A Roma dal 15 al 18 febbraio

L'arte contemporanea veicolo di speranza in luoghi umani sensibili: al via il Giubileo degli artisti

Il Campanone della Basilica di San Pietro
 

Samantha De Martin

12/02/2025

Roma - Un’occasione per rianimare la speranza, esperienza antropologica globale che pulsa nel cuore di ogni cultura.
Viene annunciato così dal cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura che si svolgerà a Roma dal 15 al 18 febbraio, mentre la Chiesa cattolica sta celebrando il 25° Giubileo della storia.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’appuntamento, svoltasi presso la Sala Stampa della Santa Sede, il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura è stato annunciato come un grande incontro mondiale che riunirà oltre diecimila partecipanti iscritti, provenienti da oltre 100 nazioni dei cinque continenti.
“A che cosa mirano le iniziative di questo giubileo? A far dialogare sulla speranza. A metterla al centro dello spazio pubblico come tema culturale prioritario - ha detto il cardinale José Tolentino de Mendonça -. A intercettare la speranza come una risorsa necessaria e potente, una risorsa collettiva su cui dobbiamo investire sempre di più. A dichiarare insieme la speranza come bene di prima necessità, non semplicemente come un qualcosa di accessorio. A domandarci in che modo il patrimonio culturale delle religioni possa essere un trasmettitore più attivo di speranza presso le nuove generazioni. A interrogarci su come l'arte contemporanea possa veicolare la speranza, andando incontro a luoghi umani sensibili”.

Si comincia sabato 15 febbraio con l’Udienza generale di Papa Francesco e con un’incalzante agenda di appuntamenti. Con la collaborazione dei Musei Vaticani sarà organizzato l’ incontro internazionale "Sharing hope–Horizons for Cultural Heritage” con i responsabili di grandi musei e istituzioni culturali di riferimento, dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli alla National Gallery di Londra e ancora alla National Gallery of Art di Washington per pensare a forme di impegno comune che favoriscano la trasmissione del codice culturale delle religioni, senza il quale la cultura rimarrebbe irrimediabilmente impoverita.


Giuseppe Momo, Scala elicoidale ai Musei Vaticani, 1932 | Courtesy Musei Vaticani

“Tenevo tantissimo - ha detto Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani - a una celebrazione del Giubileo degli artisti e di tutti gli operatori del mondo dell’arte, tra storici dell’arte, curatori che si occupano della valorizzazione e della trasmissione di un codice culturale artistico e religioso. La giornata del 15 febbraio sarà dedicata a un incontro degli operatori e degli artisti all’interno dei Musei Vaticani che vedranno protagonisti i direttori dei grandi musei. Al termine firmeremo un manifesto con tredici relatori e lo trasmetteremo al Santo Padre affinché rimanga negli archivi vaticani e in biblioteca. Il codice sarà trasmissibile attraverso i social e l’uso della intelligenza artificiale affinché questo patrimonio che guarda al passato e al futuro non venga dimenticato. Partiremo dall’opera di Wenzel Peter, Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, il quadro più fotografato dei Musei Vaticani. Ci confronteremo su tematiche che spaziano dalla promozione del patrimonio culturale e religioso all’accesso e decodifica, dall’inclusione e innovazione dei linguaggi culturali all’intelligenza artificiale”.

Sempre sabato 15, al termine del pomeriggio sarà inaugurato un nuovo spazio espositivo, una galleria di strada, o Window Gallery, destinata a rimanere anche oltre il giubileo. Conciliazione 5, questo il nome dello spazio situato in via della Conciliazione, accoglierà come progetto inaugurale la mostra del maestro Yan Pei-Ming a cura di Cristiana Parrella. Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria italiana, porrà all'attenzione di tutti la Comunità del Carcere di Regina Coeli.
“Abbiamo voluto lavorare sul tema della speranza - ha detto Cristiana Parrella - toccando temi sociali urgenti. Il progetto parte da uno spazio di piccole dimensioni, poco più di trenta metri quadri. La decisione è stata quella di ripartire dal carcere. Prologo di questo progetto è stato l’intervento di Marinella Senatore che ha lavorato con detenuti realizzando una scultura luminosa che ne riportasse le parole. A questo fa seguito il primo progetto di Conciliazione 5 che persegue l’idea di fare emergere, attraverso l’arte, tutta l’umanità che vive dietro la facciata del carcere di Regina Coeli, le detenute, ma anche la comunità che vi lavora. Yan Pei-Ming ha voluto realizzare in una ventina di giorni 27 ritratti ad acquerello. Per portare a termine il progetto in tempi brevi ha chiesto a me e al fotografo Daniele Molajoli di andare in carcere per fotografare le persone, cogliendole in immagini che ne mettessero in luce la quotidianità e l’umanità".
Tutto questo per ricordare che le persone non sono il reato che hanno commesso. Pagano una colpa, ma sono vive con i loro sogni e i loro pensieri.

