Alla Biblioteca Apostolica Vaticana dal 15 febbraio al 20 dicembre
Jovanotti, Maria Grazia Chiuri, Kristjana S Williams “En route” in Vaticano per una mostra che celebra il viaggio
![](http://www.arte.it/foto/600x450/81/154995-EMPTY_SPACE_EXHIBITION_BIBLIOTECA_APOSTOLICA_VATICANA_1.jpg)
En Route, Allestimento | Courtesy Biblioteca Apostolica Vaticana
Samantha De Martin
07/02/2025
Mondo - Cosa ci fanno una mirror ball simile a un mappamondo, una chitarra, la bicicletta di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, all’ingresso della Biblioteca Apostolica Vaticana, mentre la traccia Un raggio di sole fende libri, disegni, epifanie musicali, appunti di un viaggio a due ruote che il cantautore globe-trotter ha portato con sé tra Pakistan, Caucaso, Argentina?
Non è il cognome, certo, a sancire questa unione, anche se Lorenzo non è estraneo al Vaticano, come lui stesso racconta. Suo padre vi ha lavorato per 55 anni e l’artista è stato a lungo frequentatore consapevole di questi luoghi di bellezza trascorrendo buona parte della sua adolescenza in spazi “epifanici”, come li definisce, come la Galleria delle mappe, percorsa più volte scivolando sul marmo quando la carriera matura di “esploratore di mondi sonori” era ancora lontana.
“Ero appena tornato da viaggio un viaggio drammatico (un brutto incidente durante uno dei tanti viaggi in bicicletta ndr) - spiega Lorenzo - ero costretto a stare fermo, ma viaggiavo con la fantasia. Quando sono stato coinvolto in questo progetto che aveva al suo interno parole chiave come 'viaggio', 'abiti', 'mappe', 'esplorazioni', 'pellegrinaggio', è stata per me una gioia immensa”.
Il progetto, divenuto adesso una mostra, che oltre a Jovanotti vede coinvolte anche l’illustratrice e graphic artist d’origine islandese Kristjana S Williams e Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica della collezione donna Dior, si intitola En Route, si inserisce nelle celebrazioni giubilari del 2025 e si potrà visitare dal 15 febbraio al 20 dicembre 2025, secondo modalità e calendario consultabili sul sito: https://enrouteproject.com (Biglietti in vendita su Ticket.it.).
En Route, Allestimento | Courtesy Biblioteca Apostolica Vaticana
Il progetto, realizzato in collaborazione con la Maison Dior e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Sparkle e Fondazione ANAWIM, rappresenta la sesta tappa del percorso di dialogo avviato nel 2021 dalla Biblioteca Apostolica tra il proprio patrimonio e l’arte contemporanea, declinando ancora una volta il tema “Pellegrini di speranza” nella chiave colta e laica che le è propria, intessendo una riflessione sul tema del viaggio.
Ma a cosa allude “En Route”, il titolo di questo imperdibile (e sorprendente) carosello di stoffe, vissuti diversi, colori, che porta il mondo intero all’ombra del Cupolone, all’interno della Biblioteca che inizia la sua storia moderna con Niccolò V (che intorno alla metà del ‘400 decise di aprire le collezioni librarie papali agli uomini dotti) e che oggi è accessibile a pochissimi studiosi? Fulcro dell’esposizione curata da un brillante don Giacomo Cardinali, da Simona De Crescenzo, Francesca Giannetto e Delio V. Proverbio, della Biblioteca Apostolica Vaticana, è il recente ritrovamento di un fondo che giunge dall’eredità del diplomatico ed erudito Cesare Poma. Si tratta della collezione Poma.Periodici, una corposa raccolta di circa 1.200 giornali, provenienti dalle località più remote e stampati nelle lingue più inaspettate dei cinque continenti. Persino nell’Ebraico della diaspora turca. Da questo fondo emergono, oltre alla vicenda biografica e culturale del diplomatico, anche quella di un bizzarro periodico, intitolato En route, che due giornalisti francesi, Lucien Leroy e Henri Papillaud, pubblicarono durante il loro viaggio intorno al mondo tra 1895 e 1897, per finanziare la loro impresa e raccontare i luoghi visitati.
