The Art and Soul of Mosul per dare voce agli artisti dopo Isis
La seconda vita di Mosul con le sue storie di bellezza e resistenza: al via il progetto di Google Arts
Muhammed Thannon, A Girl midst rubble
Samantha De Martin
29/01/2021
Il colore oltre le rovine, tra case blu e sguardi di donne sui muri della città, che ritrovano voce grazie agli artisti contemporanei di Mosul e all'impegno di Google Arts & Culture.
L’antica Ninive, capitale dell’Impero assiro e a roccaforte dell’Isis dal 2014 al 2017, ritrova la luce tra le fessure delle macerie tramite un progetto artistico che porta online la prima mostra di arte e manufatti Return to Mosul.
Si chiama The Art and Soul of Mosul e nasce in collaborazione con la stazione radio Al-Ghad Radio della comunità irachena.
Ed eccola la Mosul a colori che fruga nelle sue radici profonde, con la Gran Moschea di Al-Nouri e un patrimonio artistico risalente al XXV secolo a.C. Attraverso tour pittorici dettagliati e video che raccontano l'esperienza dei suoi artisti durante l'occupazione dell’Isis, lo spettatore virtuale è invitato a entrare nella città, caduta, nel giugno del 2014, nelle mani dei miliziani dello Stato Islamico, che, oltre a distruggere migliaia di vite, hanno raso al suolo la moschea di Giona, le millenarie mura e i tanti manoscritti della sua antichissima Biblioteca.
Faris Alrawi, The Mother of Two Springs
Entriamo nelle vicende di Mosul e della sua gente, ripercorriamo le sue strade dopo la guerra. Alcune delle opere d'arte che il viaggiatore virtuale avrà modo di osservare e che, grazie a questa nuova mostra digitale, hanno trovato online una casa permanente, sono state esposte nel 2018 nella mostra Return to Mosul, presso il Mosul Cultural Museum.
In questa passeggiata virtuale nella Mosul riaccesa dall’arte incrociamo il dipinto The Mother of Two Springs di Faris Alrawi, dove due donne velate, senza volto, incorniciate da un palo del telegrafo rotto e da fili intrecciati che sovrastano le due figure senza voce, ricordano il divieto imposto dall’Isis ai residenti di utilizzare telefoni o Internet per connettersi al mondo esterno.
C’è poi la protesta dell’artista Alaa Salim di fronte a un’infanzia distrutta dal Daesh, racchiusa nel dipinto Young Maslawi Boy, dove anche la purezza delle colombe è macchiata di rosso. E ci sono poi le storie personali di perseveranza di artisti, attivisti, cittadini di Mosul che raccontano come la comunità abbia collaborato alla ricostruzione del proprio quartiere.
Alaa Salim, Young Maslawi Boy
“Il messaggio del workshop al mondo - spiega l’artista Marwan Tariq - è che Mosul, la città dell’arte, è ancora piena di vita e di pace nonostante la distruzione e la guerra che hanno devastato persone e infrastrutture”.
In questo viaggio virtuale è possibile scoprire la città vecchia utilizzando la tecnologia Street View, o anche visualizzare i modelli in 3D dei siti del patrimonio a rischio, come la prima moschea di Mosul o la chiesa di San Tommaso, uno degli edifici più antichi, utilizzata come prigione dall'Isis fino alla liberazione della città, nel 2017.
Khlaif Mahmood, A life without colour
L’antica Ninive, capitale dell’Impero assiro e a roccaforte dell’Isis dal 2014 al 2017, ritrova la luce tra le fessure delle macerie tramite un progetto artistico che porta online la prima mostra di arte e manufatti Return to Mosul.
Si chiama The Art and Soul of Mosul e nasce in collaborazione con la stazione radio Al-Ghad Radio della comunità irachena.
Ed eccola la Mosul a colori che fruga nelle sue radici profonde, con la Gran Moschea di Al-Nouri e un patrimonio artistico risalente al XXV secolo a.C. Attraverso tour pittorici dettagliati e video che raccontano l'esperienza dei suoi artisti durante l'occupazione dell’Isis, lo spettatore virtuale è invitato a entrare nella città, caduta, nel giugno del 2014, nelle mani dei miliziani dello Stato Islamico, che, oltre a distruggere migliaia di vite, hanno raso al suolo la moschea di Giona, le millenarie mura e i tanti manoscritti della sua antichissima Biblioteca.
Faris Alrawi, The Mother of Two Springs
Entriamo nelle vicende di Mosul e della sua gente, ripercorriamo le sue strade dopo la guerra. Alcune delle opere d'arte che il viaggiatore virtuale avrà modo di osservare e che, grazie a questa nuova mostra digitale, hanno trovato online una casa permanente, sono state esposte nel 2018 nella mostra Return to Mosul, presso il Mosul Cultural Museum.
In questa passeggiata virtuale nella Mosul riaccesa dall’arte incrociamo il dipinto The Mother of Two Springs di Faris Alrawi, dove due donne velate, senza volto, incorniciate da un palo del telegrafo rotto e da fili intrecciati che sovrastano le due figure senza voce, ricordano il divieto imposto dall’Isis ai residenti di utilizzare telefoni o Internet per connettersi al mondo esterno.
C’è poi la protesta dell’artista Alaa Salim di fronte a un’infanzia distrutta dal Daesh, racchiusa nel dipinto Young Maslawi Boy, dove anche la purezza delle colombe è macchiata di rosso. E ci sono poi le storie personali di perseveranza di artisti, attivisti, cittadini di Mosul che raccontano come la comunità abbia collaborato alla ricostruzione del proprio quartiere.
Alaa Salim, Young Maslawi Boy
“Il messaggio del workshop al mondo - spiega l’artista Marwan Tariq - è che Mosul, la città dell’arte, è ancora piena di vita e di pace nonostante la distruzione e la guerra che hanno devastato persone e infrastrutture”.
In questo viaggio virtuale è possibile scoprire la città vecchia utilizzando la tecnologia Street View, o anche visualizzare i modelli in 3D dei siti del patrimonio a rischio, come la prima moschea di Mosul o la chiesa di San Tommaso, uno degli edifici più antichi, utilizzata come prigione dall'Isis fino alla liberazione della città, nel 2017.
Khlaif Mahmood, A life without colour
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