Dal 20 ottobre al 14 gennaio
Nell'autunno di Lovanio brilla Dieric Bouts
Dieric Bouts, Cristo in casa di Simone il Fariseo, 1440 circa, Olio su tavola di quercia, 61 x 40.5 cm, Berlino, Gemäldegalerie
Samantha De Martin
09/05/2023
Mondo - Fino a oggi lo abbiamo conosciuto come il “pittore del silenzio”. E invece Dieric Bouts fu molto di più. Una mostra-tributo accenderà i riflettori sul pittore fiammingo delle figure lunghe e stilizzate, le espressioni riflessive, le stoffe sontuose, invitando il pubblico a guardare al suo lavoro da una prospettiva completamente nuova.
Per la prima volta, grazie a una rete di prestiti internazionali, quasi 30 opere di Bouts saranno riunite nella città fiamminga di Lovanio, nella quale trascorse gran parte della sua vita e dove dipinse i suoi migliori pannelli. Mai così tanti capolavori di Bouts sono stati esposti prima d’ora in uno stesso luogo.
Dal 20 ottobre al 14 gennaio il Museo M Leuven sarà la sede della mostra Dieric Bouts, Creator of Images, a cura di Peter Carpreau, una retrospettiva dedicata al pittore del quale la chiesa di San Pietro conserva ancora due dei suoi capolavori: L’Ultima Cena, e il Martirio di Sant'Erasmo. L’incontro con la cultura visuale contemporanea offrirà inoltre ai visitatori una prospettiva completamente nuova sulla sua arte, antica di oltre cinque secoli.
Dieric Bouts, Trittico dell'Ultima Cena[, Pannello centrale, 1464-1468, Olio su tavola di quercia, 294 x 185 cm, Lovanio, collegiata di San Pietro
Il progetto su Bouts si inserisce nell'ambito del festival culturale "New Horizons" organizzato dalla città di Lovanio, un ambizioso programma culturale che farà rivivere il pittore in tutta la città grazie anche a una serie di incursioni di arte contemporanea. Gli organizzatori annunciano che sarà una mostra decisamente radicale. Bouts era un creatore di immagini, dipingeva quello che ci si aspettava da lui ed in questo eccelse. Per questo ha senso confrontarlo con i creatori di immagini di oggi, dai fotografi sportivi ai registi, personaggi che la mostra attesa in autunno a Lovanio metterà in dialogo con il maestro. Nel XV secolo Lovanio era una città vibrante, fiduciosa, come dimostrano il glorioso municipio, la chiesa di San Pietro, l'università. Lo spirito che caratterizza la sua università è perfettamente in linea con la persona di Dieric Bouts, uomo innovativo e curioso. I venti innovativi relativi alla prospettiva, che soffiavano dalla Germania e dall'Italia, si aprirono presto un varco anche nelle Fiandre e Dieric Bouts fu uno dei primi a coglierli. Se l'artista è entrato nei libri di storia dell'arte, questo è stato possibile grazie alla sua applicazione della prospettiva. In sintesi, tutte le linee di un'opera bidimensionale convergono in un singolo punto, creando una credibile illusione di profondità. Sebbene Bouts non sia stato il primo a usare la prospettiva, fu certo tra i pionieri, insieme, ad esempio, a Piero della Francesca in Italia.
Dieric Bouts, Madonna col Bambino, 1465-1470, Olio su tavola di quercia, 20 x 28.5 cm, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
La mostra si soffermerà anche sul ruolo del paesaggio nei suoi lavori. Dieric Bouts non ha certo inventato la pittura di paesaggio, essendoci esempi di questo tipo, ancora più straordinari, nelle opere di Jan van Eyck e Rogier Van der Weyden. Ma sicuramente Bouts fa un ulteriore passo avanti perfezionando le tecniche visive e dando profondità al paesaggio. Inizia con l'effetto repoussoir attraverso cui inserisce un personaggio, un cespuglio o una pietra in primo piano per creare una profondità credibile, strato dopo strato, indirizzando lo sguardo dell'osservatore nella composizione.
Personaggi ed elementi paesaggistici non compongono un unico "gruppo", ma risultano in questo modo sfalsati. Quindi Bouts applica la prospettiva aerea: un paesaggio all'orizzonte (come ad esempio ne La Perla del Brabante) circondato da una foschia blu o da nebbia leggera dà l’impressione di trovarci a una distanza credibile. Lo spettatore, attraverso il dipinto, intraprende un viaggio provando una sensazione di stupore.
Le formazioni rocciose e le piante esotiche non facevano parte del paesaggio fiammingo. Per vedere una natura simile o certe architetture uno spettatore avrebbe dovuto viaggiare in posti come Dinant o in Medio Oriente. Ecco perché quello creato da Bouts era decisamente un altro mondo. Bouts è stato un pioniere del paesaggio attraverso una tensione continua tra realismo e mondi fantastici. Nei suoi lavori è tutto così reale e strano al tempo stesso. Si potrebbe accostare la sua pittura all'universo creato da George Lucas in Star Wars. I suoi personaggi sono tangibili e anche la vita aliena è in carne ed ossa, con emozioni simili alle nostre. Ma i costumi, le scenografie, la narrazione fantastica non lasciano dubbi: si tratta di un mondo molto, molto lontano.
