Un altro volto del Rinascimento in mostra tra Londra e l’Italia centrale
Le meraviglie di Lorenzo Lotto, dalle Marche alla National Gallery
Lorenzo Lotto, Annunciazione, 1534-1535, olio su tela, 114 x 166 cm, Recanati, museo civico Villa Colloredo Mels
Francesca Grego
22/10/2018
Macerata - “Mai nessuno, prima di Lotto, ha portato alla luce la vita interiore sul volto”: così si esprimeva nel 1892 il grande storico dell’arte Bernard Berenson. “Un pittore unico non solo nella storia dell’arte italiana, ma europea”, proseguiva nel 1953 Pietro Zampetti, tra gli artefici della riscoperta che a distanza di cinque secoli dalla morte dell’artista ne riconosceva finalmente il “genio rivelatore, senza precedenti, della propria anima, non staccato dai suoi personaggi ma vivo e in essi presente”.
Oggi Lorenzo Lotto torna nelle “sue” Marche, la terra che lo accolse durante le lunghe peregrinazioni attraverso la Penisola, tra le delusioni di Roma e la natia Venezia dominata da Tiziano.
Fino al prossimo 10 febbraio ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi di Macerata va in scena un importante progetto espositivo, che collega l’eredità lasciata dall’artista in regione a prestigiosi prestiti internazionali. In mostra opere provenienti dal Louvre, dal British Museum, dal Museo del Prado, dalle Gallerie degli Uffizi, dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Gemaldegalerie degli Staatliche Museen di Berlino, dal Museo Correr di Venezia, tutte legate originariamente al territorio marchigiano e poi disperse nel mondo.
Novità assoluta, la Venere adornata dalle Grazie, appartenente a una collezione privata ed esposta per la prima volta in pubblico. Tra grandi pale d’altare, polittici riuniti per l’occasione e confronti con coevi di Lotto come Carlo Crivelli, l’esposizione curata da Enrico Maria Dal Pozzolo non rinuncia alla ricerca e affronta domande vecchie e nuove: per esempio afferma con decisione la paternità lottiana del San Girolamo nello studio, mentre mette sorprendentemente in questione quella della Sacra Famiglia del 1495.
Spazio anche alle vicende biografiche di uno degli artisti più inquieti e nomadi del Rinascimento italiano e alla sua travagliata fortuna critica per arrivare, dopo un’immersione nella profonda bellezza, a concordare con Berenson che “per capire bene il Cinquecento, conoscere Lotto è importante quanto conoscere Tiziano”.
Ma Lorenzo Lotto: il richiamo delle Marche non resta confinata all’interno di Palazzo Buonaccorsi. Il percorso si completa nelle numerose località circostanti dove i tesori lottiani sono spesso conservati nei loro contesti originari: Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati, Urbino sono le tappe di una spettacolare mostra diffusa che fa delle Marche “il più grande museo al mondo su Lorenzo Lotto” (da scoprire nei particolari sul sito www.mostralottomarche.it).
Se il grande appuntamento marchigiano focalizza l’attenzione soprattutto sulla dimensione religiosa della produzione dell’artista, a Londra dal 5 novembre al 10 febbraio una mostra evento punta esplicitamente all’aspetto più moderno della poetica lottiana: quello della sensibilità psicologica, che fa del pittore veneto “il primo ritrattista di una nuova era”.
Realizzata dalla National Gallery in collaborazione con il Museo Nacional del Prado, Lorenzo Lotto. Portraits è curata ancora da Dal Pozzolo insieme a Matthias Wivel e Miguel Falomir.
Attraverso una mirabile serie di capolavori balzano all’occhio l’acume e la profondità dello sguardo dell’artista nel cogliere la personalità e i fugaci stati d’animo dei suoi modelli. Nobili ed ecclesiastici, mercanti e umanisti, uomini, donne e bambini fanno capolino da tele di sorprendente immediatezza, tra colori saturi e sapienti effetti chiaroscurali. All’espressività del volto e del corpo si aggiungono i segni del gusto e dello status, resi in modo nuovo attraverso oggetti raffinati di proprietà dei protagonisti dei quadri.
