Mirómonde
Siesta di Joan Mirò
15/06/2004
Guardando dall’ultimo piano del Centre Pompidou il sole rosso che scende sui tetti di Parigi per un attimo ci si ritrova a dubitare se anch’esso non sia parte dello scenografico allestimento della mostra dedicata dallo storico museo parigino a Juan Miró. Mostra che ogni giovedì è possibile visitare di sera, iniziativa premiata da un grande afflusso di pubblico, magari facendo una sosta, per chi se lo può permettere, presso l’esclusivo ristorante a cielo aperto, per cenare tra specchi d’acqua artificiali, fasci di luce, architetture del futuro e l’immancabile DJ.
Ma a parte gli apparati scenografici della mostra (particolarmente fantasiosi) e il contesto mondano, un tramonto parigino è la buona via per entrare nel “mirómonde”, proprio perchè in esso si ritrova la stessa armonia semplice e intensa, e molte volte anche alcuni accostamenti di campi cromatici e forme tonde simili allo spettacolo naturale di un tramonto. Parigi inoltre è la città dove negli anni Venti Miró sviluppò la sua personalissima ricerca pittorica a contatto con l’ambiente artistico e letterario surrealista. Soprattutto con la rivista Documents, che negli anni 1929–1930 con Carl Einstein, Georges Bataille e Michel Leiris, manifestò un grande interesse per la sua opera, mettendone in luce le capacità di dialogare con il vuoto. Non meno importanti i contatti con André Masson, Max Ernst, Hans Arp e Calder, vicini di atelier, e ancora con i poeti Pierre Reverdy, Tristan
Tzara, Georges Limbour e Robert Desnos. Il catalogo della mostra in particolare approfondisce il tema delle influenze dell’ambiente letterario parigino sulla poetica di Miró.
Juan Miró (1917 – 1934) - La Nascita del Mondo, (questo il titolo della mostra aperta fino al 28 giugno e a cura di Agnès de la Beaumelle), è la prima rassegna a focalizzarsi interamente sulla produzione iniziale di Miró, sino alle tre Grandes Peintures del 1934, e permette di accostarsi, anche grazie ai molti testi tratti da corrispondenze dello stesso artista, a quelle zone di intimità da cui provengono le figurazioni delle tele, dei disegni, dei collages e degli oggetti esposti. Privilegio assoluto è quello di poter assistere, quadro dopo quadro, alla progressiva perdita di figuratività, a partire dagli iniziali ritratti molto caratterizzati o dalle affollate scene d’insieme, sino alle più note tele in cui le composizioni giocano su un equilibrio costruito con pochissimi elementi, come se la realtà venisse da Miró smontata pezzo per pezzo sino a mostrare il suo aspetto primario.
Un percorso cronologico ben orchestrato, capace di presentare non solo le opere, (complessivamente sono 240), ma anche la complessità del processo creativo di uno degli artisti più importanti del Novecento.
Juan Miró (1917 – 1934) - La Nascita del Mondo
fino al 28 giugno al Centre Pompidou, Parigi
mostra a cura di Agnès de la Beaumelle
tutti i giorni tranne il martedì dalle 11 alle 21.
Apertura sino alle 23 il giovedì.
Telefono: 00 33 (0)1 44 78 12 33.
Sito: www.centrepompidou.fr
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