al pubblico della National Gallery in tutto il suo magnetico fascino, Danza alla musica del Tempo fu realizzato per il cardinale Giulio Rospigliosi (futuro papa Clemente IX) su un tema da lui definito, secondo Gian Pietro Bellori. Nel 1806 il dipinto passò dalla collezione della famiglia Rospigliosi a quella di Joseph Fesch, quando venne portato in Francia. Insieme ad altre opere fu acquistato da Richard Seymour-Conway, IV marchese di Hertford nel 1845 per essere poi ereditato dal figlio Sir Richard Wallace ed esposto alla Art Treasures Exhibition di Manchester del 1857.
Dalla tela al romanzo
Tra il 1951 e il 1975 lo scrittore inglese Anthony Powell trasse ispirazione dal celebre dipinto di Poussin per il suo romanzo in dodici volumi intitolato A Dance to the Music of Time.
Un inno alla danza, dall'argilla alla pittura
L’inno alla danza del pittore francese non sarà l’unica tela in mostra a Londra. Accanto a questo eccezionale prestito ci saranno oltre venti dipinti e diversi disegni in arrivo da collezioni pubbliche e private di Europa e Stati Uniti. Se il Museo d'Arte Nelson-Atkins di Kansas City presterà Il Trionfo di Bacco, dal Prado di Madrid volerà a Londra il Bacco e Arianna, mentre una serie di disegni concessi da Sua Maestà la Regina saranno esposti per la prima volta accanto a celebri antichità classiche come il Vaso Borghese, I secolo d.C. e I ballerini Borghese, II secolo d.C., entrambi dal Louvre, lavori che suggeriranno ai visitatori le influenze di Poussin e i sofisticati intrecci tra marmo, carta, pittura. In mostra anche quattro dipinti della National Gallery, tra i quali Il Trionfo di Sileno (1636 circa), recentemente restaurato e attribuito a Poussin.
Nicolas Poussin, A Bacchanalian Rever before a Term, 1632-33 I © The National Gallery, London
Considerato talvolta un artista dal pennello difficile o eccessivamente erudito, inquadrato da molti storici dell'arte nella schiera dei filosofi, il Poussin in mostra a Londra sfiderà questa percezione, esplorando una parte della sua produzione dedicata alla danza, mai esaminata prima.
Un focus su Roma
L’affondo londinese sul pittore - il cui primo incarico a Roma è rappresentato dal Martirio di Sant' Erasmo, oggi alla Pinacoteca Vaticana, un vero e proprio prototipo per le successive rappresentazioni di episodi di martirio - non poteva non soffermarsi sul rapporto con la capitale. Passaggio interessante del percorso sarà anche la prima carriera di Poussin a Roma, dal suo arrivo in città nel 1624 fino al 1640 circa, quando fu richiamato in Francia come primo pittore del re sotto Luigi XIII.
Sin da giovane Poussin desiderava disperatamente raggiungere la città dei papi. Riuscitovi al suo terzo tentativo - dopo che due vani viaggi lo portarono fino a Firenze e Lione - si gettò nel vortice della classicità che tanto lo avvolgeva, traendo ispirazione per le sue opere da sculture e bassorilievi antichi oltre che dai lavori di artisti come Tiziano e Raffaello. Molte delle antichità più celebri che conosceva raffiguravano ballerini, e presto lo stesso Poussin, alle prese con la rappresentazione del movimento, colse la sfida di fermare la danza sulla carta, sulla pittura e persino sull’argilla. Durante la coreografia delle sue composizioni diede persino vita a figurine in cera, che saranno ricostruite in mostra.
Nicolas Poussin, L'Adorazione del vitello d'oro, 1634 circa, olio su tela, 214 x 154 cm, Londra, National Gallery
"Poussin è stato ispirato dalla danza per tutta la sua carriera e ha cercato ispirazione nel mondo dell'antichità e dei maestri del Rinascimento. La mostra esplora l'argomento con un notevole gruppo di prestiti culminati nel suo capolavoro Dance to the Music of Time” spiega Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery.