Accanto a queste avventure, tutte maschili, sono state inserite in mostra le storie di alcune donne che, in piena età vittoriana, superando gli stereotipi culturali del tempo, partirono in solitaria alla volta del loro personalissimo tour du monde: giornalistico, politico, culturale, archeologico o anche propagandistico.
Per presentare al pubblico il fondo Poma.Periodici e le vicende dei viaggiatori e delle viaggiatrici selezionate, con un originale allestimento, sono stati convocati i tre “insoliti” curatori. Se Jovanotti ha scelto di allestire la sua sezione accogliendo il visitatore nel caleidoscopio della sua anima di cantautore, tra gli strumenti dei viaggi e i libri che lo hanno ispirato, occupando lo spazio “come fosse una personale bacheca di ricordi” con un’installazione pop dal cuore sonoro, Kristjana S Williams ha seguito la narrazione-trasfigurazione dei viaggi di Poma e dei redattori di En route. In più vi ha infuso tutta la sua vena simbolica e di sognante poesia che accende la mostra con la sua esplosione di colori.
![](https://www.arte.it/foto/orig/3c/154999-EMPTY_SPACE_EXHIBITION_BIBLIOTECA_APOSTOLICA_VATICANA_2.jpg)
En Route, Allestimento | Courtesy Biblioteca Apostolica Vaticana
“È stato un onore incredibile essere chiamata a far parte di questa mostra con partner creativi così stimolanti - ha spiegato -. Avere accesso agli archivi della Biblioteca Vaticana è stata un'esperienza straordinaria e mi ha fornito molte fonti d’ispirazione per il mio lavoro. I documenti storici offrono una visione affascinante del modo in cui gli esseri umani hanno vissuto e visto il mondo nel corso di molte generazioni, ed è un privilegio poter incorporare le storie di questi viaggiatori e pionieri nelle mie opere d'arte”.
S.E. Mons. Angelo Vincenzo Zani ha invece ribadito come compito fondamentale della BAV sia “quello, da un lato, di custodire i tesori culturali ad essa affidati e dall'altra di promuoverne lo "studio" e la "conoscenza" per rendere più fruibile a tutti il valore degli straordinari documenti conservati. E questo è il compito specifico della BAV dai tempi di Niccolò V, che la fondò nel 1451, a quelli di Pio XI, fino ad oggi. Papa Francesco ha sottolineato l'importanza di custodire e di "aprire".
Maria Grazia Chiuri, in collaborazione con Karishma Swali e con gli artigiani della Chanakya School of Craft, sorprende invece gli ospiti della Biblioteca Apostolica con un’installazione site-specific, una riflessione che parte dalle vicende di sei viaggiatrici di fine Ottocento per spalancare una finestra sul rapporto tra moda e viaggio, sul potere dell’abito di liberare il corpo, renderlo idoneo al movimento, e un giro del mondo tra carte e cartamodelli.
“È un grande privilegio - ha detto Chiuri - essere stata invitata a esporre nella Biblioteca Apostolica Vaticana, una delle più antiche collezioni di libri, mappe e manoscritti. Conoscenza e creatività sono per me totalmente intrecciate. La moda stessa è un continuo viaggio e tutti i suoi elementi sono mappe. Le donne viaggiatrici di epoca vittoriana hanno sentito il bisogno di cambiarsi di abito, di slacciare i loro corsetti. La mia idea è stata quella di voler descrivere il mondo attraverso tessuti e ricami, d’altra parte tessere è la prima attività umana e il telaio è una sorta di computer ante litteram. Le mappe in mostra sono state realizzate attraverso il ricamo da donne che non hanno mai viaggiato. Così hanno espresso la loro idea di mondo”.
