Ercolano

Scena di banchetto dagli scavi di Ercolano. Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Francesca Grego
28/03/2025
Napoli - Sapevate che i pasti degli antichi Romani iniziavano con un uovo? “Ab ovo usque ad mala” (“dall’uovo alle mele”, e in senso figurato “dall’inizio alla fine”) recita un detto latino citato da Orazio. A raccontarci cosa ci fosse nel mezzo, come venisse preparato e consumato, quali significati avessero il cibo e all’atto del mangiare, è la nuova mostra del Parco Archeologico di Ercolano, visitabile dal 28 marzo al 31 dicembre 2025. Nelle sale affrescate della Villa Campolieto, una delle più belle del cosiddetto Miglio d’Oro, Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola illustra la ricca cultura gastronomica fiorita nell’area vesuviana, attraverso numerosi reperti ritrovati a Ercolano: resti di pane, focacce, legumi, uova, formaggi, frutta, molluschi, pentole e vasellame comune o di lusso, capaci di raccontare usanze e ricette di duemila anni fa. Accanto a loro, sul banco dei testimoni, troviamo gli scheletri dei fuggiaschi scavati sull’antica spiaggia della città: il loro studio ha regalato informazioni fondamentali sullo stato di salute degli antichi ercolanesi e sulle abitudini alimentari di donne, uomini e bambini.

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
“Il cibo, non solo come necessità fisiologica, ma come elemento centrale della vita culturale e sociale, rappresenta un costante legame con il contemporaneo perché molte tradizioni e usi antichi persistono anche nella cultura campana di oggi”, spiega il direttore del Parco Francesco Sirano: “I gusti, le ricette e l’etichetta a tavola sono cambiati negli oltre duemila anni che ci separano dal 79 d.C., ma abbiamo in comune la cura per la qualità delle materie prime, al tempo dei Romani spesso importate anche dall’Africa e dall’India, per la preparazione e la presentazione dei piatti e, molto più importante, per l’ospitalità e la condivisione della mensa, specie nelle occasioni importanti”.

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Sezioni dedicate agli alimenti, alla cucina, al mercato e alle tabernae romane, ai tempi e agli spazi del mangiare scandiscono il percorso espositivo tra gli affreschi della Villa Campolieto, gioiello settecentesco progettato da Luigi Vanvitelli per il principe Luzio De Sangro. La storia della villa è legata a quella di Ercolano antica: era il 1738 quando i sovrani Carlo di Borbone e Mariamalia di Sassonia scelsero Portici per costruire una nuova reggia e dare inizio agli scavi archeologici. Molti nobili napoletani seguirono la corte reale innalzando sulla costa ai piedi del Vesuvio meravigliose residenze estive e così creando un complesso architettonico unico al mondo: 122 ville, mirabile confronto tra natura e artificio, neoclassico e rococò, allineate sulla strada oggi conosciuta come Miglio d’Oro.
L’allestimento della mostra dialoga con i tesori della storica dimora, quasi un ponte tra passato e presente. Scopriamo così le tecniche di preparazione del cibo nella colonia romana, la ricostruzione di un’antica cucina con i suoi strumenti e un reperto alquanto raro, una dispensa in legno che al momento del ritrovamento conteneva ancora sacchetti di provviste e frammenti di focaccia. Immaginiamo poi gli abitanti di Ercolano mentre fanno colazione, tra le 8 e le 9 del mattino, con un bicchiere di latte o acqua aromatizzata - e fin qui niente di strano - accompagnato da pane intinto nel vino o in una salsa all’aglio.