Ecco perché, alla luce della pandemia che, negli ultimi 18 mesi, ha zittito anche la macchina dell’arte, le esuberanti figure riunite insieme da Poussin per un festoso ballo rappresentano un segnale di speranza e di ripartenza.
L’arte contemporanea a confronto con Poussin
Per tutta la durata della mostra un programma di eventi intitolato Dance to the Music of Our Time presenterà una serie di proiezioni di film, conferenze e performance di tre artisti contemporanei londinesi: Zadie Xa & Benito Mayor-Vallejo, Hetain Patel e Florence Peake. Opere d'arte "dal vivo" esploreranno i temi trovati nel lavoro del pittore francese, mentre gli artisti indagheranno il rapporto tra narrazione e arte contemporanea attraverso il movimento, la danza, la coreografia.
La facciata della National Gallery | Foto: © Mike Peel, Own work, tramite Wikimedia Commons
Leggi anche:
• Da Dürer a Poussin, il 2021 della National Gallery
• Nicolas Poussin, il "Raffaello francese" che amava l'Italia
Dipinto da Nicolas Poussin tra il 1634 e il 1636 per il cardinale Giulio Rospigliosi (futuro papa Clemente IX), Danza alla musica del Tempo, anche noto come La danza della vita umana, sarà l’ospite più atteso dell’originale mostra che la National Gallery di Londra dedica al pittore, inaugurando il palinsesto autunnale della ripartenza con una ventata di speranza nel segno della joie de vivere.
Francese di nascita, italiano per scelta, innamorato di Roma e residente nella città eterna a partire dal 1624 sotto la protezione del cardinale Barberini, il “Raffaello francese”, illustre pennello barocco, invita il pubblico della galleria londinese a unirsi alle vorticose danze di ballerini e personaggi in festa, protagonisti di scene campestri sorprendentemente gioiose.
Organizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles - dove si sposterà dal 15 febbraio, al termine della trasferta londinese - la mostra Poussin e la danza, in programma dal 9 ottobre al 2 gennaio, getterà sull'artista classico francese una luce completamente nuova, mostrando la capacità del pittore di cogliere le sfide del movimento fermando sulla tela il potenziale espressivo del corpo.
Nicolas Poussin, Danza alla musica del Tempo, Particolare, 1934-1635, Olio su tela, 105 x 83 cm, Londra, Collezione Wallace
Per la prima volta nei 121 anni di storia della Wallace Collection - che custodisce La danza della vita umana dell’artista - il dipinto di Nicolas Poussin lascerà la collezione londinese per raggiungere Trafalgar Square.
Il ciclo della condizione umana
Nonostante l'identificazione precisa dei personaggi resti incerta, le quattro figure danzanti potrebbero rappresentare, partendo da quella vista di spalle, la Povertà, il Lavoro, la Ricchezza e il Piacere. Le protagoniste alluderebbero a un ciclo della vita umana che inizia e si conclude con la povertà, passando per la ricchezza e il lusso, mentre la brevità della vita è tutta racchiusa nella presenza delle bolle e delle clessidra.
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Pronto a mostrarsi al pubblico della National Gallery in tutto il suo magnetico fascino, Danza alla musica del Tempo fu realizzato per il cardinale Giulio Rospigliosi (futuro papa Clemente IX) su un tema da lui definito, secondo Gian Pietro Bellori. Nel 1806 il dipinto passò dalla collezione della famiglia Rospigliosi a quella di Joseph Fesch, quando venne portato in Francia. Insieme ad altre opere fu acquistato da Richard Seymour-Conway, IV marchese di Hertford nel 1845 per essere poi ereditato dal figlio Sir Richard Wallace ed esposto alla Art Treasures Exhibition di Manchester del 1857.
Dalla tela al romanzo
Tra il 1951 e il 1975 lo scrittore inglese Anthony Powell trasse ispirazione dal celebre dipinto di Poussin per il suo romanzo in dodici volumi intitolato A Dance to the Music of Time.
