Visita guidata
Vaticano
06/02/2001
Entrando nei Musei Vaticani, attraverso le spesse mura cinquecentesche, si ha la sensazione di essere entrati in un edificio assolutamente unico: un tempio consacrato alla storia e all’arte, metà di più di 3 milioni di persone l’anno, dove è esaltata l’antichità, ma si tenta di far spazio al contemporaneo, attraverso un gioco di accostamenti formali volutamente contrastanti. Avendo ancora negli occhi l’imponenza del bastione michelangiolesco, che accoglie il nuovo ingresso dei Musei Vaticani, ci viene infatti subito dato il benvenuto da un artista contemporaneo, lo scultore Cecco Bonanotte, a cui è stato commissionato per il Giubileo del 2000 il grande portone in bronzo. Andando avanti all’interno della costruzione, salendo sulle scale mobili e fiancheggiando le morbide e imponenti volute della moderna scala a spirale – che ricorda l’esterno del Guggenheim di New York - si ha la sensazione, grazie anche ad una copertura di pannelli trasparenti posta sul cortile delle Corazze, di salire verso l’azzurro del cielo. Infine, al centro del Cortile della Pigna - chiamato così per la fontana in bronzo d’epoca romana scoperta presso le terme di Agrippa - risplende la scultura “Sfera” di 4 metri di diametro, realizzata nel 1990 dall’artista Arnaldo Pomodoro. I musei Vaticani, sempre nel 2000 hanno inaugurato un’altra imponente scultura, “Varcare la soglia”, dell’artista contemporaneo, Giuliano Vangi, a cui la Biennale di Venezia nel 1995 ha reso omaggio dedicando una sala.
Si sceglie come prima tappa del tour all’interno dei Musei Vaticani il Museo Egizio. Qui a trionfare è il senso di meraviglia del visitatore di fronte al fascino del popolo degli antichi egizi che con acume e laboriosità hanno generato una civiltà avanzata, simbolicamente rappresentata dalla forza del geroglifico o dalla complessità degli edifici a piramide. La collezione del Museo Egizio, iniziata nel 1839 da Papa Gregorio XVI, raccoglie numerose opere d’arte giunte a Roma nell’antichità e collezionate dalle nobili famiglie romane durante il Medioevo e il Rinascimento. Anche se il museo non è comparabile per importanza a quelli del Cairo o di Parigi o di Torino, accoglie tuttavia alcuni oggetti molto interessanti, come le statue colossali di Sekhmet (1408-1372 a.C.), la splendida statua della regina Thuya (1280 a. C.), la testa del faraone Mentuhotep (2054-2008 a.C.). All’interno delle sale sono esposte anche mummie, urne funerarie, sarcofagi, tavole votive, gioielli e statuette. Le ultime quattro sale del museo, risistemate, sono state inaugurate nel Giugno del 2000.
Se nel museo egizio si è provata ammirazione per i virtuosismi di scienza e tecnica e per la bellezza delle decorazioni artistiche, nel Museo Etrusco trionfa e commuove il visitatore soprattutto la bellezza dell’oggetto, l’amore per il colore, l’armonia della forma, la perizia del manufatto. Le sale del museo etrusco, più di venti, raccolgono i reperti archeologici provenienti dall’Etruria e dal Lazio, risalenti ai secoli dall’IX all’VII a. C. La collezione, iniziata nel 1837 da Papa Gregorio XVI, si è molto arricchita grazie a donazioni e ad altre acquisizioni fatte negli anni successivi. Molti degli oggetti esposti, provengono dalla tomba Regolini-Galassi, dal nome dei due che la scoprirono nel 1836 nei pressi di Cerveteri. Enorme è la collezione di meravigliosi gioielli, di vasi lavorati in bucchero, di piccole statue che accompagnavano i morti nella tomba, di anfore, di oggetti in ceramica e bronzo, di sarcofagi in marmo. Il museo vanta anche una incredibile collezione di urne cinerarie di età ellenistica (VII sec. a. C.).
