Dal 9 febbraio al 16 luglio alle Galleria d’Italia
JR in arrivo a Torino per la prima personale in Italia
JR, Atelier Imaginaire, 2022 | Courtesy Intesa Sanpaolo
Samantha De Martin
18/01/2023
Torino - Dalla strada e dalle facciate di celebri edifici storici trasfigurati con le sue installazioni, JR sbarca al museo per la sua prima personale in Italia.
Accadrà dal 9 febbraio al 16 luglio nei circa 4.000 metri quadrati che accolgono le Gallerie d’Italia di Torino, grazie al progetto JR – DEPLACÉ.E.S a cura di Arturo Galansino. Al momento i dettagli relativi all’allestimento della mostra rimangono top secret come anche i lavori che scandiranno il percorso del visitatore.
Quello che è certo è che l’artista francese che ha conquistato il mondo con i suoi progetti che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale intrecciando linguaggi diversi, sfodererà in mostra il suo tocco personale raccontando la realtà e stimolando riflessioni sulla fragilità sociale. La Fondazione Compagnia di San Paolo collabora con il museo torinese di Intesa Sanpaolo coinvolgendo nella realizzazione degli eventi correlati all'esposizione diversi enti del territorio insieme ai quali è impegnata a costruire società più inclusive.
JR, Déplacé.e.s, Valeriia, Lviv, Ukraine, 2022 © JR
“Nel 2022 - dichiara JR - il numero di persone costrette a fuggire dal proprio luogo di residenza a causa di persecuzioni, guerre, violenze e violazioni dei diritti umani ha superato la minacciosa soglia dei 100 milioni. Questa emergenza è ora aggravata dalla carenza di cibo ed energia, dall'inflazione e dalle crisi legate al clima. In molti Paesi dell'Africa, del Medio Oriente, del Sud America, alle porte dell'Europa, le popolazioni sono costrette ad abbandonare le proprie case per assicurarsi la sopravvivenza altrove. La guerra in Ucraina ha provocato il più improvviso e uno dei più grandi esili forzati dalla Seconda guerra mondiale. Simbolo di questa tragedia senza fine, l'isola greca di Lesbo è teatro del flusso e riflusso dei migranti che arrivano via mare mentre i conflitti si sviluppano. Questa geografia della delocalizzazione forzata costituisce “luoghi off-limit” che ricevono un'eccessiva attenzione mediatica e sono allo stesso tempo invisibili”.
Così Valeriia, Thierry, Andiara, Angel, Jamal, Ajara, Moise e Mozhda diventano i volti dei bambini che incarnano queste migrazioni forzate, i cui ritratti, ingranditi dall’artista e dispiegati fugacemente e spontaneamente su enormi teloni durante performance collettive organizzate in luoghi come la Piazza dell'Opera di Lviv in Ucraina, nei campi di Mugombwa in Ruanda, sull’isola greca di Lesbo o nella comunità ospitante di Cúcuta in Colombia, restituiscono a questi protagonisti un'identità.
Pur venendo da luoghi diversi, dal Congo al Venezuela, dal Mali all'Afghanistan, questi visi sono accomunati da un medesimo atteggiamento, diventando un unico corpo che avanza in una corsa alla conquista, con un unico sorriso ribelle e un'aura giovanile, mentre la forza vitale affronta i peggiori dolori dell'esilio.
JR, Atelier Imaginaire, 2022 | Courtesy Intesa Sanpaolo
Alle ragioni della disumanizzazione JR contrappone un'esperienza sensibile dal punto di vista di bambini che ci guardano stabilendo un rapporto di reciprocità tra loro, noi e il futuro.
“I campi - dichiara l’artista - non sono solo luoghi di vita quotidiana per milioni di persone, sono diventati una delle maggiori componenti della globalizzazione, una delle forme di organizzazione del mondo: un modo per trattare chi è indesiderato, ciò che non vogliamo guardare negli occhi. Al servizio di qualcosa di più grande, la mia arte crea tensione tra il visibile e l'invisibile per resistere alla banalizzazione delle prospettive”. E cita, per sottolineare l’obiettivo della mostra alle Gallerie d’Italia, le parole dell'antropologo Michel Agier che deplorava l’assenza di importanza dei rifugiati e degli sfollati che suggella per sempre la loro esclusione dalla società: “Hannah Arendt ha definito questa esclusione dei rifugiati una morte sociale. Penso che sia urgente far conoscere i campi, tutti i tipi di campi”.
Palazzo Turinetti, sede delle Gallerie d'Italia di Torino
Da quando ha lasciato la banlieue parigina più di vent'anni fa, JR - il cui pseudonimo rappresenta le iniziali del suo nome (Jean René) e allude al personaggio principale della serie americana “Dallas”, J. R. Ewing - ha portato la sua arte nel mondo con opere monumentali di arte pubblica capaci di coinvolgere e ispirare intere comunità, dalle favelas brasiliane a un carcere di massima sicurezza in California, dalla Piramide del Louvre al confine tra Israele e Palestina.
Dopo che, nel 2001, ha trovato una fotocamera nella metropolitana parigina, JR percorre l'Europa incontrando persone o artisti che si esprimono sui muri, nei seminterrati o sui tetti di Parigi, affermando di voler portare l'arte nella strada: "Ho la più grande galleria d'arte al mondo: i muri del mondo intero. Così richiamo l'attenzione di quelli che non frequentano abitualmente i musei".
E adesso che l’artista si appresta a sbarcare in un museo cresce la curiosità del pubblico.