Nel Salone Barberini che racchiude l’originaria boiserie di fine Seicento, per la quale la sala fu in seguito concepita, la frase di Simone de Beauvoir è un flash. “Femininity, the trap” recita. Nel Salone Sistino la Mappa realizzata da Alighiero Boetti nel 1984, un importante prestito proveniente dalle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo di Napoli, chiude invece il viaggio, lasciando una finestra aperta su mondi di ieri e di oggi, vicini, ma anche lontanissimi.
![](https://www.arte.it/foto/orig/c1/155001-EN_ROUTE_FACADE_BIBLIOTECA_APOSTOLICA_VATICANA.jpg)
En Route, Allestimento | Courtesy Biblioteca Apostolica Vaticana
“Fino ad ora - spiega don Giacomo Cardinali curatore e commissario della Sala Espositiva - la Biblioteca Vaticana ha messo il proprio patrimonio in dialogo con artisti visivi, fotografi e book designer. Con En route si spinge oltre, aprendo il confronto a creativi dai linguaggi ancor più lontani e inconsueti: oltre a un’illustratrice sono presenti un musicista e una creativa di moda. Questa mostra parte dalla volontà di trovare un punto di incontro tra istituzione secolare e il tempo che viviamo. Abbiamo sempre cercato interlocutori lontani dal nostro mondo”.
La mostra piace perché spalanca suggestioni, insegna, in chiave decisamente antinazionalista, quanto spesso possa essere ritenuto identitario qualcosa che in un’altra parte di mondo non lo è, e così decostruisce retoriche, smonta le roccheforti dei punti di vista, spalanca la mente, come i bauli da viaggio in mostra riempiti di impermeabili per l'occasione, sovrappone geografia e geopolitica. Insegna che la mappa è un’espressione dell’anima, mentre ciò che restituisce la sublime bellezza di un viaggio, fisico o dell’anima esso sia, è la capacità di sentire il cuore battere per qualcosa che non si conosce ancora.
Il viaggio apre la mente, che diviene totalmente incline ad accogliere il prodotto dello spirito umano, come la bibliteca del Salone Barberini, lasciata vuota per motivi conservativi, ma che diviene metafora di questa ricerca.
Grazie al sostegno della Maison Dior della famiglia Galateri di Genola e di Suniglia, il fondo Poma.Periodici verrà catalogato, digitalizzato e messo gratuitamente sulle piattaforme online dell’Istituzione.
Non è il cognome, certo, a sancire questa unione, anche se Lorenzo non è estraneo al Vaticano, come lui stesso racconta. Suo padre vi ha lavorato per 55 anni e l’artista è stato a lungo frequentatore consapevole di questi luoghi di bellezza trascorrendo buona parte della sua adolescenza in spazi “epifanici”, come li definisce, come la Galleria delle mappe, percorsa più volte scivolando sul marmo quando la carriera matura di “esploratore di mondi sonori” era ancora lontana.
“Ero appena tornato da viaggio un viaggio drammatico (un brutto incidente durante uno dei tanti viaggi in bicicletta ndr) - spiega Lorenzo - ero costretto a stare fermo, ma viaggiavo con la fantasia. Quando sono stato coinvolto in questo progetto che aveva al suo interno parole chiave come 'viaggio', 'abiti', 'mappe', 'esplorazioni', 'pellegrinaggio', è stata per me una gioia immensa”.
Il progetto, divenuto adesso una mostra, che oltre a Jovanotti vede coinvolte anche l’illustratrice e graphic artist d’origine islandese Kristjana S Williams e Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica della collezione donna Dior, si intitola En Route, si inserisce nelle celebrazioni giubilari del 2025 e si potrà visitare dal 15 febbraio al 20 dicembre 2025, secondo modalità e calendario consultabili sul sito: https://enrouteproject.com (Biglietti in vendita su Ticket.it.).