Lina Di Domenico, Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria f.f. del Ministero della Giustizia della Repubblica Italiana, ha invece espresso "grande soddisfazione, ma anche emozione, per questa nuova iniziativa del programma di arte contemporanea che, in occasione del Giubileo 2025, prevede diversi punti di contatto con il mondo delle carceri, a conferma della proficua e profonda collaborazione fra la Santa Sede e l’Amministrazione Penitenziaria. Il tema della Speranza, fortemente sentito da Papa Francesco, incrocia l'umanità nei luoghi del disagio: i volti ritratti dall'artista Yan Pei-Ming, proiettati sulla facciata di Regina Coeli, permetteranno a tutti di ‘vedere’ uno spaccato dell'umanità che vive oltre quelle mura, di avvicinarsi a un mondo ai più sconosciuto e oscuro come quello dell'esecuzione penale".

Il 16 febbraio nella Basilica di San Pietro, in occasione della “Notte Bianca” migliaia di artisti e personalità della cultura provenienti da tutto il mondo avranno la possibilità di ascoltare, nel Porticato della Basilica, gli “Echi Silenziosi della Grande Campana” di San Pietro. Gli echi muti di una grande scultura sonora - Il Campanone di San Pietro, installazione sonora realizzata dall’artista americano Bill Fontana, a cura di Umberto Vattani insieme a Valentino Catricalà, utilizza tecnologie avanzate per dare voce al "silenzio" alla maestosa campana fusa dal Valadier, simbolo della cristianità e della Basilica, ma che suona solo tre volte in un anno: a Natale, a Pasqua e nella festività dei Santi Pietro e Paolo. Grazie a sensori di ultima generazione e a un sofisticato sistema audio, le vibrazioni interne della campana – assolutamente impercettibili perché pesa oltre nove tonnellate – sono state catturate, amplificate e trasformate in un’esperienza sonora unica. Questo progetto, ideato dal presidente Umberto Vattani, e promosso dalla prestigiosa Venice International University – VIU, con il sostegno di Enel, Gruppo FS Italiane e Meyer Sound, rappresenta una prima mondiale: per la prima volta nella storia, il Campanone trasmetterà non solo il suo suono, ma anche il suo “silenzio”.


Bill Fontana, Gli echi muti di una grande scultura sonora, 2025 Basilica di San Pietro, Roma | Foto: ©️Bill Fontana

“Tra tutte le campane del mondo - ha sottolineato il curatore Umberto Vattani - il Campanone di San Pietro occupa una posizione particolare al centro della Cristianità. Noi ci proponiamo di dare voce a questo silenzio. Con l’aiuto della tecnologia, renderemo udibili all’orecchio umano questi suoni nascosti, queste voci mute che la Grande Campana di San Pietro custodisce.”

Uno degli appuntamenti più attesi del Giubileo degli Artisti sarà la visita di Papa Francesco, la prima in assoluto di un pontefice, a Cinecittà. Lunedì 17 febbraio il Papa varcherà gli studios di Roma, dove incontrerà una rappresentanza di artisti e protagonisti del mondo della cultura, da Tim Burton a Giuseppe Tornatore, da Marco Bellocchio a Silvio Orlando, da Nadia Terranova a Eugenio Finardi.
Martedì 18, giorno della memoria liturgica del Beato Angelico, patrono delle arti, sarà inaugurata negli spazi del dicastero della Cultura e dell’Educazione una grande mostra sulle "traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva", curata da Raffaella Perna, e che si collega a questa ricerca comune di poetiche capaci di ridire, oggi, la speranza.
“Global Visual Poetry”, questo il titolo dell’esposizione, accoglie 267 opere di 87 artisti che operano in tutto il mondo, accomunati dalla capacità di aver superato le barriere e aver creato comunanza di ricerca artistica e scientifica sulla parola con istanza pacifista e tematiche legate all’ambiente e alla crisi climatica.
“Il percorso - spiega la curatrice Perna - si concentra sul periodo d’oro della poesia visiva dagli anni Cinquanta ai Settanta. Ed ecco lungo i corridoi del dicastero della Cultura e dell’Educazione i lavori degli artisti Eugenio Miccini, Mirella Bentivoglio, Kazuo Kamimura, Emilio Isgrò, Achille Bonito Oliva, Carlo Belloli. Un percorso, anche questo, che dimostra ancora una volta la straordinaria apertura della Chiesa di Francesco e dei suoi spazi, alla cultura, ai pellegrini e al mondo.