A Palazzo Pitti dall'8 maggio al 29 luglio
L'alabardiere di Pontormo torna a Firenze dopo 30 anni
Jacopo da Pontormo, Ritratto di Alabardiere (Francesco Guardi?), 1529-1530 circa, olio su tela (trasportato da tavola), Los Angeles, The J. Paul Getty Museum
Samantha De Martin
07/05/2018
Firenze - C’è anche il misterioso Alabardiere - che, dopo quasi trent’anni, lascia temporaneamente il Getty Museum di Los Angeles per volare a Firenze - tra i capolavori di Pontormo ospitati nella Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti.
L’occasione di questo incontro inedito tra opere di eccezionale pregio, la maggior parte delle quali esposte insieme per la prima volta, è offerta dalla mostra Incontri miracolosi: Pontormo dal disegno alla pittura, a cura di Bruce Edelstein e in programma a Firenze dall’8 maggio al 29 luglio.
L’appuntamento sarà anche un pretesto per riaprire il dibattito intorno alla misteriosa identità del giovane elegantemente vestito, con il capo coperto da una berretta rossa ornata di una spilla d’oro, armato di alabarda e con la spada nel fodero sul fianco sinistro, nel quale quasi tutti gli storici riconoscono Francesco Guardi, giovanissimo soldato della Repubblica Fiorentina al tempo dell’assedio di Firenze. Eppure, nonostante qualcuno avanzi ancora l’ ipotesi che possa trattarsi del giovane Cosimo de’ Medici, figlio di Giovanni delle Bande Nere - anche lui segnalato dal Vasari come soggetto di un ritratto del Pontormo - tra le presunte identità figurerebbe anche quella di Ercole Rangone, giovane nobile fiorentino arruolatosi nella milizia repubblicana.
Accanto all’Alabardiere e al relativo disegno preparatorio in pietra rossa - l’unico pervenutoci - arriverà a Firenze il Ritratto di giovane uomo con berretto rosso proveniente da una collezione privata londinese.
Questo personaggio fiero, vestito con estrema cura e assai misterioso nel suo gesto di nascondere (o svelare) nella giubba di pelle una enigmatica lettera, potrebbe essere identificato con il poco conosciuto Carlo Neroni.
Dopo quasi due secoli, questo magnifico quadro, in eccezionale stato di conservazione, tornerà a Firenze per poi essere presentato, per la prima volta in assoluto, negli Stati Uniti.
In questo prezioso corteo di incontri sfila anche Pigmalione, ritratto - seguendo il racconto di Ovidio - mentre, dopo la preghiera a Venere, vede trasformarsi la sua scultura di avorio in donna viva. La tela, molto probabilmente una pittura di Bronzino, allievo di Pontormo, sarebbe il frutto di una collaborazione fra i due artisti.
Così come è probabile che la figura della giovane sia tratta dal disegno del maestro raffigurante Venere e Cupido, e che l’allievo abbia rappresentato Pigmalione prendendolo quasi esattamente da un'altra prova grafica del Pontormo, anch’essa in mostra, raffigurante San Francesco in preghiera.
Con il suo tripudio di colori e di volumi, resi ancora più vivi dopo il recente restauro che ha rivelato importanti novità sulla tecnica esecutiva del pittore, la Visitazione è un’altra protagonista della mostra.
Nella pala, di proprietà della pieve dei Santi Michele e Francesco di Carmignano, Pontormo coglie l’incontro e l’affettuoso abbraccio fra le due cugine - la futura madre di Cristo e quella di Giovanni Battista - unite da uno sguardo di intensa serenità, quasi in contrasto con quello delle due ancelle che sembrano esortare l’osservatore a condividere con loro la consapevolezza del sacrificio e del dolore che scaturiranno da questi miracolosi eventi.
Le quattro figure - disposte a rombo al centro della pala - occupano l’intero spazio come in una sorta di inquietante horror vacui, mentre, sullo sfondo, gli scarni e alti edifici prendono consistenza stagliandosi verso un cielo cupo.
Accanto alla Visitazione, il pubblico potrà ammirare, per la prima volta, l’unico disegno preparatorio noto, con la quadrettatura predisposta per il trasferimento sulla tavola, il magnifico modello in pietra nera custodito agli Uffizi.
«L’immagine di Jacopo Carrucci da Pontormo quale pittore eccentrico - commenta Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi - tramandata a partire dalla biografia di Giorgio Vasari, è stata profondamente modificata nella storiografia più recente. La mostra Incontri miracolosi: Pontormo daldisegno alla pittura presenta una serie di opere di eccezionale importanza e si inquadra perfettamente nella politica di collaborazione fra istituzioni culturali italiane e straniere fissata dallo statuto delle Gallerie degli Uffizi».
