A Chantilly dall'11 settembre al 7 gennaio
La strage degli innocenti, da Poussin e Guido Reni ad Annette Messager
Nicolas Poussin, Massacre des Innocents, 1628 circa, olio su tela, 171x147 cm, Musée Condé, Chantilly. Tramite Wikimedia Commons
Samantha De Martin
17/08/2017
Mondo - La Strage degli innocenti di Nicolas Poussin è il fulcro di una mostra che assiste, nelle preziose stanze del castello di Chantilly, al proficuo dialogo artistico che, da Guido Reni a Picasso, fino all'arte visuale di Annette Messager, accende i riflettori su un'opera intensa, profondamente legata all'Italia.
Realizzata a Roma tra il 1627 e il 1629, ed entrata a far parte dei possedimenti del castello di Chantilly, la tela, custodita nelle sale del Museo Condé, mostra non pochi punti di contatto con La strage degli innocenti di Guido Reni, opera del 1611, accolta nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e pezzo forte della mostra in Francia.
Quando il marchese Vincenzo Giustiniani - banchiere e collezionista stabilitosi a Roma - commissionò la tela a Poussin, l'artista si era da poco trasferito nella Capitale e cercava di affermarsi nel panorama artistico romano dominato da illustri contemporanei, tra i quali Guido Reni e Pietro da Cortona. Riprendendo l'episodio presentato nel Vangelo di Matteo, l'artista francese decise di centrare l'attenzione sull'uccisione di un neonato da parte di un soldato di Erode, che si getta sul piccolo corpo brandendo la spada, ignaro del disperato tentativo della madre di salvarlo.
Il capolavoro dell'artista classicista di Les Andelys sarà, dall'11 settembre fino al 7 gennaio, al centro di una mostra che cercherà di svelarne significati e misteri, attraverso un confronto con prestiti eccezionali e con i grandi nomi dell'arte, da Pablo Picasso a Francis Bacon, fino ai protagonisti dell'arte visuale. D'altra parte, il Museo Condé, ospitato nel suggestivo scenario del castello di Chantilly, vanta, dopo il Louvre, il maggior numero di dipinti e disegni di Poussin in Francia.
In questa eccezionale collezione, Le Massacre des Innocents si distingue sia per i suoi illustri proprietari - Vincenzo Giustiniani, Luciano Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone, e il duca d'Aumale - che per il trattamento radicalmente innovativo del soggetto tratto dal Nuovo Testamento. A differenza delle precedenti rappresentazioni dell'episodio, infatti, Poussin riduce la composizione a tre personaggi - eliminando ad esempio i soldati - al fine di rendere più intenso il dramma in atto.
L'esecuzione ordinata da Erode di tutti i bambini maschi, dell'età di due anni, nati a Betlemme, era, un argomento ampiamente presente nell'arte del XVII secolo e la tela di Poussin aveva molto impressionato i suoi contemporanei, per quel potente ossimoro che contrappone la brutalità del carnefice - che con il piede destro cerca di bloccare il corpo del piccolo, ancora vivo, prima di sferrare il colpo di spada - al disperato urlo di una madre implorante che, con la mano, tenta di impedire l'atroce gesto graffiando la schiena dell'uomo. Un episodio travolgente che ha trovato fortuna, nei secoli, nell'opera di Picasso, Bacon, Henri Cueco, proprio per il suo carattere innovativo.
Un percorso lungo la salle du Jeu de Paume accompagna il visitatore attraverso 50 lavori - tra questi le opere di Guido Reni e Pietro Testa - dal XVII secolo ad oggi. Nonostante la tela di Reni che raffigura La strage degli innocenti sia più piena rispetto a quella di Poussin, le due opere condivudono la violenza della rappresentazione e alcuni dettagli, come il braccio sinistro della donna che tenta di respingere la forza bruta del soldato. Ma in Guido Reni la presenza di due putti che reggono, sull'estremità della tela, le palme del martirio, conferiscono all'opera una connotazione religiosa che in Poussin è assente.
L'esposizione offre lo spunto per interessanti riflessioni sulla storia del dipinto e sulle diverse intrerpretazioni offerte nel corso dei secoli. La Charnel House di Picasso, in Francia per la prima volta dal 1945, proveniente dal Museum of Modern Art di New York, sarà in mostra accanto alla tela Head II di Bacon, dall'Ulster Museum di Belfast. L'artista di Malaga, per la realizzazione di Guernica, prese indubbiamente spunto anche dalla drammatica rappresentazione della madre fatta da Poussin.
C'è poi il contributo dell'artista visuale Annette Messager, radicale e anticonformista, che, nel suo Le Massacre d’après Poussin affida la scritta “Innocenti” a fili di ferro, tessuti, corde e vernice acrilica.
