Banchetto del ricco Epulone
L’opera illustra la parabola narrata da Gesù riportata nel vangelo di Luca (16, 19-31), in cui il ricco Epulone ignora il mendicante Lazzaro in vita, cosicché dopo la morte, in una sorta di contrappasso, il primo sarà costretto alle fiamme, mentre il povero sarà accanto ad Abramo. Una curiosità: il nome Epulone, mai citato nel testo che parla solo di un uomo ricco, è frutto di una storpiatura del verbo latino epulabor = banchettare.
Il dipinto mostra la formazione veneta di Saraceni, che nel realizzarlo sembra ancora a digiuno delle influenze caravaggesche e di quelle fiamminghe assorbite a Roma. È per questo che la critica tende a considerarlo uno dei primi lavori romani del pittore, che di fatto dipinge un convito che tanto deve a Veronese e che, nella parte paesistica, nei ruderi architettonici e soprattutto nel panneggio rosso a sinistra, ricorda Tiziano e Bassano.
La tela compare nel 1627 nell’inventario del cardinale Francesco Del Monte, l’importante collezionista che possedeva anche famosi dipinti di Caravaggio e che fu il principale sostenitore del pittore lombardo per fargli ottenere la commissione della decorazione della Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi.
COMMENTI
LE OPERE
La nascita della Vergine
1617 | Affresco
Santa Cecilia e l'angelo
1610 | Olio su tela
Madonna col Bambino e sant’Anna
1610 | Olio su tela
San Rocco e l'angelo
1604 | Olio su tela
Ambascerie orientali
1616 | Affresco
Estasi di San Francesco d'Assisi
1620 | Olio su tela
Enrico Dandolo e i Crociati nella Basilica di San Marco
1620 | Olio su muro
Transito della Vergine
1612 | Olio su tela
San Carlo Borromeo porta in processione il chiodo della croce
1618 | Olio su tela
Banchetto del ricco Epulone
1605 | Olio su tela
Martirio di San Lamberto
1618 | Olio su tela
Miracolo di San Benno
1618 | Olio su tela
Caduta di Icaro
1606 | Olio
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