![](https://www.arte.it/foto/orig/50/154997-EMPTY_SPACE_EXHIBITION_BIBLIOTECA_APOSTOLICA_VATICANA_3.jpg)
En Route, Allestimento | Courtesy Biblioteca Apostolica Vaticana
Il progetto, realizzato in collaborazione con la Maison Dior e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Sparkle e Fondazione ANAWIM, rappresenta la sesta tappa del percorso di dialogo avviato nel 2021 dalla Biblioteca Apostolica tra il proprio patrimonio e l’arte contemporanea, declinando ancora una volta il tema “Pellegrini di speranza” nella chiave colta e laica che le è propria, intessendo una riflessione sul tema del viaggio.
Ma a cosa allude “En Route”, il titolo di questo imperdibile (e sorprendente) carosello di stoffe, vissuti diversi, colori, che porta il mondo intero all’ombra del Cupolone, all’interno della Biblioteca che inizia la sua storia moderna con Niccolò V (che intorno alla metà del ‘400 decise di aprire le collezioni librarie papali agli uomini dotti) e che oggi è accessibile a pochissimi studiosi? Fulcro dell’esposizione curata da un brillante don Giacomo Cardinali, da Simona De Crescenzo, Francesca Giannetto e Delio V. Proverbio, della Biblioteca Apostolica Vaticana, è il recente ritrovamento di un fondo che giunge dall’eredità del diplomatico ed erudito Cesare Poma. Si tratta della collezione Poma.Periodici, una corposa raccolta di circa 1.200 giornali, provenienti dalle località più remote e stampati nelle lingue più inaspettate dei cinque continenti. Persino nell’Ebraico della diaspora turca. Da questo fondo emergono, oltre alla vicenda biografica e culturale del diplomatico, anche quella di un bizzarro periodico, intitolato En route, che due giornalisti francesi, Lucien Leroy e Henri Papillaud, pubblicarono durante il loro viaggio intorno al mondo tra 1895 e 1897, per finanziare la loro impresa e raccontare i luoghi visitati.
Accanto a queste avventure, tutte maschili, sono state inserite in mostra le storie di alcune donne che, in piena età vittoriana, superando gli stereotipi culturali del tempo, partirono in solitaria alla volta del loro personalissimo tour du monde: giornalistico, politico, culturale, archeologico o anche propagandistico.
Per presentare al pubblico il fondo Poma.Periodici e le vicende dei viaggiatori e delle viaggiatrici selezionate, con un originale allestimento, sono stati convocati i tre “insoliti” curatori. Se Jovanotti ha scelto di allestire la sua sezione accogliendo il visitatore nel caleidoscopio della sua anima di cantautore, tra gli strumenti dei viaggi e i libri che lo hanno ispirato, occupando lo spazio “come fosse una personale bacheca di ricordi” con un’installazione pop dal cuore sonoro, Kristjana S Williams ha seguito la narrazione-trasfigurazione dei viaggi di Poma e dei redattori di En route. In più vi ha infuso tutta la sua vena simbolica e di sognante poesia che accende la mostra con la sua esplosione di colori.
![](https://www.arte.it/foto/orig/3c/154999-EMPTY_SPACE_EXHIBITION_BIBLIOTECA_APOSTOLICA_VATICANA_2.jpg)
En Route, Allestimento | Courtesy Biblioteca Apostolica Vaticana
“È stato un onore incredibile essere chiamata a far parte di questa mostra con partner creativi così stimolanti - ha spiegato -. Avere accesso agli archivi della Biblioteca Vaticana è stata un'esperienza straordinaria e mi ha fornito molte fonti d’ispirazione per il mio lavoro. I documenti storici offrono una visione affascinante del modo in cui gli esseri umani hanno vissuto e visto il mondo nel corso di molte generazioni, ed è un privilegio poter incorporare le storie di questi viaggiatori e pionieri nelle mie opere d'arte”.
