A Milano dal 17 maggio al 29 settembre
Le Gallerie d’Italia riscoprono Felice Carena, maestro del Novecento
Felice Carena, Estate (L’Amaca), 1933. Olio su tela. Torino, GAM. Su concessione della Fondazione Torino Musei. Foto Studio Fotografico Gonella 2024
Francesca Grego
17/05/2024
Milano - Dopo la grande mostra dedicata a Giovan Battista Moroni, prosegue alle Gallerie d’Italia il percorso di riscoperta e valorizzazione di maestri dell’arte immeritatamente poco noti al grande pubblico. Questa volta tocca al pittore novecentesco Felice Carena (Torino, 1879 - Venezia, 1966), dal 17 maggio al 29 settembre 2024 protagonista di un’ampia monografica negli spazi milanesi delle Gallerie d’Italia di Piazza Scala. A cura di Luca Massimo Barbero, Virginia Baradel, Luigi Cavallo ed Elena Pontiggia, la mostra presenta oltre cento opere provenienti da musei e collezioni private, tra cui alcuni significativi inediti.
Felice Carena, allestimento alle Gallerie d'Italia in Piazza della Scala, Milano. Foto Federico Laddaga I Courtesy Gallerie d'Italia - Intesa Sanpaolo
Cuore del lavoro di Carena è la ricerca sulla luce, denominatore comune di innumerevoli sperimentazioni portate avanti dall’artista torinese, che ha guardato a Cézanne e a Matisse, al Simbolismo, ai Preraffaelliti, all’Espressionismo, ma anche alla tradizione classica e rinascimentale. Nei suoi dipinti Carena ricerca una luce intrinseca agli oggetti: una luce che non accarezza i corpi, ma si sprigiona dal loro interno, diventando forma essa stessa.
Felice Carena, Quiete, 1921. Olio su tela. Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi I Courtesy Galleria Ricci Oddi
L'esposizione milanese segue le evoluzioni del pittore nel tempo, seguendolo nella sua parabola tra Torino, Firenze, Roma e Venezia: dagli esordi ai grandi successi degli anni Trenta e Quaranta, fino alle riflessioni solitarie del secondo dopoguerra. Un racconto in sei capitoli illustra le diverse dimensioni dell’arte di Carena attraverso i soggetti che di volta in volta ne hanno catalizzato l’attenzione: ritratti, nudi, nature morte, soggetti sacri. E non mancano, naturalmente, i grandi capolavori, come Estate (L’amaca) del 1933, la Pergola o il drammatico Adamo ed Eva, dai toni terrei ed espressionisti, per finire con la Deposizione dei Musei Vaticani, del 1939.
Felice Carena, Ofelia, 1912. Olio su tela. Collezione Alessandro Fogliato
“La mostra antologica su Felice Carena riporta in primo piano uno dei pittori più importanti del nostro Novecento”, commenta il Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli: “L’esposizione ricostruisce i passaggi della sua instancabile ricerca estetica, esistenziale e spirituale, con l’ambizione di consegnare alla storia, per un pieno riconoscimento formale, la vita e l’opera del grande artista torinese. Dopo la rassegna dedicata a Giambattista Moroni, le Gallerie d’Italia proseguono una programmazione espositiva originale che invita il pubblico a riscoprire i principali protagonisti e periodi dell’arte italiana ed europea”.
Felice Carena, allestimento alle Gallerie d'Italia in Piazza della Scala, Milano. Foto Federico Laddaga I Courtesy Gallerie d'Italia - Intesa Sanpaolo
Felice Carena, allestimento alle Gallerie d'Italia in Piazza della Scala, Milano. Foto Federico Laddaga I Courtesy Gallerie d'Italia - Intesa Sanpaolo
Cuore del lavoro di Carena è la ricerca sulla luce, denominatore comune di innumerevoli sperimentazioni portate avanti dall’artista torinese, che ha guardato a Cézanne e a Matisse, al Simbolismo, ai Preraffaelliti, all’Espressionismo, ma anche alla tradizione classica e rinascimentale. Nei suoi dipinti Carena ricerca una luce intrinseca agli oggetti: una luce che non accarezza i corpi, ma si sprigiona dal loro interno, diventando forma essa stessa.
Felice Carena, Quiete, 1921. Olio su tela. Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi I Courtesy Galleria Ricci Oddi
L'esposizione milanese segue le evoluzioni del pittore nel tempo, seguendolo nella sua parabola tra Torino, Firenze, Roma e Venezia: dagli esordi ai grandi successi degli anni Trenta e Quaranta, fino alle riflessioni solitarie del secondo dopoguerra. Un racconto in sei capitoli illustra le diverse dimensioni dell’arte di Carena attraverso i soggetti che di volta in volta ne hanno catalizzato l’attenzione: ritratti, nudi, nature morte, soggetti sacri. E non mancano, naturalmente, i grandi capolavori, come Estate (L’amaca) del 1933, la Pergola o il drammatico Adamo ed Eva, dai toni terrei ed espressionisti, per finire con la Deposizione dei Musei Vaticani, del 1939.
Felice Carena, Ofelia, 1912. Olio su tela. Collezione Alessandro Fogliato
“La mostra antologica su Felice Carena riporta in primo piano uno dei pittori più importanti del nostro Novecento”, commenta il Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli: “L’esposizione ricostruisce i passaggi della sua instancabile ricerca estetica, esistenziale e spirituale, con l’ambizione di consegnare alla storia, per un pieno riconoscimento formale, la vita e l’opera del grande artista torinese. Dopo la rassegna dedicata a Giambattista Moroni, le Gallerie d’Italia proseguono una programmazione espositiva originale che invita il pubblico a riscoprire i principali protagonisti e periodi dell’arte italiana ed europea”.
Felice Carena, allestimento alle Gallerie d'Italia in Piazza della Scala, Milano. Foto Federico Laddaga I Courtesy Gallerie d'Italia - Intesa Sanpaolo
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