“Presentiamo a Torino, per la prima volta in un museo italiano, il lavoro di uno degli artisti internazionali più originali e attenti ai grandi cambiamenti sociali - annuncia Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e direttore delle Gallerie d’Italia -. Il progetto, che unisce street art, fotografia e video installazioni, conferma la vocazione delle Gallerie d’Italia torinesi a stimolare la riflessione sulle complessità odierne, in linea con l’impegno di Intesa Sanpaolo a favore di una crescita sostenibile e inclusiva”.
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Quello che è certo è che l’artista francese che ha conquistato il mondo con i suoi progetti che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale intrecciando linguaggi diversi, sfodererà in mostra il suo tocco personale raccontando la realtà e stimolando riflessioni sulla fragilità sociale. La Fondazione Compagnia di San Paolo collabora con il museo torinese di Intesa Sanpaolo coinvolgendo nella realizzazione degli eventi correlati all'esposizione diversi enti del territorio insieme ai quali è impegnata a costruire società più inclusive.
JR, Déplacé.e.s, Valeriia, Lviv, Ukraine, 2022 © JR
“Nel 2022 - dichiara JR - il numero di persone costrette a fuggire dal proprio luogo di residenza a causa di persecuzioni, guerre, violenze e violazioni dei diritti umani ha superato la minacciosa soglia dei 100 milioni. Questa emergenza è ora aggravata dalla carenza di cibo ed energia, dall'inflazione e dalle crisi legate al clima. In molti Paesi dell'Africa, del Medio Oriente, del Sud America, alle porte dell'Europa, le popolazioni sono costrette ad abbandonare le proprie case per assicurarsi la sopravvivenza altrove. La guerra in Ucraina ha provocato il più improvviso e uno dei più grandi esili forzati dalla Seconda guerra mondiale. Simbolo di questa tragedia senza fine, l'isola greca di Lesbo è teatro del flusso e riflusso dei migranti che arrivano via mare mentre i conflitti si sviluppano. Questa geografia della delocalizzazione forzata costituisce “luoghi off-limit” che ricevono un'eccessiva attenzione mediatica e sono allo stesso tempo invisibili”.
Così Valeriia, Thierry, Andiara, Angel, Jamal, Ajara, Moise e Mozhda diventano i volti dei bambini che incarnano queste migrazioni forzate, i cui ritratti, ingranditi dall’artista e dispiegati fugacemente e spontaneamente su enormi teloni durante performance collettive organizzate in luoghi come la Piazza dell'Opera di Lviv in Ucraina, nei campi di Mugombwa in Ruanda, sull’isola greca di Lesbo o nella comunità ospitante di Cúcuta in Colombia, restituiscono a questi protagonisti un'identità.
Pur venendo da luoghi diversi, dal Congo al Venezuela, dal Mali all'Afghanistan, questi visi sono accomunati da un medesimo atteggiamento, diventando un unico corpo che avanza in una corsa alla conquista, con un unico sorriso ribelle e un'aura giovanile, mentre la forza vitale affronta i peggiori dolori dell'esilio.
JR, Atelier Imaginaire, 2022 | Courtesy Intesa Sanpaolo
Alle ragioni della disumanizzazione JR contrappone un'esperienza sensibile dal punto di vista di bambini che ci guardano stabilendo un rapporto di reciprocità tra loro, noi e il futuro.
“I campi - dichiara l’artista - non sono solo luoghi di vita quotidiana per milioni di persone, sono diventati una delle maggiori componenti della globalizzazione, una delle forme di organizzazione del mondo: un modo per trattare chi è indesiderato, ciò che non vogliamo guardare negli occhi. Al servizio di qualcosa di più grande, la mia arte crea tensione tra il visibile e l'invisibile per resistere alla banalizzazione delle prospettive”. E cita, per sottolineare l’obiettivo della mostra alle Gallerie d’Italia, le parole dell'antropologo Michel Agier che deplorava l’assenza di importanza dei rifugiati e degli sfollati che suggella per sempre la loro esclusione dalla società: “Hannah Arendt ha definito questa esclusione dei rifugiati una morte sociale. Penso che sia urgente far conoscere i campi, tutti i tipi di campi”.
Palazzo Turinetti, sede delle Gallerie d'Italia di Torino
Da quando ha lasciato la banlieue parigina più di vent'anni fa, JR - il cui pseudonimo rappresenta le iniziali del suo nome (Jean René) e allude al personaggio principale della serie americana “Dallas”, J. R. Ewing - ha portato la sua arte nel mondo con opere monumentali di arte pubblica capaci di coinvolgere e ispirare intere comunità, dalle favelas brasiliane a un carcere di massima sicurezza in California, dalla Piramide del Louvre al confine tra Israele e Palestina.
Dopo che, nel 2001, ha trovato una fotocamera nella metropolitana parigina, JR percorre l'Europa incontrando persone o artisti che si esprimono sui muri, nei seminterrati o sui tetti di Parigi, affermando di voler portare l'arte nella strada: "Ho la più grande galleria d'arte al mondo: i muri del mondo intero. Così richiamo l'attenzione di quelli che non frequentano abitualmente i musei".
E adesso che l’artista si appresta a sbarcare in un museo cresce la curiosità del pubblico.
“Presentiamo a Torino, per la prima volta in un museo italiano, il lavoro di uno degli artisti internazionali più originali e attenti ai grandi cambiamenti sociali - annuncia Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e direttore delle Gallerie d’Italia -. Il progetto, che unisce street art, fotografia e video installazioni, conferma la vocazione delle Gallerie d’Italia torinesi a stimolare la riflessione sulle complessità odierne, in linea con l’impegno di Intesa Sanpaolo a favore di una crescita sostenibile e inclusiva”.
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