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
“La mostra è un viaggio straordinario attraverso il tempo, che ci permette di esplorare l’arte del cibo nell’antica Ercolano ed il suo valore non solo nutrizionale, ma anche sociale e culturale”, osserva Gennaro Miranda, presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane, partner del progetto: “I piaceri della tavola, le tradizioni culinarie e la convivialità erano aspetti fondamentali della vita quotidiana degli antichi ercolanesi, e oggi, nel cuore del Miglio d’Oro, possiamo continuare a celebrare e riscoprire quelle stesse tradizioni, che sono ancora una parte essenziale della nostra vita quotidiana”.
Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola chiude una trilogia di mostre iniziata sette anni fa con il progetto Ercolano 1738-2018 Talento Passato e Presente, con l’obiettivo di valorizzare i reperti più significativi della città antica all’interno di alcuni dei più bei luoghi del territorio: protagoniste accanto a Villa Campolieto sono state la Reggia di Portici, sede dell’esposizione Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano, e l’Antiquarium del Parco Archeologico, che ha ospitato SplendOri. Il lusso degli ornamenti a Ercolano.

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Leggi anche:
• Ecco la nuova Ercolano, tra domus restaurate, un'app e percorsi personalizzati

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
“Il cibo, non solo come necessità fisiologica, ma come elemento centrale della vita culturale e sociale, rappresenta un costante legame con il contemporaneo perché molte tradizioni e usi antichi persistono anche nella cultura campana di oggi”, spiega il direttore del Parco Francesco Sirano: “I gusti, le ricette e l’etichetta a tavola sono cambiati negli oltre duemila anni che ci separano dal 79 d.C., ma abbiamo in comune la cura per la qualità delle materie prime, al tempo dei Romani spesso importate anche dall’Africa e dall’India, per la preparazione e la presentazione dei piatti e, molto più importante, per l’ospitalità e la condivisione della mensa, specie nelle occasioni importanti”.

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Sezioni dedicate agli alimenti, alla cucina, al mercato e alle tabernae romane, ai tempi e agli spazi del mangiare scandiscono il percorso espositivo tra gli affreschi della Villa Campolieto, gioiello settecentesco progettato da Luigi Vanvitelli per il principe Luzio De Sangro. La storia della villa è legata a quella di Ercolano antica: era il 1738 quando i sovrani Carlo di Borbone e Mariamalia di Sassonia scelsero Portici per costruire una nuova reggia e dare inizio agli scavi archeologici. Molti nobili napoletani seguirono la corte reale innalzando sulla costa ai piedi del Vesuvio meravigliose residenze estive e così creando un complesso architettonico unico al mondo: 122 ville, mirabile confronto tra natura e artificio, neoclassico e rococò, allineate sulla strada oggi conosciuta come Miglio d’Oro.
L’allestimento della mostra dialoga con i tesori della storica dimora, quasi un ponte tra passato e presente. Scopriamo così le tecniche di preparazione del cibo nella colonia romana, la ricostruzione di un’antica cucina con i suoi strumenti e un reperto alquanto raro, una dispensa in legno che al momento del ritrovamento conteneva ancora sacchetti di provviste e frammenti di focaccia. Immaginiamo poi gli abitanti di Ercolano mentre fanno colazione, tra le 8 e le 9 del mattino, con un bicchiere di latte o acqua aromatizzata - e fin qui niente di strano - accompagnato da pane intinto nel vino o in una salsa all’aglio.

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
“La mostra è un viaggio straordinario attraverso il tempo, che ci permette di esplorare l’arte del cibo nell’antica Ercolano ed il suo valore non solo nutrizionale, ma anche sociale e culturale”, osserva Gennaro Miranda, presidente della Fondazione Ente Ville Vesuviane, partner del progetto: “I piaceri della tavola, le tradizioni culinarie e la convivialità erano aspetti fondamentali della vita quotidiana degli antichi ercolanesi, e oggi, nel cuore del Miglio d’Oro, possiamo continuare a celebrare e riscoprire quelle stesse tradizioni, che sono ancora una parte essenziale della nostra vita quotidiana”.
Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola chiude una trilogia di mostre iniziata sette anni fa con il progetto Ercolano 1738-2018 Talento Passato e Presente, con l’obiettivo di valorizzare i reperti più significativi della città antica all’interno di alcuni dei più bei luoghi del territorio: protagoniste accanto a Villa Campolieto sono state la Reggia di Portici, sede dell’esposizione Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano, e l’Antiquarium del Parco Archeologico, che ha ospitato SplendOri. Il lusso degli ornamenti a Ercolano.

Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
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