Festival di Fotografia a Capri - Visione Mediterranea
Dal 27 Agosto 2022 al 30 Ottobre 2022
Capri | Napoli
Luogo: Certosa di San Giacomo
Indirizzo: Via Certosa 10
Curatori: Denis Curti
La quattordicesima edizione del Festival, intitolata Visione Mediterranea, rinnova la sua volontà di contribuire, per mezzo di una precisa fusione tra medium espressivi e approcci differenti, a rivitalizzare la percezione iconografica del panorama caprese. Dando quindi la parola a fotografi nazionali e internazionali con oltre 60 immagini che, con le loro personali visioni artistiche, compongono una rassegna in bilico tra spazio e tempo. Si tratta di una scelta essenziale per riuscire a esprimere la
quintessenza di Capri e, conseguentemente, restituirne un’immagine travolgente, svincolata da ogni stereotipo.
Davide Esposito, Sogno di un’ombra
L’enigma dell’identità è un concetto complesso, ricco di infinite sfaccettature, che da sempre affligge
l’animo umano. L’uomo contemporaneo è vittima di un meccanismo subdolo, provocato dallo
smarrimento interiore e dalla conseguente perdita di ogni certezza. È proprio in questo contesto che si
anima il progetto di Davide Esposito. Sogno di un’ombra nasce da una dolorosa urgenza di stampo
nietzschiano: è un racconto profondo, capace di delineare un sincero percorso di presa di coscienza
personale, scevro da ogni velleità meschina e proteso verso una liberazione totalizzante.
Con uno sguardo dolcemente malinconico, Esposito delinea la figura di un’isola immaginaria, materna
ma anche matrigna, accogliente e allo stesso tempo spietata. È una partita che si gioca nell’oscurità di
una notte invernale, dove l’aspra natura di una Capri deserta, dominata dal silenzio e scalfita dal vento,
attiva una riflessione tra reale e illusorio.
L’uso del bianco e nero, dominato da luci quasi accecanti e ombre dense come il petrolio, ci trasporta in
un viaggio dal sapore onirico, parlandoci dell’infinità dei sentimenti, perennemente in contrasto tra
loro. L’aura di queste immagini richiama l’atmosfera di Breathing in / Breathing out, performance di
Marina Abramovic e ULAY: ci sono un uomo e una donna, le cui bocche sono fuse in un bacio fatale.
Claudia Vanacore, L’Intervallo
In un mondo dominato dai social network, dove il confine tra verità e finzione è sempre più sottile,
lontano anni luce dalla realtà, dove tutto si muove a grande velocità e “il popolare” sembra aver preso
il posto della spensieratezza, l’immaginario collettivo sembra scontrarsi con l’interpretazione personale
e il concetto di stereotipo appare in perenne conflitto con la concretezza. Claudia Vanacore utilizza la
sua macchina fotografica come una lente di ingrandimento, capace di scorporare i dettami
contemporanei e sviscerare i fatti salienti della nostra società. Il suo progetto L’intervallo ci invita a
prendere una pausa dal costante bombardamento di informazioni e dal nostro perenne progredire verso
un obiettivo indefinito. Le immagini che ci propone vogliono raccontare una Capri insolita, avvolta in
una dimensione agli antipodi rispetto al suo comune concetto di località esclusiva, lussuosa, da sempre
popolata dai divi del cinema e scenario di pubblicità equivoche, che sembrano vendere un ideale
impossibile, piuttosto che un semplice prodotto. Con il suo occhio indagatore, Claudia sbircia oltre la coltre dorata di questo luogo e ci racconta le emozioni di un’estate italiana dal sapore neorealista. Le sue fotografie sembrano congelare il tempo, ci
danno l’occasione di odorare il momento, assaporandone ogni istante. Come negli scatti poetici di
Imogen Cunningham, la luce quasi crepuscolare disegna silhouettes dinamiche e corpi semplicemente
reali, esaltando la meraviglia umana.
Simone Malgrati, Raccolta fotografica N°1, Capri, Italia
La dimensione del viaggio rientra tra gli aspetti più poetici della nostra esistenza. Come ci ricorda Bruce
Chatwin: «Viaggiare non soltanto allarga la mente, le dà forma». Lo scrittore parla di un sano
nomadismo, inteso come atto di fede nei confronti dell’ignoto e propenso ad aprirsi all’altro senza
pregiudizio. L’artista, con un taglio cinematografico dal sapore vintage, ci restituisce la visione di una
Capri unica, immersa in un’atmosfera di perenne attesa, in bilico tra quiete e malinconia. La grammatica
dei suoi scatti ci ricorda inevitabilmente la magnifica contemplazione del mondo di Luigi Ghirri.