Un inno alla danza, dall'argilla alla pittura
L’inno alla danza del pittore francese non sarà l’unica tela in mostra a Londra. Accanto a questo eccezionale prestito ci saranno oltre venti dipinti e diversi disegni in arrivo da collezioni pubbliche e private di Europa e Stati Uniti. Se il Museo d'Arte Nelson-Atkins di Kansas City presterà Il Trionfo di Bacco, dal Prado di Madrid volerà a Londra il Bacco e Arianna, mentre una serie di disegni concessi da Sua Maestà la Regina saranno esposti per la prima volta accanto a celebri antichità classiche come il Vaso Borghese, I secolo d.C. e I ballerini Borghese, II secolo d.C., entrambi dal Louvre, lavori che suggeriranno ai visitatori le influenze di Poussin e i sofisticati intrecci tra marmo, carta, pittura. In mostra anche quattro dipinti della National Gallery, tra i quali Il Trionfo di Sileno (1636 circa), recentemente restaurato e attribuito a Poussin.
Nicolas Poussin, A Bacchanalian Rever before a Term, 1632-33 I © The National Gallery, London
Considerato talvolta un artista dal pennello difficile o eccessivamente erudito, inquadrato da molti storici dell'arte nella schiera dei filosofi, il Poussin in mostra a Londra sfiderà questa percezione, esplorando una parte della sua produzione dedicata alla danza, mai esaminata prima.
Un focus su Roma
L’affondo londinese sul pittore - il cui primo incarico a Roma è rappresentato dal Martirio di Sant' Erasmo, oggi alla Pinacoteca Vaticana, un vero e proprio prototipo per le successive rappresentazioni di episodi di martirio - non poteva non soffermarsi sul rapporto con la capitale. Passaggio interessante del percorso sarà anche la prima carriera di Poussin a Roma, dal suo arrivo in città nel 1624 fino al 1640 circa, quando fu richiamato in Francia come primo pittore del re sotto Luigi XIII.
Sin da giovane Poussin desiderava disperatamente raggiungere la città dei papi. Riuscitovi al suo terzo tentativo - dopo che due vani viaggi lo portarono fino a Firenze e Lione - si gettò nel vortice della classicità che tanto lo avvolgeva, traendo ispirazione per le sue opere da sculture e bassorilievi antichi oltre che dai lavori di artisti come Tiziano e Raffaello. Molte delle antichità più celebri che conosceva raffiguravano ballerini, e presto lo stesso Poussin, alle prese con la rappresentazione del movimento, colse la sfida di fermare la danza sulla carta, sulla pittura e persino sull’argilla. Durante la coreografia delle sue composizioni diede persino vita a figurine in cera, che saranno ricostruite in mostra.
Nicolas Poussin, L'Adorazione del vitello d'oro, 1634 circa, olio su tela, 214 x 154 cm, Londra, National Gallery
"Poussin è stato ispirato dalla danza per tutta la sua carriera e ha cercato ispirazione nel mondo dell'antichità e dei maestri del Rinascimento. La mostra esplora l'argomento con un notevole gruppo di prestiti culminati nel suo capolavoro Dance to the Music of Time” spiega Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery.
Ecco perché, alla luce della pandemia che, negli ultimi 18 mesi, ha zittito anche la macchina dell’arte, le esuberanti figure riunite insieme da Poussin per un festoso ballo rappresentano un segnale di speranza e di ripartenza.
L’arte contemporanea a confronto con Poussin
Per tutta la durata della mostra un programma di eventi intitolato Dance to the Music of Our Time presenterà una serie di proiezioni di film, conferenze e performance di tre artisti contemporanei londinesi: Zadie Xa & Benito Mayor-Vallejo, Hetain Patel e Florence Peake. Opere d'arte "dal vivo" esploreranno i temi trovati nel lavoro del pittore francese, mentre gli artisti indagheranno il rapporto tra narrazione e arte contemporanea attraverso il movimento, la danza, la coreografia.
La facciata della National Gallery | Foto: © Mike Peel, Own work, tramite Wikimedia Commons
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