Proprio per questo, nel percorso della mostra trovano posto tappeti, sculture e gioielli originali, insieme ai preziosi registri tenuti dal pittore sulla propria attività: una miniera di informazioni intorno ai personaggi rappresentati, che tratteggia in modo vivido e puntuale il contesto di produzione delle opere e il mondo in trasformazione del Rinascimento italiano. E per soddisfare ogni curiosità residua, non mancano approfondimenti sui simboli nascosti nei dipinti di Lotto o sul rapporto tra i suoi ritratti e la pittura religiosa.
Leggi anche:
• I maestri del Rinascimento italiano nel 2018 della National Gallery
• A Madrid Lorenzo Lotto, primo ritrattista moderno
Oggi Lorenzo Lotto torna nelle “sue” Marche, la terra che lo accolse durante le lunghe peregrinazioni attraverso la Penisola, tra le delusioni di Roma e la natia Venezia dominata da Tiziano.
Fino al prossimo 10 febbraio ai Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi di Macerata va in scena un importante progetto espositivo, che collega l’eredità lasciata dall’artista in regione a prestigiosi prestiti internazionali. In mostra opere provenienti dal Louvre, dal British Museum, dal Museo del Prado, dalle Gallerie degli Uffizi, dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Gemaldegalerie degli Staatliche Museen di Berlino, dal Museo Correr di Venezia, tutte legate originariamente al territorio marchigiano e poi disperse nel mondo.
Novità assoluta, la Venere adornata dalle Grazie, appartenente a una collezione privata ed esposta per la prima volta in pubblico. Tra grandi pale d’altare, polittici riuniti per l’occasione e confronti con coevi di Lotto come Carlo Crivelli, l’esposizione curata da Enrico Maria Dal Pozzolo non rinuncia alla ricerca e affronta domande vecchie e nuove: per esempio afferma con decisione la paternità lottiana del San Girolamo nello studio, mentre mette sorprendentemente in questione quella della Sacra Famiglia del 1495.
Spazio anche alle vicende biografiche di uno degli artisti più inquieti e nomadi del Rinascimento italiano e alla sua travagliata fortuna critica per arrivare, dopo un’immersione nella profonda bellezza, a concordare con Berenson che “per capire bene il Cinquecento, conoscere Lotto è importante quanto conoscere Tiziano”.
Ma Lorenzo Lotto: il richiamo delle Marche non resta confinata all’interno di Palazzo Buonaccorsi. Il percorso si completa nelle numerose località circostanti dove i tesori lottiani sono spesso conservati nei loro contesti originari: Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati, Urbino sono le tappe di una spettacolare mostra diffusa che fa delle Marche “il più grande museo al mondo su Lorenzo Lotto” (da scoprire nei particolari sul sito www.mostralottomarche.it).
Se il grande appuntamento marchigiano focalizza l’attenzione soprattutto sulla dimensione religiosa della produzione dell’artista, a Londra dal 5 novembre al 10 febbraio una mostra evento punta esplicitamente all’aspetto più moderno della poetica lottiana: quello della sensibilità psicologica, che fa del pittore veneto “il primo ritrattista di una nuova era”.
Realizzata dalla National Gallery in collaborazione con il Museo Nacional del Prado, Lorenzo Lotto. Portraits è curata ancora da Dal Pozzolo insieme a Matthias Wivel e Miguel Falomir.
Attraverso una mirabile serie di capolavori balzano all’occhio l’acume e la profondità dello sguardo dell’artista nel cogliere la personalità e i fugaci stati d’animo dei suoi modelli. Nobili ed ecclesiastici, mercanti e umanisti, uomini, donne e bambini fanno capolino da tele di sorprendente immediatezza, tra colori saturi e sapienti effetti chiaroscurali. All’espressività del volto e del corpo si aggiungono i segni del gusto e dello status, resi in modo nuovo attraverso oggetti raffinati di proprietà dei protagonisti dei quadri.
Proprio per questo, nel percorso della mostra trovano posto tappeti, sculture e gioielli originali, insieme ai preziosi registri tenuti dal pittore sulla propria attività: una miniera di informazioni intorno ai personaggi rappresentati, che tratteggia in modo vivido e puntuale il contesto di produzione delle opere e il mondo in trasformazione del Rinascimento italiano. E per soddisfare ogni curiosità residua, non mancano approfondimenti sui simboli nascosti nei dipinti di Lotto o sul rapporto tra i suoi ritratti e la pittura religiosa.
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