Simone, come lui, si lascia guidare dalle emozioni e dall’istinto, senza tralasciare l’importanza di una
composizione visiva curata ed elegante. La grana di queste immagini modella i soggetti come se fossero
statue, ne esalta i contorni e le infinte sfumature pastello. La luce penetra nelle viscere di ogni dettaglio,
offrendoci uno sguardo quasi pittorico su paesaggi che sembrano essere fuoriusciti dal pennello di
Edward Hopper.
quintessenza di Capri e, conseguentemente, restituirne un’immagine travolgente, svincolata da ogni stereotipo.
Davide Esposito, Sogno di un’ombra
L’enigma dell’identità è un concetto complesso, ricco di infinite sfaccettature, che da sempre affligge
l’animo umano. L’uomo contemporaneo è vittima di un meccanismo subdolo, provocato dallo
smarrimento interiore e dalla conseguente perdita di ogni certezza. È proprio in questo contesto che si
anima il progetto di Davide Esposito. Sogno di un’ombra nasce da una dolorosa urgenza di stampo
nietzschiano: è un racconto profondo, capace di delineare un sincero percorso di presa di coscienza
personale, scevro da ogni velleità meschina e proteso verso una liberazione totalizzante.
Con uno sguardo dolcemente malinconico, Esposito delinea la figura di un’isola immaginaria, materna
ma anche matrigna, accogliente e allo stesso tempo spietata. È una partita che si gioca nell’oscurità di
una notte invernale, dove l’aspra natura di una Capri deserta, dominata dal silenzio e scalfita dal vento,
attiva una riflessione tra reale e illusorio.
L’uso del bianco e nero, dominato da luci quasi accecanti e ombre dense come il petrolio, ci trasporta in
un viaggio dal sapore onirico, parlandoci dell’infinità dei sentimenti, perennemente in contrasto tra
loro. L’aura di queste immagini richiama l’atmosfera di Breathing in / Breathing out, performance di
Marina Abramovic e ULAY: ci sono un uomo e una donna, le cui bocche sono fuse in un bacio fatale.
Claudia Vanacore, L’Intervallo
In un mondo dominato dai social network, dove il confine tra verità e finzione è sempre più sottile,
lontano anni luce dalla realtà, dove tutto si muove a grande velocità e “il popolare” sembra aver preso
il posto della spensieratezza, l’immaginario collettivo sembra scontrarsi con l’interpretazione personale
e il concetto di stereotipo appare in perenne conflitto con la concretezza. Claudia Vanacore utilizza la
sua macchina fotografica come una lente di ingrandimento, capace di scorporare i dettami
contemporanei e sviscerare i fatti salienti della nostra società. Il suo progetto L’intervallo ci invita a
prendere una pausa dal costante bombardamento di informazioni e dal nostro perenne progredire verso
un obiettivo indefinito. Le immagini che ci propone vogliono raccontare una Capri insolita, avvolta in
una dimensione agli antipodi rispetto al suo comune concetto di località esclusiva, lussuosa, da sempre
popolata dai divi del cinema e scenario di pubblicità equivoche, che sembrano vendere un ideale
impossibile, piuttosto che un semplice prodotto. Con il suo occhio indagatore, Claudia sbircia oltre la coltre dorata di questo luogo e ci racconta le emozioni di un’estate italiana dal sapore neorealista. Le sue fotografie sembrano congelare il tempo, ci
danno l’occasione di odorare il momento, assaporandone ogni istante. Come negli scatti poetici di
Imogen Cunningham, la luce quasi crepuscolare disegna silhouettes dinamiche e corpi semplicemente
reali, esaltando la meraviglia umana.
Simone Malgrati, Raccolta fotografica N°1, Capri, Italia
La dimensione del viaggio rientra tra gli aspetti più poetici della nostra esistenza. Come ci ricorda Bruce
Chatwin: «Viaggiare non soltanto allarga la mente, le dà forma». Lo scrittore parla di un sano
nomadismo, inteso come atto di fede nei confronti dell’ignoto e propenso ad aprirsi all’altro senza
pregiudizio. L’artista, con un taglio cinematografico dal sapore vintage, ci restituisce la visione di una
Capri unica, immersa in un’atmosfera di perenne attesa, in bilico tra quiete e malinconia. La grammatica
dei suoi scatti ci ricorda inevitabilmente la magnifica contemplazione del mondo di Luigi Ghirri.
Simone, come lui, si lascia guidare dalle emozioni e dall’istinto, senza tralasciare l’importanza di una
composizione visiva curata ed elegante. La grana di queste immagini modella i soggetti come se fossero
statue, ne esalta i contorni e le infinte sfumature pastello. La luce penetra nelle viscere di ogni dettaglio,
offrendoci uno sguardo quasi pittorico su paesaggi che sembrano essere fuoriusciti dal pennello di
Edward Hopper.
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