In punta di pennello. Natura e cultura nell’arte giapponese
Dal 08 Ottobre 2022 al 31 Gennaio 2023
Perugia
Luogo: Galleria tesori d’arte - Complesso Monumentale di San Pietro
Indirizzo: Borgo XX Giugno 74
Orari: tutti giorni dalle 10 alle 18. Chiusa il 1 novembre, il 24 – 25 – 26 dicembre, il 1 e il 6 gennaio
Enti promotori:
- CAMS – Centro di Ateneo per i Musei Scientifici
- Università degli Studi di Perugia
- Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia
Costo del biglietto: Intero 5 €, Ridotto 3 € (tra 7 e 17 anni, con più di 65 anni, gruppi scolastici; gruppi turistici con più di dieci visitatori, studenti, docenti e dipendenti universitari, visitatori che esibiscono un biglietto della chiesa di San Pietro). Gratuito visitatori minori di 6 anni, visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore, insegnanti accompagnatori, guide turistiche nell'esercizio della propria attività professionale, giornalisti iscritti all’albo
LA MOSTRA
Introdotta “in persona” da Hokusai – l’artista giapponese più noto in occidente – la mostra si svilupperà attraverso dieci sezioni in cui le opere e i manufatti esposti saranno virtualmente presentati e spiegati attraverso dei video animati da alcuni dei più famosi personaggi della storia della cultura giapponese. L’arte della calligrafia è introdotta da un’opera attribuita a Yishan Yining – Issan Ichinei, il monaco cinese che nel XIII secolo diffuse lo Zen tra i samurai e i feudatari nipponici. Matsuo Bashō, il più famoso poeta giapponese, spiega perché una sua lettera in mostra è trattata come un’opera d’arte. Maruyama Ōkyo, il pittore più influente del Settecento giapponese, partendo da una sua pittura raffigurante un gallo e una gallina spiega i caratteri della sua scuola di pittura accademica basata sull’osservazione dal vero. Sesson Shukei, il più grande pittore del Cinquecento giapponese illustra, a partire da un’opera a lui attribuita, la tradizione dei paesaggi realizzati con le macchie di inchiostro. La pittura zen è rappresentata, tra l’altro, da un Enso o cerchio dell’illuminazione, dipinto da Kobori Enshū nel Seicento. Enshū è stato un talentuoso ed eclettico feudatario che durante la vita ha rinnovato l’arte dei giardini, la cerimonia del tè e l’ikebana, cioè l’arte della disposizione dei fiori. Watanabe Seitei, il pittore che sbalordì nel 1878 gli impressionisti con le sue capacità tecniche, è presente in mostra con un dittico e con un taccuino di disegni.
A PERUGIA LA PRIMA MISSIONE DIPLOMATICA GIAPPONESE NEL 1585
È un legame che parte da lontano, quello tra il Complesso Monumentale di San Pietro – oggi sede del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Ateneo perugino – e il Giappone: l'8 giugno del 1585 a San Pietro arrivò infatti in visita la prima missione diplomatica giapponese in Europa. Denominata successivamente Ambasciata Tenshō, e durata otto anni, dal 1582 al 1590, l’ambasciata venne organizzata dal gesuita Alessandro Valignano, uno dei personaggi più importanti della cosiddetta “Generazione di Giganti”, cioè gli ecclesiastici che riuscirono, tra la seconda metà del XVI secolo e il XVII secolo, a instaurare i primi proficui rapporti culturali tra i paesi europei, la Cina e il Giappone. A Perugia, come raccontano le cronache dell'epoca, arrivarono quattro giovani “quali si dice per cosa essere certa essere di sangue reale”: Itō Mancio, Michele Chijiwa, Giuliano Nakaura e Martino Hara, accompagnati dal gesuita Diego de Mesquita che fungeva da guida ed interprete. “Non bevevano vino, ma solo acqua tepida” – è una delle prime testimonianze del consumo di tè – e nel banchetto organizzato dalla città di Perugia i quattro ragazzi mangiarono il cibo locale con “parsimonia”, ma apprezzarono particolarmente i latticini. Per Perugia la visita dei giapponesi fu l’avvenimento più grande della fine del Cinquecento: i giovani lasciarono “una memoria perpetua di loro”, anche grazie allo splendore dei loro vestiti di seta violacea rifinita con oro.
Negli ultimi anni è aumentato l’interesse sia per l’ambasciata del 1585 che per quella successiva del 1613 – 1620 di Hasekura Tsunenaga, che fu l’ultima prima della chiusura del Giappone ai contatti con l’esterno. Le due ambasciate sono ricordate in mostre, rievocazioni e monumenti in Giappone e nel resto del mondo e nel 2019 Amazon ha realizzato anche una serie tv – Magi Tensho Keno Shonen Shisetsu – che ricostruisce l’avventuroso viaggio dei quattro ragazzi.
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