Dal 20 giugno al 30 settembre alla Galleria Sabauda
Da Sánchez Cotán a Goya, le tele "silenziose" in mostra a Torino

Juan Sánchez Cotán, Natura morta con finestra, frutta e verdura, 1602 circa, olio su tela, collezione privata
Samantha De Martin
20/06/2018
Torino - Trionfanti composizioni barocche con decorazioni floreali intrise di significati simbolici incontrano i silenziosi oggetti di vita quotidiana tessendo un delicato omaggio alla Spagna del Seicento, da Sánchez Cotán a Francisco Goya.
Le sale palatine della Galleria Sabauda tracciano un delicato percorso attraverso due secoli di produzione, intorno alle opere di artisti come Juan de Zurbarán, Goya, Meléndez.
Articolata in otto sezioni - le origini, i bodegones, i floreros, tavole e cucine, le Vanitas, il primo Settecento, il gusto accademico e Goya - l’esposizione, a cura di Ángel Aterido, raccoglie una quarantina di opere provenienti da prestigiosi musei pubblici - dal Museo del Prado al Louvre, dalle Gallerie degli Uffizi all’Art Museum di San Diego - e da importanti collezioni private.
Aggirandosi tra gli straordinari capolavori dipinti da Juan Sánchez Cotán, arrivati a Torino dagli Stati Uniti e dalla Collezione Abelló di Madrid, scrutando le Mele in cestino di vimini di Juan de Zurbarán, addentrandosi tra le scene allegoriche della Vanitas e Il Sogno del Cavaliere di Pereda, o contemplando l’impressionante Natura morta con tacchino di Goya, il visitatore si gode il suo viaggio tematico nel tempo attraverso i gioielli di alcuni dei più prestigiosi musei al mondo.
Concepito sin dalla sua nascita e dalla diffusione in Europa, intorno al 1590-1600, come un esercizio mimetico di descrizione analitica della realtà naturale, caratterizzato da un forte senso decorativo, il genere della natura morta spagnola presenta alcune peculiarità che lo contraddistinguono dalle soluzioni compositive adottate negli altri paesi europei.
Sebbene sia possibile mettere in relazione le prime nature morte spagnole con modelli fiamminghi e italiani, il loro carattere austero e le personali interpretazioni del tema fornite da maestri come Juan Sánchez Cotán, Juan de Zurbarán, Luis Meléndez o Francisco de Goya, implicano un loro specifico riconoscimento fra i vertici dell’arte occidentale.
La mostra approfondisce il dialogo tra le opere spagnole e nove dipinti italiani e fiamminghi appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda. Tra questi, la Natura morta con frutta, dolci, crostacei, un bicchiere e un topo di Peter Binoit, La vanità della vita umana di Jan Brueghel, o ancora il Vaso con fiori e insetti di Cornelis De Heem, ai quali si aggiunge una superba Natura morta con pesci e molluschi di Giuseppe Recco, gentilmente concessa dalle Gallerie d’Italia di Palazzo Zevallos di Napoli.
La mostra, in programma fino al 30 settembre, rappresenta un’importante opportunità per celebrare, attraverso il lascito depositato nella pittura, il complesso tessuto culturale che unisce Spagna, Belgio e Italia.
Leggi anche:
• Il silenzio sulla tela. Natura morta spagnola da Sánchez Cotán a Goya
Le sale palatine della Galleria Sabauda tracciano un delicato percorso attraverso due secoli di produzione, intorno alle opere di artisti come Juan de Zurbarán, Goya, Meléndez.
Articolata in otto sezioni - le origini, i bodegones, i floreros, tavole e cucine, le Vanitas, il primo Settecento, il gusto accademico e Goya - l’esposizione, a cura di Ángel Aterido, raccoglie una quarantina di opere provenienti da prestigiosi musei pubblici - dal Museo del Prado al Louvre, dalle Gallerie degli Uffizi all’Art Museum di San Diego - e da importanti collezioni private.
Aggirandosi tra gli straordinari capolavori dipinti da Juan Sánchez Cotán, arrivati a Torino dagli Stati Uniti e dalla Collezione Abelló di Madrid, scrutando le Mele in cestino di vimini di Juan de Zurbarán, addentrandosi tra le scene allegoriche della Vanitas e Il Sogno del Cavaliere di Pereda, o contemplando l’impressionante Natura morta con tacchino di Goya, il visitatore si gode il suo viaggio tematico nel tempo attraverso i gioielli di alcuni dei più prestigiosi musei al mondo.
Concepito sin dalla sua nascita e dalla diffusione in Europa, intorno al 1590-1600, come un esercizio mimetico di descrizione analitica della realtà naturale, caratterizzato da un forte senso decorativo, il genere della natura morta spagnola presenta alcune peculiarità che lo contraddistinguono dalle soluzioni compositive adottate negli altri paesi europei.
Sebbene sia possibile mettere in relazione le prime nature morte spagnole con modelli fiamminghi e italiani, il loro carattere austero e le personali interpretazioni del tema fornite da maestri come Juan Sánchez Cotán, Juan de Zurbarán, Luis Meléndez o Francisco de Goya, implicano un loro specifico riconoscimento fra i vertici dell’arte occidentale.
La mostra approfondisce il dialogo tra le opere spagnole e nove dipinti italiani e fiamminghi appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda. Tra questi, la Natura morta con frutta, dolci, crostacei, un bicchiere e un topo di Peter Binoit, La vanità della vita umana di Jan Brueghel, o ancora il Vaso con fiori e insetti di Cornelis De Heem, ai quali si aggiunge una superba Natura morta con pesci e molluschi di Giuseppe Recco, gentilmente concessa dalle Gallerie d’Italia di Palazzo Zevallos di Napoli.
La mostra, in programma fino al 30 settembre, rappresenta un’importante opportunità per celebrare, attraverso il lascito depositato nella pittura, il complesso tessuto culturale che unisce Spagna, Belgio e Italia.
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