Riapertura della Galleria Planetario di Trieste - Zlatko Prica

Zlatko Prica, Figura adagiata, 1975, olio su tela, cm. 89x115
Dal 21 Dicembre 2021 al 21 Dicembre 2021
Trieste
Luogo: Galleria Planetario
Indirizzo: Via Filzi 4
Enti promotori:
- Patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Croazia a Trieste e della Comunità Croata di Trieste
Riapre a Trieste la Galleria Planetario, dedicata all’arte moderna e contemporanea, dopo 45 anni dalla sua prima costituzione.
Martedì 21 dicembre, alle ore 18.00, Clara e Livio Radin inaugurano lo spazio in via Filzi 4 (primo piano) con il vernissage di una mostra antologica dedicata all’artista croato Zlatko Prica, le cui opere sono state esposte nel mondo.
“Una scelta emotiva legata alla storia della Galleria Planetario – afferma Livio Radin – “quando, nel lontano 1969, incontrammo Zlatko Prica, rimanendo affascinati dalla personalità dell’artista e dalle sue opere, fra le quali “Albero Giallo” (presente in mostra) segnò l’inizio di una lunga collaborazione, prima come collezionisti e poi come galleristi, proprio con l’apertura del Planetario nel 1976. A Prica – ricorda Radin – dedicammo due personali, nel 1978 e nel 1984, e in occasione del centenario della nascita dell’artista partecipammo con alcune opere alle grandi mostre celebrative di Prica a a Zagabria, Samobor, Rijeka e Pecs in Ungheria (città natale dell’artista)”.
La nuova antologica – che ha il patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Croazia a Trieste e della Comunità Croata di Trieste – propone una quindicina di opere di Zlatko Prica, tre delle quali prestate dal Museo “Gallerija Prica” di Samobor, appartenenti al ciclo “ombrelle”, per completare la visione del lavoro cinquantennale dell’artista, che lo ha visto protagonista a livello internazionale: dalla Biennale di Venezia (1950) e quelle di Tokio (1961) e di Rio de Janeiro (1963) alla Quadriennale di Roma (1962), da Cincinnati e New York (1956) a Londra (1957), dal Museo di San Paolo (1950) al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Parigi (1962) al Museo Nazionale Arte di Belgrado (1964), al Museo d’Arte Moderna di Zagabria (1970), al MoMa Museum of Modern Art a Manhattan (1972), alla Permanente di Milano (1976).
Clara e Livio Radin, nel soffermarsi sull’inizio della loro comune attività come collezionisti e galleristi, ricordano l’apertura dalla Galleria Planetario nel 1976, in via Diaz 1, con una mostra dedicata a Picasso, sottolineano che “oggi riparte questa bella avventura, al primo piano di uno splendido palazzo del XIX secolo nel borgo teresiano, con l’obiettivo di proseguire un percorso iniziato nel secolo scorso e che ha portato a Trieste artisti come Afro, Emilio Vedova, Turcato, Corpora, Sonia Delaunay, Gastaud, Kjino, Cèsar, Arman, Vasarely, Prica, Pavel Mansurov, Gianni Dova, Emilio Scanavino, Piero Dorazio, Concetto Pozzati, Fausto Melotti, Agostino Bonalumi, Alberto Magnelli, Claudio Verna, Gianni Bertini, Fabrizio Plessi, Mario Nigro, Reggiani, Abate, Bartolini, Carlo Maria Mariani, Mario Schifano, Paolo Borghi, Pichette, Lucio Fontana, Hartung e Lodola.
“Assieme a Clara – afferma Livio Radin, sottolineando che anche il figlio Spartaco, già presidente de “La Casa dell’Arte, collabora da Budapest” – “fin dall’esordio abbiamo deciso di essere atipici nelle scelte, privilegiando l’arte contemporanea per collocarci come galleristi nel contesto nazionale e internazionale, collaborando con musei e istituzioni a Trieste, Verona, Mantova, Catania, Toronto, Monaco ed essendo presenti nelle maggiori fiere d’arte contemporanea in Italia. In sintesi – continua Livio Radin – “abbiamo ricercato sempre con grande passione solo opere che provocano forti emozioni, sia l’opera pittorica, astratta o figurativa, la scultura, il video, le installazioni. Dagli anni ’70 abbiamo alternato differenti esposizioni di tipologie estetiche” – conclude Radin – “dal New Realisme di Arman e Cesar all'astrazione di Delaunay, Magnelli e Soldati, dall'informale di Vedova e Scanavino al videoartista Plessi, dal ricercatore del colore Dorazio ai citazionisti della Pittura Colta, come A. Abate, C.M.Mariani e Bartolini, alla Mec-Art di Bertini e Rotella, dalla ricerca rigorosa delle tele estroflesse di A. Bonalumi e Nigro, alle trasposizioni del computer dei russi Tobreluts, Maslov e Kutnesouv o agli scatti digitali del giovane Davide Coltro, senza dimenticare Bruno Chersicla esposto alla Planetario e poi organizzando una mostra prima a Toronto e poi a Palazzo TE a Mantova”.
