Tutto pronto per il gran finale di novembre a Paestum
La Domus del Centurione all’International Discovery Award
Domus del Centurione, mosaico pavimentale. Courtesy Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio
Francesca Grego
13/07/2018
Mondo - La Domus del Centurione conquista un posto tra le finaliste dell’International Archeological Discovery Award 2018, tra i più prestigiosi riconoscimenti mondiali dedicati alle scoperte archeologiche.
Intitolato a Khaled al-Asaad, l’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale siriano, quest’anno il premio sarà assegnato a uno dei seguenti siti: il ginnasio ellenistico rinvenuto ad Al Fayoum (Egitto), l’antico porto della città sumera di Abu Tbeirah (Iraq), la “piccola Pompei” di Vienne (Francia), la Domus del Centurione (Italia), la città romana sommersa nel Golfo di Hammamet (Tunisia).
A ospitare la cerimonia di premiazione del prossimo 16 novembre sarà l’area archeologica di Paestum nel corso della XXI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, sotto l’egida dell’UNESCO e dell’UNTWO.
La Domus del Centurione, rinvenuta casualmente a Roma nel 2017 durante gli scavi per la realizzazione della linea C della metropolitana, è dunque l’unico sito italiano in lizza per l’ambito riconoscimento. Si tratta di un complesso militare di proporzioni esorbitanti e in ottimo stato di conservazione risalente al II secolo d.C.: comprende una grande camerata, magazzini e soprattutto un appartamento di 14 stanze destinato al comandante dell’esercito, dotato di un cortile con vasche e fontana, di un complesso impianto idrico e perfino di un sistema di riscaldamento.
Tra mosaici, pavimenti in marmo decorato e caratteristici rivestimenti in cocciopesto, gli ambienti della Domus hanno restituito reperti alquanto rari, rimasti nelle sedi originarie per ben 18 secoli, che hanno fornito agli archeologi preziose informazioni sulla vita quotidiana nella Roma dell’imperatore Adriano. Questo grazie ai notevoli livelli di profondità raggiunti dagli scavi (12 metri sotto il manto stradale).
La scoperta ha permesso inoltre di identificare un complesso militare ampiamente citato nelle fonti letterarie ed epigrafiche antiche, ma che finora mancava all’appello nel patrimonio archeologico della Capitale.
Leggi anche:
• Roma: nei cantieri della metro, i castra e la Domus del Comandante
• Alla Domus Aurea tornano a splendere gli affreschi di Achille a Sciro
Intitolato a Khaled al-Asaad, l’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale siriano, quest’anno il premio sarà assegnato a uno dei seguenti siti: il ginnasio ellenistico rinvenuto ad Al Fayoum (Egitto), l’antico porto della città sumera di Abu Tbeirah (Iraq), la “piccola Pompei” di Vienne (Francia), la Domus del Centurione (Italia), la città romana sommersa nel Golfo di Hammamet (Tunisia).
A ospitare la cerimonia di premiazione del prossimo 16 novembre sarà l’area archeologica di Paestum nel corso della XXI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, sotto l’egida dell’UNESCO e dell’UNTWO.
La Domus del Centurione, rinvenuta casualmente a Roma nel 2017 durante gli scavi per la realizzazione della linea C della metropolitana, è dunque l’unico sito italiano in lizza per l’ambito riconoscimento. Si tratta di un complesso militare di proporzioni esorbitanti e in ottimo stato di conservazione risalente al II secolo d.C.: comprende una grande camerata, magazzini e soprattutto un appartamento di 14 stanze destinato al comandante dell’esercito, dotato di un cortile con vasche e fontana, di un complesso impianto idrico e perfino di un sistema di riscaldamento.
Tra mosaici, pavimenti in marmo decorato e caratteristici rivestimenti in cocciopesto, gli ambienti della Domus hanno restituito reperti alquanto rari, rimasti nelle sedi originarie per ben 18 secoli, che hanno fornito agli archeologi preziose informazioni sulla vita quotidiana nella Roma dell’imperatore Adriano. Questo grazie ai notevoli livelli di profondità raggiunti dagli scavi (12 metri sotto il manto stradale).
La scoperta ha permesso inoltre di identificare un complesso militare ampiamente citato nelle fonti letterarie ed epigrafiche antiche, ma che finora mancava all’appello nel patrimonio archeologico della Capitale.
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