Vania Elettra Tam. Cielo, cielo...mi manca
![Vania Elettra Tam. Cielo, cielo...mi manca Vania Elettra Tam. Cielo, cielo...mi manca](http://www.arte.it/foto/600x450/e7/12666-b.jpg)
Vania Elettra Tam. Cielo, cielo...mi manca
Dal 23 Ottobre 2012 al 30 Novembre 2012
Milano
Luogo: Art for Interior Gallery
Indirizzo: via Pellegrino Rossi 5
Orari: da lunedì a venerdì 10-13/ 14-18; sabato e domenica su appuntamento
Curatori: Laura Angelone
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 33004956
E-Mail info: info@artforinterior.com
Sito ufficiale: http://www.artforinterior.com
L’artista propone una selezione di opere del progetto “Il cielo in una stanza”, tele, tavole e disegni per raccontare il desiderio di affrontare l’esistenza con una più saggia leggerezza.
Le opere di Vania raffigurano donne malinconiche, impaurite, perse in un mondo di convenzioni. Partendo dal manifestarsi di un fatto reale, quale la rottura di un tacco o la percezione delle proprie paure, “cielo… un ragno!”, esse sono chiamate a fare i conti con l’inconscio; l’attimo in cui questo accade, diventa l’“epifania”, l’episodio rivelatore che mostra i significati più profondi dell’esistenza. Il fascino del lavoro è proprio qui nascosto.
Ecco che si apre, infatti, “un altro mondo” dal sapore onirico e misterioso, che invita lo spettatore a giocare con le forme, con le ombre e spinge a guardare con attenzione, poiché nulla è come sembra. Esso rivela un bisogno di recuperare quella dimensione fanciullesca che aiuta a prendersi meno sul serio e a beffare quelle situazioni che sembrano così disperate.
Il recupero di un passato, quello in cui collezionare e scambiare figurine bastava per essere felici, quella “voglia di leggerezza”, che si trasforma in angoscia se contaminata dagli stereotipi.
Le ombre, inoltre, rivelano forti richiami alla femminilità, invitano a giocare con la consapevolezza che si può essere donne sensuali anche con un tacco rotto o rincorrendo le proprie paure. Cosa manca, dunque, affinché i due mondi s’incontrino? (Laura Angelone)
Vania Elettra Tam, come ormai sua consuetudine, tratta i problemi del vivere quotidiano con ironia e leggerezza, facendo entrare le opere più facilmente nell’animo di chi le osserva, evitando di servirsi della provocazione fine a se stessa.
Non a caso l’artista in questa sua nuova ricerca sceglie di usare tonalità tendenzialmente monocrome utili a rafforzare la sensazione d’incertezza che l’artista intende comunicare, oltre ad offrire una chiave di lettura più immediata ma assolutamente non banale, sottolineata dalla presenza di ombre di elementi vegetali. Una Vania Elettra Tam sempre ironica e spiritosa ma decisamente più spirituale ed introspettiva. (Frattura Scomposta contemporary art magazine)
VANIA ELETTRA TAM
Comasca di nascita, milanese di adozione, Vania Elettra Tam è uno dei frutti artistici della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e della scuola di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco.
L’ironia e la seduzione delle sue sceneggiature si sovrappongono ad una velata critica sociale ma dallo sguardo sempre lieve, divertito e surreale.
I rifugi casalinghi, la delicatezza e l’instabilità dei suoi microcosmi quotidiani l’hanno fatta conoscere ed apprezzare in Italia e all’estero, dove ha esposto in città come Praga, Londra, Miami e San Diego.
Si segnalano in particolare le mostre personali milanesi “Un giorno di ordinaria pulizia” a cura di Igor Zanti e “Cronaca Rosa” a cura di Alessandra Redaelli. Fra le collettive: “Un’altra storia” in San Carpoforo a Milano a cura di Edoardo di Mauro; “Aquisizioni” al Museo Parisi Valle di Maccagno a cura di Claudio Ricci; la 54° Biennale di Venezia - Padiglione Italia Regione Lombardia a Palazzo Te di Mantova e a Palazzo dei Congressi - Sala Nervi a Torino a cura di Vittorio Sgarbi.
Le opere di Vania raffigurano donne malinconiche, impaurite, perse in un mondo di convenzioni. Partendo dal manifestarsi di un fatto reale, quale la rottura di un tacco o la percezione delle proprie paure, “cielo… un ragno!”, esse sono chiamate a fare i conti con l’inconscio; l’attimo in cui questo accade, diventa l’“epifania”, l’episodio rivelatore che mostra i significati più profondi dell’esistenza. Il fascino del lavoro è proprio qui nascosto.
Ecco che si apre, infatti, “un altro mondo” dal sapore onirico e misterioso, che invita lo spettatore a giocare con le forme, con le ombre e spinge a guardare con attenzione, poiché nulla è come sembra. Esso rivela un bisogno di recuperare quella dimensione fanciullesca che aiuta a prendersi meno sul serio e a beffare quelle situazioni che sembrano così disperate.
Il recupero di un passato, quello in cui collezionare e scambiare figurine bastava per essere felici, quella “voglia di leggerezza”, che si trasforma in angoscia se contaminata dagli stereotipi.
Le ombre, inoltre, rivelano forti richiami alla femminilità, invitano a giocare con la consapevolezza che si può essere donne sensuali anche con un tacco rotto o rincorrendo le proprie paure. Cosa manca, dunque, affinché i due mondi s’incontrino? (Laura Angelone)
Vania Elettra Tam, come ormai sua consuetudine, tratta i problemi del vivere quotidiano con ironia e leggerezza, facendo entrare le opere più facilmente nell’animo di chi le osserva, evitando di servirsi della provocazione fine a se stessa.
Non a caso l’artista in questa sua nuova ricerca sceglie di usare tonalità tendenzialmente monocrome utili a rafforzare la sensazione d’incertezza che l’artista intende comunicare, oltre ad offrire una chiave di lettura più immediata ma assolutamente non banale, sottolineata dalla presenza di ombre di elementi vegetali. Una Vania Elettra Tam sempre ironica e spiritosa ma decisamente più spirituale ed introspettiva. (Frattura Scomposta contemporary art magazine)
VANIA ELETTRA TAM
Comasca di nascita, milanese di adozione, Vania Elettra Tam è uno dei frutti artistici della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e della scuola di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco.
L’ironia e la seduzione delle sue sceneggiature si sovrappongono ad una velata critica sociale ma dallo sguardo sempre lieve, divertito e surreale.
I rifugi casalinghi, la delicatezza e l’instabilità dei suoi microcosmi quotidiani l’hanno fatta conoscere ed apprezzare in Italia e all’estero, dove ha esposto in città come Praga, Londra, Miami e San Diego.
Si segnalano in particolare le mostre personali milanesi “Un giorno di ordinaria pulizia” a cura di Igor Zanti e “Cronaca Rosa” a cura di Alessandra Redaelli. Fra le collettive: “Un’altra storia” in San Carpoforo a Milano a cura di Edoardo di Mauro; “Aquisizioni” al Museo Parisi Valle di Maccagno a cura di Claudio Ricci; la 54° Biennale di Venezia - Padiglione Italia Regione Lombardia a Palazzo Te di Mantova e a Palazzo dei Congressi - Sala Nervi a Torino a cura di Vittorio Sgarbi.
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