Continuando la visita, si arriva nel Museo Pio-Clementino. Nel 1771 Papa Clemente XIV ha sistemato la collezione di statue dell’antichità greca e romana nel Cortile Ottagono, disegnato dal Bramante e situato nel Palazzetto del Belvedere, cortile che fu ingrandito due anni più tardi da Michelangelo Simonetti.
Il successore di Clemente XIV, Papa Pio VI, ha aggiunto altri ambienti adatti all’esposizione delle statue sempre adiacenti al Cortile Ottagono: nel Gabinetto di Apollo è esposto il famosissimo Torso del Belvedere, scultura attribuita a Leocares e scoperta nel Quattrocento vicino alla Chiesa di San Pietro in Vincoli; nel Gabinetto dell’Apoxymenos vi è la copia d’epoca romana della scultura di Lisippo che rappresenta un atleta, scoperta a Trastevere nell’Ottocento; nel Gabinetto del Laocoonte il memorabile gruppo scultoreo scoperto nel Cinquecento nella Domus Aurea e ispirato al famoso episodio della guerra di Troia; nel Gabinetto dell’Hermes la copia datata all’età di Adriano di una statua di Prassitele. Sempre Papa Pio VI ha commissionato a Michelangelo Simonetti nel 1776 la Stanza degli Animali, dove sono conservate sculture e frammenti di mosaici d’età romana che hanno per soggetto degli animali. Papa Innocenzo VIII ha ingrandito ancora il Palazzetto del Belvedere con nuovi spazi espositivi come la Galleria delle Statue, la Sala delle Muse, la Sala Rotonda dove è esposto il Giove di Otricoli e la colossale statua in bronzo di Ercole, la Sala a Croce Greca, il Gabinetto delle Maschere dove si trova la famosa Venere di Cnido. Papa Clemente XIV, infine, ha riadattato alcuni ambienti per meglio esporre le statue, inaugurando anche la Galleria dei Busti.
Passando al Museo Chiaramonti si continua ad apprezzare la vasta raccolta vaticana di statue dell’antichità. Il museo, commissionato da Pio VII (Barnaba Chiaramonti) nei primi anni dell’Ottocento e realizzato da Antonio Canova, mostra negli ambienti di gusto neoclassico, una profusione di sculture romane, alcune ispirate a precedenti greci (come gli Dei dell’Olimpo, la statua di Atena, Ercole con il figlio Telefo), altre di ispirazione romana (come Scipione l’Africano). Da qui si passa alla Galleria Lapidaria, ove sono esposte iscrizioni cristiane provenienti dalle catacombe e dalle necropoli ed infine si arriva al Braccio Nuovo dei Musei Vaticani, costruito dall’architetto Raffaele Stern nel 1817 accanto al Cortile del Belvedere e parallelo alla Galleria della Biblioteca Apostolica Vaticana, in cui ancora continua la collezione di statue di epoca romana. Tra queste ricordiamo l’Augusto di Prima Porta, la statua del Nilo scoperta nel Cinquecento presso la chiesa di Santa Maria sopra Minerva, e il Doriforo, copia dell’originale in bronzo di Policleto.
Si può continuare il tour passando per la Galleria dei Candelabri, il cui nome deriva dai candelabri in marmo sistemati lungo le pareti e le cui volte sono state affrescate nell’Ottocento dal Torti e dallo Seitz. All’interno della galleria continua la collezione di sculture del periodo classico.
Fanno parte inoltre dei Musei: la Galleria degli Arazzi con una raccolta di arazzi di diverse fabbriche dei secoli XVI e XVII; la Galleria delle carte Geografiche, istituita da Gregorio XIII e restaurata da Urbano VIII, lunga 120 metri, dove sono esposte 40 mappe, rappresentati le varie regioni d’Italia e i territori che erano dello Stato della Chiesa, dipinte da Antonio Danti tra il 1580 e il 1583 sui cartoni disegnati dal fratello Ignazio, che era cartografo e architetto; la Stanza di Pio V decorata da arazzi del tardo Quattrocento e del Cinquecento, realizzati a Tornai e a Bruxelles.
LA MAPPA
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