Alessandro Nutini e Junko Ando. Japan
Dal 30 Aprile 2015 al 21 Maggio 2015
Firenze
Luogo: Caffè Letterario Le Murate
Indirizzo: piazza delle Murate
Orari: tutti i giorni 11-24
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.lemurate.it
La coppia Nutini-Ando vive da molti anni in Chianti, trascorrendo regolarmente lunghi periodi in Giappone, dove ciascuno lavora ai propri specifici interessi oppure entrambi collaborano per un progetto comune.
Dunque il Giappone e la Toscana sono le loro due case, essendo lui fiorentino, lei giapponese.
La mostra JAPAN nasce dalle migliaia di scatti fotografici che entrambi hanno realizzato negli anni, immagini di un Giappone per nulla banale e che risulta anzi del tutto sconosciuto. L’interesse è centrato su piccoli particolari trascurati o ignorati da un occhio distratto. Foto che nascono soprattutto da una necessità documentativa, finalizzate a fornire tematiche visive per opere di pittura, usate per eseguire opere su tela o carta. Se guardiamo però le foto in sé esse sono già opere degne di rilievo per l'originalità dei soggetti, la perfezione delle geometrie, la purezza delle forme, la bellezza delle linee, per la particolarità dei colori delle pietre, dei legni, delle terracotte, delle paglie.
Risultano opere quasi astratte, perché non è visibile l’oggetto rappresentato nella sua interezza, ma solo il particolare. Vi si rispecchiano le varie forme della tradizione giapponese, quella delle sabbie dei giardini disegnate con il rastrello, le linee geometriche dei lastricati, degli impiantiti e dei muri, i tondi verdi delle aiuole che bordano vialetti di ghiaia, oppure gli incastri di vecchie pareti di legno, o le fatture dei tetti di paglia, o di quelli fatti di tegole. Non mancano particolari curiosi come le ciabattine che si trovano davanti ai bagni ad uso dei clienti nei ristoranti.
Attenzione alla tradizione in Nutini si coniuga con apertura al contemporaneo, nelle sue opere l'interesse è sempre al microcosmo, al frammento che nella sua apparente insignificanza contiene il tutto, visione parcellizzata del macrocosmo. Il legame tra finito e infinito, tra materia e immateriale, si mescola ad un altro binomio, quello tra natura e artificio, nascono così le sue opere distribuite in cicli e fasi. Nella serie Sabbie i disegni sul terreno dei giardini giapponesi, in Sassi le geometrie presenti nella pietra che lavorata dall’acqua e dal tempo diventa oggetto bello in sé. La bellezza dell’oggetto qualunque si ritrova anche nel ciclo dei Muri, piccole tele che, da sole, ma ancor più assemblate, riportano le domestiche geometrie dei mattoni su un soffitto o su pavimentazioni. Quasi una resistenza della memoria che sottrae all’oblio quanto di apparentemente semplice è destinato a essere considerato non più necessario all’epoca contemporanea.
Alessandro Nutini, si forma alla scuola delle botteghe fiorentine di pittura e restauro, ove apprende i segreti delle antiche tecniche che amplia, nel corso dei suoi viaggi, con quelle del colore usate dagli indigeni nei Carabi e con quelle informali in uso nella New York ancora negli anni Ottanta, sino all’approdo più istituzionale all’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Formazione eterogenea, arricchita dai numerosi contatti con l’arte giapponese. Pittore, scultore e fotografo ha realizzato mostre in Italia, Europa e Giappone.
Junko Ando, come traduttrice inglese-giapponese collabora con musei d’arte ceramica moderna e contemporanea, come manager e consulente d’arte si occupa di aste e lavora per la Mitochu Koeki Gallery di Tokyo.
Dunque il Giappone e la Toscana sono le loro due case, essendo lui fiorentino, lei giapponese.
La mostra JAPAN nasce dalle migliaia di scatti fotografici che entrambi hanno realizzato negli anni, immagini di un Giappone per nulla banale e che risulta anzi del tutto sconosciuto. L’interesse è centrato su piccoli particolari trascurati o ignorati da un occhio distratto. Foto che nascono soprattutto da una necessità documentativa, finalizzate a fornire tematiche visive per opere di pittura, usate per eseguire opere su tela o carta. Se guardiamo però le foto in sé esse sono già opere degne di rilievo per l'originalità dei soggetti, la perfezione delle geometrie, la purezza delle forme, la bellezza delle linee, per la particolarità dei colori delle pietre, dei legni, delle terracotte, delle paglie.
Risultano opere quasi astratte, perché non è visibile l’oggetto rappresentato nella sua interezza, ma solo il particolare. Vi si rispecchiano le varie forme della tradizione giapponese, quella delle sabbie dei giardini disegnate con il rastrello, le linee geometriche dei lastricati, degli impiantiti e dei muri, i tondi verdi delle aiuole che bordano vialetti di ghiaia, oppure gli incastri di vecchie pareti di legno, o le fatture dei tetti di paglia, o di quelli fatti di tegole. Non mancano particolari curiosi come le ciabattine che si trovano davanti ai bagni ad uso dei clienti nei ristoranti.
Attenzione alla tradizione in Nutini si coniuga con apertura al contemporaneo, nelle sue opere l'interesse è sempre al microcosmo, al frammento che nella sua apparente insignificanza contiene il tutto, visione parcellizzata del macrocosmo. Il legame tra finito e infinito, tra materia e immateriale, si mescola ad un altro binomio, quello tra natura e artificio, nascono così le sue opere distribuite in cicli e fasi. Nella serie Sabbie i disegni sul terreno dei giardini giapponesi, in Sassi le geometrie presenti nella pietra che lavorata dall’acqua e dal tempo diventa oggetto bello in sé. La bellezza dell’oggetto qualunque si ritrova anche nel ciclo dei Muri, piccole tele che, da sole, ma ancor più assemblate, riportano le domestiche geometrie dei mattoni su un soffitto o su pavimentazioni. Quasi una resistenza della memoria che sottrae all’oblio quanto di apparentemente semplice è destinato a essere considerato non più necessario all’epoca contemporanea.
Alessandro Nutini, si forma alla scuola delle botteghe fiorentine di pittura e restauro, ove apprende i segreti delle antiche tecniche che amplia, nel corso dei suoi viaggi, con quelle del colore usate dagli indigeni nei Carabi e con quelle informali in uso nella New York ancora negli anni Ottanta, sino all’approdo più istituzionale all’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Formazione eterogenea, arricchita dai numerosi contatti con l’arte giapponese. Pittore, scultore e fotografo ha realizzato mostre in Italia, Europa e Giappone.
Junko Ando, come traduttrice inglese-giapponese collabora con musei d’arte ceramica moderna e contemporanea, come manager e consulente d’arte si occupa di aste e lavora per la Mitochu Koeki Gallery di Tokyo.
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