Stefania Lai. Case per gli occhi
Dal 13 Novembre 2021 al 04 Dicembre 2021
Cagliari
Luogo: Spazio e Movimento
Indirizzo: Via Napoli 80
Orari: giovedì 19.00-20.30; venerdì e sabato 18.30-20.30; domenica su appuntamento
Curatori: Ivana Salis
Telefono per informazioni: +39 3485449739
E-Mail info: spazioemovimento@gmail.com
Dal 13 novembre al 4 dicembre lo Spazio e Movimento di Cagliari ospita “Case per gli occhi”, mostra personale di Stefania Lai a cura di Ivana Salis. L’esposizione offre una selezione di opere che affianca creazioni inedite e invenzioni della più recente produzione dell’artista. Sarà presente anche una particolare installazione intermediale che coinvolge attivamente il pubblico, in una sorta di connubio tra arte performativa e arte partecipativa.
Gli oggetti che abitano o hanno abitato le nostre case, oggetti ordinari, spesso abbandonati e indifferenti ai nostri occhi, sono invece un concentrato di vissuto e memorie che nelle mani di Stefania Lai si trasformano in singolari presenze dotate di una propria vitale e libera essenza che evoca l’incessante mutare della natura di cui noi siamo parte.
Nell’universo visionario dell’artista i libri occupano un posto di rilievo. Libri ingialliti dal tempo, vecchi libri di famiglia salvati dal destino dei rifiuti, si popolano di figure femminili e parti del corpo sospese tra figure geometriche e forme organiche.
Dalle pagine dei libri emergono così dei brevi componimenti poetici che nascono dalla Blackout Poetry, tecnica che l’artista utilizza anche nella sua attività di arteterapeuta. Utilizzata già da futuristi, surrealisti e dadaisti, in particolare da Tristan Tzara, dallo scrittore beat William S. Burroughs e dall’artista concettuale Emilio Isgrò, la Blackout Poetry o found poetry è un metodo che serve a svelare la poesia nascosta in un dato testo, una poesia che varia al variare dello sguardo che scorre lungo il testo, della persona che sceglierà parole e frasi con le quali creare un nuovo componimento, in una sorta di collage letterario.
“Nelle opere di Stefania Lai – sottolinea la curatrice della mostra Ivana Salis – si ritrova il senso panico della natura, dove ogni creatura si ricongiunge con l’ambiente circostante, con l’esistenza tutta, con il bene e con male. La profondità dei suoi gesti, impregnati di memoria, lega fisicamente la poesia alla grafia della parola, sino a farne immagine incarnata sulla pagina. Sensuale profilo del femminino, divina nella sua forma albero, forma casa, forma oggetto. La simbiosi assoluta della donna con lo spazio circostante. Per lei ogni luogo è casa, perché tutto è connesso in un circolo positivo di energie che fluiscono e rifluiscono.”
L’inaugurazione si terrà sabato 13 novembre alle 18.30, alla presenza dell’artista, della curatrice Ivana Salis e di Marilena Pitturru, fondatrice e direttrice artistica dello Spazio e Movimento.
Per poter accedere alla mostra sarà obbligatorio indossare la mascherina per tutta la durata della visita e esibire la certificazione verde Covid-19 (Green Pass), in ottemperanza alle disposizioni governative previste per tutti i luoghi di cultura italiani. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni e ai soggetti con certificazione medica specifica.
Stefania Lai è artista interdisciplinare, arteterapeuta e maestra vetraia che vive e lavora in Sardegna. Dopo il diploma al Liceo Artistico Mario Delitala di Lanusei, la sua formazione prosegue a Pesaro dove frequenta un workshop sulla fusione del vetro e per due decenni lavora con questo materiale, preferendo il vetro industriale. La pratica artigiana ha stimolato l’esigenza di approfondire le potenzialità espressive di tecniche e materiali eterogenei, dal vetro agli oggetti e abiti usati, pane, metalli riciclati, tecniche miste su tela e carta, lana da coibentazione, canapa, sabbia e altri supporti estemporanei propri della land art, il corpo umano in particolare femminile nel body painting. La sua produzione artistica spazia in molteplici campi e sperimentazioni che muovono tutte dall’interesse per la comunicazione profonda che esiste tra essere umano e natura. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, in particolare in Spagna e Sud America.
Gli oggetti che abitano o hanno abitato le nostre case, oggetti ordinari, spesso abbandonati e indifferenti ai nostri occhi, sono invece un concentrato di vissuto e memorie che nelle mani di Stefania Lai si trasformano in singolari presenze dotate di una propria vitale e libera essenza che evoca l’incessante mutare della natura di cui noi siamo parte.
Nell’universo visionario dell’artista i libri occupano un posto di rilievo. Libri ingialliti dal tempo, vecchi libri di famiglia salvati dal destino dei rifiuti, si popolano di figure femminili e parti del corpo sospese tra figure geometriche e forme organiche.
Dalle pagine dei libri emergono così dei brevi componimenti poetici che nascono dalla Blackout Poetry, tecnica che l’artista utilizza anche nella sua attività di arteterapeuta. Utilizzata già da futuristi, surrealisti e dadaisti, in particolare da Tristan Tzara, dallo scrittore beat William S. Burroughs e dall’artista concettuale Emilio Isgrò, la Blackout Poetry o found poetry è un metodo che serve a svelare la poesia nascosta in un dato testo, una poesia che varia al variare dello sguardo che scorre lungo il testo, della persona che sceglierà parole e frasi con le quali creare un nuovo componimento, in una sorta di collage letterario.
“Nelle opere di Stefania Lai – sottolinea la curatrice della mostra Ivana Salis – si ritrova il senso panico della natura, dove ogni creatura si ricongiunge con l’ambiente circostante, con l’esistenza tutta, con il bene e con male. La profondità dei suoi gesti, impregnati di memoria, lega fisicamente la poesia alla grafia della parola, sino a farne immagine incarnata sulla pagina. Sensuale profilo del femminino, divina nella sua forma albero, forma casa, forma oggetto. La simbiosi assoluta della donna con lo spazio circostante. Per lei ogni luogo è casa, perché tutto è connesso in un circolo positivo di energie che fluiscono e rifluiscono.”
L’inaugurazione si terrà sabato 13 novembre alle 18.30, alla presenza dell’artista, della curatrice Ivana Salis e di Marilena Pitturru, fondatrice e direttrice artistica dello Spazio e Movimento.
Per poter accedere alla mostra sarà obbligatorio indossare la mascherina per tutta la durata della visita e esibire la certificazione verde Covid-19 (Green Pass), in ottemperanza alle disposizioni governative previste per tutti i luoghi di cultura italiani. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni e ai soggetti con certificazione medica specifica.
Stefania Lai è artista interdisciplinare, arteterapeuta e maestra vetraia che vive e lavora in Sardegna. Dopo il diploma al Liceo Artistico Mario Delitala di Lanusei, la sua formazione prosegue a Pesaro dove frequenta un workshop sulla fusione del vetro e per due decenni lavora con questo materiale, preferendo il vetro industriale. La pratica artigiana ha stimolato l’esigenza di approfondire le potenzialità espressive di tecniche e materiali eterogenei, dal vetro agli oggetti e abiti usati, pane, metalli riciclati, tecniche miste su tela e carta, lana da coibentazione, canapa, sabbia e altri supporti estemporanei propri della land art, il corpo umano in particolare femminile nel body painting. La sua produzione artistica spazia in molteplici campi e sperimentazioni che muovono tutte dall’interesse per la comunicazione profonda che esiste tra essere umano e natura. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, in particolare in Spagna e Sud America.
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