Martedì 21 dicembre, alle ore 18.00, Clara e Livio Radin inaugurano lo spazio in via Filzi 4 (primo piano) con il vernissage di una mostra antologica dedicata all’artista croato Zlatko Prica, le cui opere sono state esposte nel mondo.
“Una scelta emotiva legata alla storia della Galleria Planetario – afferma Livio Radin – “quando, nel lontano 1969, incontrammo Zlatko Prica, rimanendo affascinati dalla personalità dell’artista e dalle sue opere, fra le quali “Albero Giallo” (presente in mostra) segnò l’inizio di una lunga collaborazione, prima come collezionisti e poi come galleristi, proprio con l’apertura del Planetario nel 1976. A Prica – ricorda Radin – dedicammo due personali, nel 1978 e nel 1984, e in occasione del centenario della nascita dell’artista partecipammo con alcune opere alle grandi mostre celebrative di Prica a a Zagabria, Samobor, Rijeka e Pecs in Ungheria (città natale dell’artista)”.
La nuova antologica – che ha il patrocinio del Consolato Generale della Repubblica di Croazia a Trieste e della Comunità Croata di Trieste – propone una quindicina di opere di Zlatko Prica, tre delle quali prestate dal Museo “Gallerija Prica” di Samobor, appartenenti al ciclo “ombrelle”, per completare la visione del lavoro cinquantennale dell’artista, che lo ha visto protagonista a livello internazionale: dalla Biennale di Venezia (1950) e quelle di Tokio (1961) e di Rio de Janeiro (1963) alla Quadriennale di Roma (1962), da Cincinnati e New York (1956) a Londra (1957), dal Museo di San Paolo (1950) al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Parigi (1962) al Museo Nazionale Arte di Belgrado (1964), al Museo d’Arte Moderna di Zagabria (1970), al MoMa Museum of Modern Art a Manhattan (1972), alla Permanente di Milano (1976).
Clara e Livio Radin, nel soffermarsi sull’inizio della loro comune attività come collezionisti e galleristi, ricordano l’apertura dalla Galleria Planetario nel 1976, in via Diaz 1, con una mostra dedicata a Picasso, sottolineano che “oggi riparte questa bella avventura, al primo piano di uno splendido palazzo del XIX secolo nel borgo teresiano, con l’obiettivo di proseguire un percorso iniziato nel secolo scorso e che ha portato a Trieste artisti come Afro, Emilio Vedova, Turcato, Corpora, Sonia Delaunay, Gastaud, Kjino, Cèsar, Arman, Vasarely, Prica, Pavel Mansurov, Gianni Dova, Emilio Scanavino, Piero Dorazio, Concetto Pozzati, Fausto Melotti, Agostino Bonalumi, Alberto Magnelli, Claudio Verna, Gianni Bertini, Fabrizio Plessi, Mario Nigro, Reggiani, Abate, Bartolini, Carlo Maria Mariani, Mario Schifano, Paolo Borghi, Pichette, Lucio Fontana, Hartung e Lodola.
“Assieme a Clara – afferma Livio Radin, sottolineando che anche il figlio Spartaco, già presidente de “La Casa dell’Arte, collabora da Budapest” – “fin dall’esordio abbiamo deciso di essere atipici nelle scelte, privilegiando l’arte contemporanea per collocarci come galleristi nel contesto nazionale e internazionale, collaborando con musei e istituzioni a Trieste, Verona, Mantova, Catania, Toronto, Monaco ed essendo presenti nelle maggiori fiere d’arte contemporanea in Italia. In sintesi – continua Livio Radin – “abbiamo ricercato sempre con grande passione solo opere che provocano forti emozioni, sia l’opera pittorica, astratta o figurativa, la scultura, il video, le installazioni. Dagli anni ’70 abbiamo alternato differenti esposizioni di tipologie estetiche” – conclude Radin – “dal New Realisme di Arman e Cesar all'astrazione di Delaunay, Magnelli e Soldati, dall'informale di Vedova e Scanavino al videoartista Plessi, dal ricercatore del colore Dorazio ai citazionisti della Pittura Colta, come A. Abate, C.M.Mariani e Bartolini, alla Mec-Art di Bertini e Rotella, dalla ricerca rigorosa delle tele estroflesse di A. Bonalumi e Nigro, alle trasposizioni del computer dei russi Tobreluts, Maslov e Kutnesouv o agli scatti digitali del giovane Davide Coltro, senza dimenticare Bruno Chersicla esposto alla Planetario e poi organizzando una mostra prima a Toronto e poi a Palazzo TE a Mantova”.
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