A Parigi dal 6 maggio al 17 agosto, in collaborazione con il Castello Sforzesco di Milano
Da Donatello a Michelangelo, la scultura del Rinascimento italiano in arrivo al Louvre
Tullio Lombardo, Bacco e Arianna, 1505-1510, marmo, Vienna, Kunsthistorisches Museum, Kunstkammer © Kunsthistorischesmuseum, Vienne. Courtesy Louvre
Samantha De Martin
28/01/2020
Mondo - Grazia e furore, pathos e bellezza attraversano la scultura del Rinascimento infondendo in chi le osserva un senso di commozione che, sfiorando il corpo, arriva fino all’anima. Una mostra, in programma al Louvre dal 6 maggio al 17 agosto, dal titolo The Body and the Soul. Da Donatello a Michelangelo, porterà a Parigi oltre 150 opere realizzate, tra il Quattrocento e l’inizio del XVI secolo, da grandi maestri, primi tra tutti Donatello e Michelangelo.
Ma l'appuntamento parigino sarà anche un’occasione per presentare, accanto ai giganti, quegli artisti meno noti, alle cui opere è talvolta difficile accedere, per via del luogo di conservazione, riportandoli alla luce assieme al loro contesto storico.
L’esposizione, organizzata in collaborazione con il Il Museo Castello Sforzesco di Milano, avrà come protagonista la figura umana, rappresentata nella sua diversità, con i movimenti che assumono forme estremamente innovative. Al centro dell’interesse dei più grandi scultori del periodo, a partire da Donatello e Michelangelo, vi era infatti la ricerca condotta sull'espressione e sui sentimenti.
Accanto ai giganti del Rinascimento, l’appuntamento al Louvre accoglierà anche artisti come il Pollaiolo e lo scultore veneziano Tullio Lombardo, il padovano Andrea Briosco, detto il Riccio, o ancora il Bambaia, figure distribuite su un ampio territorio che dal Veneto e dalla Toscana raggiunge le corti di Urbino, Ferrara, Mantova.
La mostra sarà scandita in tre momenti. Il primo, intitolato “Il furore e la Grazia” accoglierà composizioni complesse, nelle quali esplodono la forza e l'esasperazione dei movimenti del corpo, ma anche i moti dell’anima ispirati agli antichi modelli, come si evince dalle opere di Antonio del Pollaiolo, di Francesco di Giorgio Martini o Bertoldo. Mentre morbidi drappeggi e corpi femminili rivelano il fascino della figura umana, che porta alla rappresentazione finale della grazia attraverso il nudo.
“Emozionare e convincere”, questo il titolo della seconda sezione, ribadisce invece la volontà degli artisti di toccare violentemente le corde del cuore dello spettatore.
La terza parte del percorso si intitola invece "Da Dioniso ad Apollo". Qui la riflessione sull'antichità classica si esprime attraverso opere sviluppate da modelli classici come lo Spinario o il Laocoonte.
Parallelamente al campo della pittura - rappresentata dallo "stile morbido" di Perugino o del giovane Raffaello - la scultura sviluppa la ricerca di una nuova armonia che trascende il naturalismo dei gesti e i sentimenti estremi. Dagli “Schiavi del Louvre” alla Pietà Rondanini, l'ultima opera di Michelangelo che, secondo le fonti impegnò l’artista fino a pochi giorni prima della morte, il percorso spinge la nozione di Rinascimento ben oltre la Toscana, per collocarlo in un contesto più ampio e complesso di quanto non fosse all'inizio del Quattrocento.
Dopo Parigi, la mostra volerà al Castello Sforzesco di Milano dove si potrà visitare dal 25 settembre al 10 gennaio.
Ma l'appuntamento parigino sarà anche un’occasione per presentare, accanto ai giganti, quegli artisti meno noti, alle cui opere è talvolta difficile accedere, per via del luogo di conservazione, riportandoli alla luce assieme al loro contesto storico.
L’esposizione, organizzata in collaborazione con il Il Museo Castello Sforzesco di Milano, avrà come protagonista la figura umana, rappresentata nella sua diversità, con i movimenti che assumono forme estremamente innovative. Al centro dell’interesse dei più grandi scultori del periodo, a partire da Donatello e Michelangelo, vi era infatti la ricerca condotta sull'espressione e sui sentimenti.
Accanto ai giganti del Rinascimento, l’appuntamento al Louvre accoglierà anche artisti come il Pollaiolo e lo scultore veneziano Tullio Lombardo, il padovano Andrea Briosco, detto il Riccio, o ancora il Bambaia, figure distribuite su un ampio territorio che dal Veneto e dalla Toscana raggiunge le corti di Urbino, Ferrara, Mantova.
La mostra sarà scandita in tre momenti. Il primo, intitolato “Il furore e la Grazia” accoglierà composizioni complesse, nelle quali esplodono la forza e l'esasperazione dei movimenti del corpo, ma anche i moti dell’anima ispirati agli antichi modelli, come si evince dalle opere di Antonio del Pollaiolo, di Francesco di Giorgio Martini o Bertoldo. Mentre morbidi drappeggi e corpi femminili rivelano il fascino della figura umana, che porta alla rappresentazione finale della grazia attraverso il nudo.
“Emozionare e convincere”, questo il titolo della seconda sezione, ribadisce invece la volontà degli artisti di toccare violentemente le corde del cuore dello spettatore.
La terza parte del percorso si intitola invece "Da Dioniso ad Apollo". Qui la riflessione sull'antichità classica si esprime attraverso opere sviluppate da modelli classici come lo Spinario o il Laocoonte.
Parallelamente al campo della pittura - rappresentata dallo "stile morbido" di Perugino o del giovane Raffaello - la scultura sviluppa la ricerca di una nuova armonia che trascende il naturalismo dei gesti e i sentimenti estremi. Dagli “Schiavi del Louvre” alla Pietà Rondanini, l'ultima opera di Michelangelo che, secondo le fonti impegnò l’artista fino a pochi giorni prima della morte, il percorso spinge la nozione di Rinascimento ben oltre la Toscana, per collocarlo in un contesto più ampio e complesso di quanto non fosse all'inizio del Quattrocento.
Dopo Parigi, la mostra volerà al Castello Sforzesco di Milano dove si potrà visitare dal 25 settembre al 10 gennaio.
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