Trenta opere e storie da scoprire in un tour virtuale gratuito

Imperatrici, matrone e liberte: online la mostra degli Uffizi sulle donne nell'antica Roma

Ritratto femminile d’ignota, 117-128 d.C. testa: marmo; peduccio: verde di Prato o serpentino; alt. del busto cm 59,7; alt. della parte antica cm 29,8 I Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture
 

Francesca Grego

13/04/2021

Firenze - “Fu casta, custodì la casa, filò la lana”, era scritto su una famosa tomba del II secolo, e in apparenza questo è tutto ciò che si chiedeva a una donna sotto l’Impero. Ma anche Livia Drusilla, la virtuosa moglie di Augusto che tutti additavano a modello, coltivava il proprio circolo di clientes, amministrava il patrimonio personale del marito e lo consigliava regolarmente nelle questioni politiche, al punto che gli storici antichi la inseriscono nella “cabina di regia” dell’impero agli albori. Eccentriche o austere, premurose o infedeli, leali o intriganti, le donne hanno lasciato il segno nella storia di Roma. 

Le più potenti hanno avuto palazzi lussuosi e statue dedicate, ordito delitti e congiure, gestito immense proprietà, reti di mecenatismo e di beneficienza. E le altre? Sul loro destino indaga una mostra delle Gallerie degli Uffizi, aperta a novembre e chiusa dopo un giorno per le restrizioni legate alla pandemia. In attesa della riapertura, da oggi Imperatrici, matrone, liberte è interamente visitabile sul sito del museo: bastano un computer o un smartphone per lanciarsi in un tour virtuale gratuito sulle tracce di figure luminose o controverse, di donne determinate, indipendenti o perfino ribelli che hanno ancora storie e segreti da condividere. La mostra è stata infatti digitalizzata in alta definizione per permettere ai visitatori di muoversi negli spazi della Sala Detti e della Sala del Camino, al piano ammezzato della Galleria delle Statue e delle Pitture, ingrandendo i dettagli delle opere, visualizzando didascalie e testi esplicativi, fino alla lettura delle schede complete conservate negli archivi del museo.  


Imperatrici, Matrone, Liberte. Volti e segreti delle donne romane, un'immagine tratta dal tour virtuale delle Gallerie degli Uffizi I Courtesy Gallerie degli Uffizi, Firenze

Curato da Novella Lapini con la supervisione di Fabrizio Paolucci, l’allestimento si snoda tra circa 30 opere provenienti dalla ricca collezione di antichità degli Uffizi, alle quali si aggiungono prestiti dal Museo Archeologico Nazionale e dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze: statue e teste di grandi dimensioni, monete d’oro decorate, epigrafi preziose, disegni e codici cinquecenteschi. Tra i pezzi da non perdere ci sono i famosi ritratti di Agrippina Minore, madre di Nerone, e di Domizia Longina, la chiacchierata sposa di Domiziano. La vita dell’altra metà del cielo si svela tra esempi di vizi e di virtù, modelli veicolati dalla propaganda ed eccezioni sorprendenti. 
“Al centro di questa mostra c’è la storia delle donne romane dei primi due secoli dell’Impero, analizzata sia dal punto di vista del modello femminile proposto ufficialmente, incarnato nel bene e nel male da esponenti della domus Augusta, sia in relazione alle nuove possibilità d’azione che si creano in un sistema dinastico”, spiega la curatrice Novella Lapini: “Sull’onda delle prerogative concesse alle Auguste, elette a sacerdotesse dei loro congiunti divinizzati e capaci di beneficiare intere comunità con i loro atti di liberalità, le matrone dell’élite si inseriscono infatti più direttamente nella vita pubblica, quali flaminiche (dedite al culto delle nuove dive), evergeti (benefattrici) e patrone dei loro municipi, attuando una graduale ma effettiva rivoluzione di generenelle città”.


Imperatrici, matrone, liberte. Volti e segreti delle donne romane, Gallerie degli Uffizi, Firenze

Storie di vita quotidiana fanno capolino tra i marmi candidi, aprendo uno spiraglio anche sull’esistenza di chi non ebbe la fortuna di appartenere agli ambienti della corte imperiale. Come quella di Giunia Atte, prima schiava e poi liberta sposata a un patrono che lascerà dopo la morte della figlia:  le iscrizioni sull’altare dedicato alla fanciulla esprimono tutta l’ira del marito abbandonato, che assomiglia a una vera e propria maledizione. La matrona Pompea Trebulla di Terracina, invece, riuscì invece a restaurare a proprie spese un tempio dedicato a Tiberio e alla madre Livia, ponendo il proprio nome accanto a quello degli Augusti in un significativo gesto di indipendenza e potere femminile. 
“Le Gallerie degli Uffizi negli ultimi anni hanno dedicato grande attenzione alle tematiche della storia di genere, ribaltando l’immagine tradizionale e tradizionalista delle donne e mostrandone invece il lato creativo, forte e indomito”, dice il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt:  “La mostra è inoltre un’occasione unica per permettere ai nostri visitatori di ammirare splendidi pezzi della nostra importantissima collezione archeologica, che stupiranno anche il nostro pubblico più attento”. 

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