Dopo Firenze, la mostra, pensata e realizzata insieme al Paul Getty Museum di Los Angeles e al Morgan Library & Museum di New York, lascerà l’Italia per raggiungere le due sedi americane.
Leggi anche:
• Incontri miracolosi. Pontormo, dal disegno alla pittura
• Nuova vita alla Cappella Capponi del Pontormo
L’occasione di questo incontro inedito tra opere di eccezionale pregio, la maggior parte delle quali esposte insieme per la prima volta, è offerta dalla mostra Incontri miracolosi: Pontormo dal disegno alla pittura, a cura di Bruce Edelstein e in programma a Firenze dall’8 maggio al 29 luglio.
L’appuntamento sarà anche un pretesto per riaprire il dibattito intorno alla misteriosa identità del giovane elegantemente vestito, con il capo coperto da una berretta rossa ornata di una spilla d’oro, armato di alabarda e con la spada nel fodero sul fianco sinistro, nel quale quasi tutti gli storici riconoscono Francesco Guardi, giovanissimo soldato della Repubblica Fiorentina al tempo dell’assedio di Firenze. Eppure, nonostante qualcuno avanzi ancora l’ ipotesi che possa trattarsi del giovane Cosimo de’ Medici, figlio di Giovanni delle Bande Nere - anche lui segnalato dal Vasari come soggetto di un ritratto del Pontormo - tra le presunte identità figurerebbe anche quella di Ercole Rangone, giovane nobile fiorentino arruolatosi nella milizia repubblicana.
Accanto all’Alabardiere e al relativo disegno preparatorio in pietra rossa - l’unico pervenutoci - arriverà a Firenze il Ritratto di giovane uomo con berretto rosso proveniente da una collezione privata londinese.
Questo personaggio fiero, vestito con estrema cura e assai misterioso nel suo gesto di nascondere (o svelare) nella giubba di pelle una enigmatica lettera, potrebbe essere identificato con il poco conosciuto Carlo Neroni.
Dopo quasi due secoli, questo magnifico quadro, in eccezionale stato di conservazione, tornerà a Firenze per poi essere presentato, per la prima volta in assoluto, negli Stati Uniti.
In questo prezioso corteo di incontri sfila anche Pigmalione, ritratto - seguendo il racconto di Ovidio - mentre, dopo la preghiera a Venere, vede trasformarsi la sua scultura di avorio in donna viva. La tela, molto probabilmente una pittura di Bronzino, allievo di Pontormo, sarebbe il frutto di una collaborazione fra i due artisti.
Così come è probabile che la figura della giovane sia tratta dal disegno del maestro raffigurante Venere e Cupido, e che l’allievo abbia rappresentato Pigmalione prendendolo quasi esattamente da un'altra prova grafica del Pontormo, anch’essa in mostra, raffigurante San Francesco in preghiera.
Con il suo tripudio di colori e di volumi, resi ancora più vivi dopo il recente restauro che ha rivelato importanti novità sulla tecnica esecutiva del pittore, la Visitazione è un’altra protagonista della mostra.
Nella pala, di proprietà della pieve dei Santi Michele e Francesco di Carmignano, Pontormo coglie l’incontro e l’affettuoso abbraccio fra le due cugine - la futura madre di Cristo e quella di Giovanni Battista - unite da uno sguardo di intensa serenità, quasi in contrasto con quello delle due ancelle che sembrano esortare l’osservatore a condividere con loro la consapevolezza del sacrificio e del dolore che scaturiranno da questi miracolosi eventi.
Le quattro figure - disposte a rombo al centro della pala - occupano l’intero spazio come in una sorta di inquietante horror vacui, mentre, sullo sfondo, gli scarni e alti edifici prendono consistenza stagliandosi verso un cielo cupo.
Accanto alla Visitazione, il pubblico potrà ammirare, per la prima volta, l’unico disegno preparatorio noto, con la quadrettatura predisposta per il trasferimento sulla tavola, il magnifico modello in pietra nera custodito agli Uffizi.
«L’immagine di Jacopo Carrucci da Pontormo quale pittore eccentrico - commenta Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi - tramandata a partire dalla biografia di Giorgio Vasari, è stata profondamente modificata nella storiografia più recente. La mostra Incontri miracolosi: Pontormo daldisegno alla pittura presenta una serie di opere di eccezionale importanza e si inquadra perfettamente nella politica di collaborazione fra istituzioni culturali italiane e straniere fissata dallo statuto delle Gallerie degli Uffizi».
Dopo Firenze, la mostra, pensata e realizzata insieme al Paul Getty Museum di Los Angeles e al Morgan Library & Museum di New York, lascerà l’Italia per raggiungere le due sedi americane.
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