S.E. Mons. Angelo Vincenzo Zani ha invece ribadito come compito fondamentale della BAV sia “quello, da un lato, di custodire i tesori culturali ad essa affidati e dall'altra di promuoverne lo "studio" e la "conoscenza" per rendere più fruibile a tutti il valore degli straordinari documenti conservati. E questo è il compito specifico della BAV dai tempi di Niccolò V, che la fondò nel 1451, a quelli di Pio XI, fino ad oggi. Papa Francesco ha sottolineato l'importanza di custodire e di "aprire".
Maria Grazia Chiuri, in collaborazione con Karishma Swali e con gli artigiani della Chanakya School of Craft, sorprende invece gli ospiti della Biblioteca Apostolica con un’installazione site-specific, una riflessione che parte dalle vicende di sei viaggiatrici di fine Ottocento per spalancare una finestra sul rapporto tra moda e viaggio, sul potere dell’abito di liberare il corpo, renderlo idoneo al movimento, e un giro del mondo tra carte e cartamodelli.
“È un grande privilegio - ha detto Chiuri - essere stata invitata a esporre nella Biblioteca Apostolica Vaticana, una delle più antiche collezioni di libri, mappe e manoscritti. Conoscenza e creatività sono per me totalmente intrecciate. La moda stessa è un continuo viaggio e tutti i suoi elementi sono mappe. Le donne viaggiatrici di epoca vittoriana hanno sentito il bisogno di cambiarsi di abito, di slacciare i loro corsetti. La mia idea è stata quella di voler descrivere il mondo attraverso tessuti e ricami, d’altra parte tessere è la prima attività umana e il telaio è una sorta di computer ante litteram. Le mappe in mostra sono state realizzate attraverso il ricamo da donne che non hanno mai viaggiato. Così hanno espresso la loro idea di mondo”.
Nel Salone Barberini che racchiude l’originaria boiserie di fine Seicento, per la quale la sala fu in seguito concepita, la frase di Simone de Beauvoir è un flash. “Femininity, the trap” recita. Nel Salone Sistino la Mappa realizzata da Alighiero Boetti nel 1984, un importante prestito proveniente dalle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo di Napoli, chiude invece il viaggio, lasciando una finestra aperta su mondi di ieri e di oggi, vicini, ma anche lontanissimi.
![](https://www.arte.it/foto/orig/c1/155001-EN_ROUTE_FACADE_BIBLIOTECA_APOSTOLICA_VATICANA.jpg)
En Route, Allestimento | Courtesy Biblioteca Apostolica Vaticana
“Fino ad ora - spiega don Giacomo Cardinali curatore e commissario della Sala Espositiva - la Biblioteca Vaticana ha messo il proprio patrimonio in dialogo con artisti visivi, fotografi e book designer. Con En route si spinge oltre, aprendo il confronto a creativi dai linguaggi ancor più lontani e inconsueti: oltre a un’illustratrice sono presenti un musicista e una creativa di moda. Questa mostra parte dalla volontà di trovare un punto di incontro tra istituzione secolare e il tempo che viviamo. Abbiamo sempre cercato interlocutori lontani dal nostro mondo”.
La mostra piace perché spalanca suggestioni, insegna, in chiave decisamente antinazionalista, quanto spesso possa essere ritenuto identitario qualcosa che in un’altra parte di mondo non lo è, e così decostruisce retoriche, smonta le roccheforti dei punti di vista, spalanca la mente, come i bauli da viaggio in mostra riempiti di impermeabili per l'occasione, sovrappone geografia e geopolitica. Insegna che la mappa è un’espressione dell’anima, mentre ciò che restituisce la sublime bellezza di un viaggio, fisico o dell’anima esso sia, è la capacità di sentire il cuore battere per qualcosa che non si conosce ancora.
Il viaggio apre la mente, che diviene totalmente incline ad accogliere il prodotto dello spirito umano, come la bibliteca del Salone Barberini, lasciata vuota per motivi conservativi, ma che diviene metafora di questa ricerca.
Grazie al sostegno della Maison Dior della famiglia Galateri di Genola e di Suniglia, il fondo Poma.Periodici verrà catalogato, digitalizzato e messo gratuitamente sulle piattaforme online dell’Istituzione.
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