E infine ci sono le opere di Pierre Buraglio, Markus Lupertz, Jérôme Zonder, Vincent Corpet che riprendono l'opera di Poussin, a testimonianza della straordinaria attualità e forza di un intramontabile capolavoro.
Leggi anche:
• Da Poussin a Cézanne. Capolavori del disegno francese dalla collezione Prat
• L'arte italiana sulle strade di Francia
Realizzata a Roma tra il 1627 e il 1629, ed entrata a far parte dei possedimenti del castello di Chantilly, la tela, custodita nelle sale del Museo Condé, mostra non pochi punti di contatto con La strage degli innocenti di Guido Reni, opera del 1611, accolta nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e pezzo forte della mostra in Francia.
Quando il marchese Vincenzo Giustiniani - banchiere e collezionista stabilitosi a Roma - commissionò la tela a Poussin, l'artista si era da poco trasferito nella Capitale e cercava di affermarsi nel panorama artistico romano dominato da illustri contemporanei, tra i quali Guido Reni e Pietro da Cortona. Riprendendo l'episodio presentato nel Vangelo di Matteo, l'artista francese decise di centrare l'attenzione sull'uccisione di un neonato da parte di un soldato di Erode, che si getta sul piccolo corpo brandendo la spada, ignaro del disperato tentativo della madre di salvarlo.
Il capolavoro dell'artista classicista di Les Andelys sarà, dall'11 settembre fino al 7 gennaio, al centro di una mostra che cercherà di svelarne significati e misteri, attraverso un confronto con prestiti eccezionali e con i grandi nomi dell'arte, da Pablo Picasso a Francis Bacon, fino ai protagonisti dell'arte visuale. D'altra parte, il Museo Condé, ospitato nel suggestivo scenario del castello di Chantilly, vanta, dopo il Louvre, il maggior numero di dipinti e disegni di Poussin in Francia.
In questa eccezionale collezione, Le Massacre des Innocents si distingue sia per i suoi illustri proprietari - Vincenzo Giustiniani, Luciano Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone, e il duca d'Aumale - che per il trattamento radicalmente innovativo del soggetto tratto dal Nuovo Testamento. A differenza delle precedenti rappresentazioni dell'episodio, infatti, Poussin riduce la composizione a tre personaggi - eliminando ad esempio i soldati - al fine di rendere più intenso il dramma in atto.
L'esecuzione ordinata da Erode di tutti i bambini maschi, dell'età di due anni, nati a Betlemme, era, un argomento ampiamente presente nell'arte del XVII secolo e la tela di Poussin aveva molto impressionato i suoi contemporanei, per quel potente ossimoro che contrappone la brutalità del carnefice - che con il piede destro cerca di bloccare il corpo del piccolo, ancora vivo, prima di sferrare il colpo di spada - al disperato urlo di una madre implorante che, con la mano, tenta di impedire l'atroce gesto graffiando la schiena dell'uomo. Un episodio travolgente che ha trovato fortuna, nei secoli, nell'opera di Picasso, Bacon, Henri Cueco, proprio per il suo carattere innovativo.
Un percorso lungo la salle du Jeu de Paume accompagna il visitatore attraverso 50 lavori - tra questi le opere di Guido Reni e Pietro Testa - dal XVII secolo ad oggi. Nonostante la tela di Reni che raffigura La strage degli innocenti sia più piena rispetto a quella di Poussin, le due opere condivudono la violenza della rappresentazione e alcuni dettagli, come il braccio sinistro della donna che tenta di respingere la forza bruta del soldato. Ma in Guido Reni la presenza di due putti che reggono, sull'estremità della tela, le palme del martirio, conferiscono all'opera una connotazione religiosa che in Poussin è assente.
L'esposizione offre lo spunto per interessanti riflessioni sulla storia del dipinto e sulle diverse intrerpretazioni offerte nel corso dei secoli. La Charnel House di Picasso, in Francia per la prima volta dal 1945, proveniente dal Museum of Modern Art di New York, sarà in mostra accanto alla tela Head II di Bacon, dall'Ulster Museum di Belfast. L'artista di Malaga, per la realizzazione di Guernica, prese indubbiamente spunto anche dalla drammatica rappresentazione della madre fatta da Poussin.
C'è poi il contributo dell'artista visuale Annette Messager, radicale e anticonformista, che, nel suo Le Massacre d’après Poussin affida la scritta “Innocenti” a fili di ferro, tessuti, corde e vernice acrilica.
E infine ci sono le opere di Pierre Buraglio, Markus Lupertz, Jérôme Zonder, Vincent Corpet che riprendono l'opera di Poussin, a testimonianza della straordinaria attualità e forza di un intramontabile capolavoro.
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