Dal 7 al 9 settembre il festival internazionale fa tappa in Valle d’Itria
Tra memoria e paesaggio, l’Apulia Land Art sceglie Alberobello
Alberobello, la Casa Rossa. Courtesy Apulia Land Art Festival
Francesca Grego
05/09/2018
Bari - È pronto a partire l’Apulia Land Art Festival 2018. Set di questa sesta edizione, il borgo storico di Alberobello, al confine tra i territori di Bari, Taranto e Brindisi e punto di incontro di tre diversi volti della cultura e della terra di Puglia.
I caratteristici trulli, i vicoli imbiancati a calce e i dolci paesaggi della Valle d’Itria fanno dunque da sfondo alle creazioni di 11 artisti selezionati tra proposte giunte dalla Russia e dal Giappone, dal Cile e dall’Australia, cui si affiancano altri sette artisti e collettivi invitati dai curatori.
Ma il festival di quest’anno non si limita a esaltare le attrattive di un paesino gioiello incluso nell’Unesco World Heritage, e punta l’attenzione su un luogo controverso, dove il tempo ha depositato tracce drammatiche e indelebili.
Dopo l’acqua nel Parco dell’Alta Murgia (2016) e il sale a Margherita di Savoia (2017), il tema delle installazioni in mostra dal 7 al 9 settembre sarà infatti “2100 metri quadrati di memoria. Storie e percorsi della Casa Rossa”.
Se oggi la Casa Rossa di Alberobello appare soltanto come un’insolita macchia di colore tra il bianco dei trulli e il verde della campagna, chi conosce questo territorio ricco di testimonianze archeologiche, antichi tracciati viari e bellezze naturali sa bene che si tratta di un edificio dalle anime stratificate.
Nata come scuola di agraria per volontà di un ricco sacerdote colluso con il brigantaggio post-unitario, la Casa Rossa divenne poi il fiore all’occhiello delle politiche ruraliste del fascismo in Puglia, per trasformarsi durante la Seconda Guerra Mondiale nel più longevo campo di concentramento di polizia italiano, testimone del lungo processo di ridefinizione della carta geopolitica dell’Europa.
Di qui passarono antifascisti, prigionieri britannici e delle colonie – tra cui indiani, irlandesi e maltesi – nonché partigiani iugoslavi ed ebrei italiani, tedeschi e dell’Europa orientale, mentre al termine del conflitto furono internati ex fascisti, donne di tutto il continente ritenute collaborazioniste, disertori e intere famiglie di displaced persons indesiderate in patria per motivi diversi e provenienti da Germania, Albania, Russia, paesi baltici, Polonia. Il pittore lettone Viktor Tschernon affrescò interamente la cappella dell’edificio con storie dalla vita di San Francesco e di Santa Chiara e ne decorò l’abside in stile bizantino, arricchendo l’eredità di dipinti, opere grafiche e spartiti lasciata da artisti e musicisti ebrei ad Alberobello durante la guerra.
Solo nel 1956 la Casa Rossa recuperò l’originaria funzione di scuola di agraria, per essere proclamata bene di interesse storico-artistico nel 2007.
Con l'eco di queste vicende sono chiamati a entrare in relazione oggi i protagonisti dell’Apulia Land Art Festival: lo fanno con interventi che utilizzano materiali naturali reperiti in loco, ma anche attraverso pratiche performative e relazionali, o con incursioni nel mondo digitale dei social network.
A ciò si aggiunge una serie di installazioni ambientali distribuite nel tessuto urbano di Alberobello che ruotano intorno al tema “Doppio Contrasto”: realtà, apparenza, ambiguità si rincorrono qui in giochi di equilibrio instabile e disarmante.
E se la sezione “Dialoghi” presenta una serie di progetti commissionati direttamente da aziende e privati ispirati all’idea di uno sviluppo collettivo ecosostenibile, il “Progetto Speciale” di quest’anno è un omaggio a Pasquale (Ninì) Santoro, storico protagonista del collettivo anni Sessanta Gruppo Uno: l’artista realizzerà una grande installazione nello spazio esterno della Casa Rossa, mentre all’interno sarà possibile ripercorrere 40 anni di ricerca attraverso opere grafiche e sculture.
Talk, concerti, dj set, performance e workshop dedicati ai più piccoli completano il programma del festival tra il centro storico di Alberobello e la Casa Rossa.
Dulcis in fundo, ecco i nomi degli artisti di quest’anno: Massimo Ruiu, Gianfranco Basso, Giovanni Gaggia, Aldo Del Bono, Raffaele Vitto, Lu.Pa (duo), Francesco Di Tillo, Aischa Gianna Müller, Gabriel Holzapfel Mancini, Ciro Amos Ferrero, Benny Mangone per la sezione principale; Alberto Timossi, Vera Belikova, Francesco Petrone, Sarah Johnston, Pietro De Scisciolo, Jolanda Spagno per le installazioni di “Doppio Contrasto”; il duo Nicola Rotiroti e Piotr Hanzelewicz per la sezione “Dialoghi”.
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I caratteristici trulli, i vicoli imbiancati a calce e i dolci paesaggi della Valle d’Itria fanno dunque da sfondo alle creazioni di 11 artisti selezionati tra proposte giunte dalla Russia e dal Giappone, dal Cile e dall’Australia, cui si affiancano altri sette artisti e collettivi invitati dai curatori.
Ma il festival di quest’anno non si limita a esaltare le attrattive di un paesino gioiello incluso nell’Unesco World Heritage, e punta l’attenzione su un luogo controverso, dove il tempo ha depositato tracce drammatiche e indelebili.
Dopo l’acqua nel Parco dell’Alta Murgia (2016) e il sale a Margherita di Savoia (2017), il tema delle installazioni in mostra dal 7 al 9 settembre sarà infatti “2100 metri quadrati di memoria. Storie e percorsi della Casa Rossa”.
Se oggi la Casa Rossa di Alberobello appare soltanto come un’insolita macchia di colore tra il bianco dei trulli e il verde della campagna, chi conosce questo territorio ricco di testimonianze archeologiche, antichi tracciati viari e bellezze naturali sa bene che si tratta di un edificio dalle anime stratificate.
Nata come scuola di agraria per volontà di un ricco sacerdote colluso con il brigantaggio post-unitario, la Casa Rossa divenne poi il fiore all’occhiello delle politiche ruraliste del fascismo in Puglia, per trasformarsi durante la Seconda Guerra Mondiale nel più longevo campo di concentramento di polizia italiano, testimone del lungo processo di ridefinizione della carta geopolitica dell’Europa.
Di qui passarono antifascisti, prigionieri britannici e delle colonie – tra cui indiani, irlandesi e maltesi – nonché partigiani iugoslavi ed ebrei italiani, tedeschi e dell’Europa orientale, mentre al termine del conflitto furono internati ex fascisti, donne di tutto il continente ritenute collaborazioniste, disertori e intere famiglie di displaced persons indesiderate in patria per motivi diversi e provenienti da Germania, Albania, Russia, paesi baltici, Polonia. Il pittore lettone Viktor Tschernon affrescò interamente la cappella dell’edificio con storie dalla vita di San Francesco e di Santa Chiara e ne decorò l’abside in stile bizantino, arricchendo l’eredità di dipinti, opere grafiche e spartiti lasciata da artisti e musicisti ebrei ad Alberobello durante la guerra.
Solo nel 1956 la Casa Rossa recuperò l’originaria funzione di scuola di agraria, per essere proclamata bene di interesse storico-artistico nel 2007.
Con l'eco di queste vicende sono chiamati a entrare in relazione oggi i protagonisti dell’Apulia Land Art Festival: lo fanno con interventi che utilizzano materiali naturali reperiti in loco, ma anche attraverso pratiche performative e relazionali, o con incursioni nel mondo digitale dei social network.
A ciò si aggiunge una serie di installazioni ambientali distribuite nel tessuto urbano di Alberobello che ruotano intorno al tema “Doppio Contrasto”: realtà, apparenza, ambiguità si rincorrono qui in giochi di equilibrio instabile e disarmante.
E se la sezione “Dialoghi” presenta una serie di progetti commissionati direttamente da aziende e privati ispirati all’idea di uno sviluppo collettivo ecosostenibile, il “Progetto Speciale” di quest’anno è un omaggio a Pasquale (Ninì) Santoro, storico protagonista del collettivo anni Sessanta Gruppo Uno: l’artista realizzerà una grande installazione nello spazio esterno della Casa Rossa, mentre all’interno sarà possibile ripercorrere 40 anni di ricerca attraverso opere grafiche e sculture.
Talk, concerti, dj set, performance e workshop dedicati ai più piccoli completano il programma del festival tra il centro storico di Alberobello e la Casa Rossa.
Dulcis in fundo, ecco i nomi degli artisti di quest’anno: Massimo Ruiu, Gianfranco Basso, Giovanni Gaggia, Aldo Del Bono, Raffaele Vitto, Lu.Pa (duo), Francesco Di Tillo, Aischa Gianna Müller, Gabriel Holzapfel Mancini, Ciro Amos Ferrero, Benny Mangone per la sezione principale; Alberto Timossi, Vera Belikova, Francesco Petrone, Sarah Johnston, Pietro De Scisciolo, Jolanda Spagno per le installazioni di “Doppio Contrasto”; il duo Nicola Rotiroti e Piotr Hanzelewicz per la sezione “Dialoghi”.
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