Dieric Bouts, Martirio di Sant'Erasmo, Dettaglio, 1458, Lovanio, Collegiata di San Pietro (Sint-Pieterskerk)
A chiudere la mostra sarà L'ultima cena, l'opera più celebre di Bouts, che per l’occasione si sposterà dalla chiesa di San Pietro al Museo M Leuven. Nel pannello centrale, oltre a Gesù e ai dodici apostoli, si scorgono anche i probabili committenti del dipinto: la Lega del Santissimo Sacramento. I pannelli laterali provano quanto la pittura paesaggistica di Dieric Bouts fosse all’avanguardia. Dagli archi ogivali delle finestre si intravede una vista del Grote Markt. Invece dell'agnello pasquale, Bouts dipinge un piatto vuoto con un sugo di carne marrone. Non ci sono calici, ma bicchieri contemporanei. L'intera impostazione della tavola apparecchiata risulta curiosa, familiare. Non siamo nella Gerusalemme dell'anno 33, ma nella a Lovanio del 1465. Dal 20 ottobre al 14 gennaio una speciale installazione sarà accolta nella chiesa di San Pietro a cura di Valerie Verhack. Un'installazione sonora dell'artista concettuale, scrittrice e regista americana Jill Magid utilizzerà il trittico del Santissimo Sacramento di Dieric Bouts, commissionato per la chiesa di San Pietro, per trasformare l'edificio della chiesa in uno strumento musicale.
Da ottobre a gennaio Lovanio getterà le basi di un grande e dinamico festival culturale cittadino che vedrà protagonista Dieric Bouts, l’innovatore, sempre desideroso di esplorare nuovi orizzonti. Basta unirsi al Leuven City Festival per scoprire ed esplorare dozzine di nuovi orizzonti, dall'arte e dalla musica al teatro e alle conferenze.
Leggi anche:
• Ensor, Memling, Bouts: un bienni d'arte da vivere nelle Fiandre
Per la prima volta, grazie a una rete di prestiti internazionali, quasi 30 opere di Bouts saranno riunite nella città fiamminga di Lovanio, nella quale trascorse gran parte della sua vita e dove dipinse i suoi migliori pannelli. Mai così tanti capolavori di Bouts sono stati esposti prima d’ora in uno stesso luogo.
Dal 20 ottobre al 14 gennaio il Museo M Leuven sarà la sede della mostra Dieric Bouts, Creator of Images, a cura di Peter Carpreau, una retrospettiva dedicata al pittore del quale la chiesa di San Pietro conserva ancora due dei suoi capolavori: L’Ultima Cena, e il Martirio di Sant'Erasmo. L’incontro con la cultura visuale contemporanea offrirà inoltre ai visitatori una prospettiva completamente nuova sulla sua arte, antica di oltre cinque secoli.
Dieric Bouts, Trittico dell'Ultima Cena[, Pannello centrale, 1464-1468, Olio su tavola di quercia, 294 x 185 cm, Lovanio, collegiata di San Pietro
Il progetto su Bouts si inserisce nell'ambito del festival culturale "New Horizons" organizzato dalla città di Lovanio, un ambizioso programma culturale che farà rivivere il pittore in tutta la città grazie anche a una serie di incursioni di arte contemporanea. Gli organizzatori annunciano che sarà una mostra decisamente radicale. Bouts era un creatore di immagini, dipingeva quello che ci si aspettava da lui ed in questo eccelse. Per questo ha senso confrontarlo con i creatori di immagini di oggi, dai fotografi sportivi ai registi, personaggi che la mostra attesa in autunno a Lovanio metterà in dialogo con il maestro. Nel XV secolo Lovanio era una città vibrante, fiduciosa, come dimostrano il glorioso municipio, la chiesa di San Pietro, l'università. Lo spirito che caratterizza la sua università è perfettamente in linea con la persona di Dieric Bouts, uomo innovativo e curioso. I venti innovativi relativi alla prospettiva, che soffiavano dalla Germania e dall'Italia, si aprirono presto un varco anche nelle Fiandre e Dieric Bouts fu uno dei primi a coglierli. Se l'artista è entrato nei libri di storia dell'arte, questo è stato possibile grazie alla sua applicazione della prospettiva. In sintesi, tutte le linee di un'opera bidimensionale convergono in un singolo punto, creando una credibile illusione di profondità. Sebbene Bouts non sia stato il primo a usare la prospettiva, fu certo tra i pionieri, insieme, ad esempio, a Piero della Francesca in Italia.
Dieric Bouts, Madonna col Bambino, 1465-1470, Olio su tavola di quercia, 20 x 28.5 cm, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
La mostra si soffermerà anche sul ruolo del paesaggio nei suoi lavori. Dieric Bouts non ha certo inventato la pittura di paesaggio, essendoci esempi di questo tipo, ancora più straordinari, nelle opere di Jan van Eyck e Rogier Van der Weyden. Ma sicuramente Bouts fa un ulteriore passo avanti perfezionando le tecniche visive e dando profondità al paesaggio. Inizia con l'effetto repoussoir attraverso cui inserisce un personaggio, un cespuglio o una pietra in primo piano per creare una profondità credibile, strato dopo strato, indirizzando lo sguardo dell'osservatore nella composizione.
Personaggi ed elementi paesaggistici non compongono un unico "gruppo", ma risultano in questo modo sfalsati. Quindi Bouts applica la prospettiva aerea: un paesaggio all'orizzonte (come ad esempio ne La Perla del Brabante) circondato da una foschia blu o da nebbia leggera dà l’impressione di trovarci a una distanza credibile. Lo spettatore, attraverso il dipinto, intraprende un viaggio provando una sensazione di stupore.
Le formazioni rocciose e le piante esotiche non facevano parte del paesaggio fiammingo. Per vedere una natura simile o certe architetture uno spettatore avrebbe dovuto viaggiare in posti come Dinant o in Medio Oriente. Ecco perché quello creato da Bouts era decisamente un altro mondo. Bouts è stato un pioniere del paesaggio attraverso una tensione continua tra realismo e mondi fantastici. Nei suoi lavori è tutto così reale e strano al tempo stesso. Si potrebbe accostare la sua pittura all'universo creato da George Lucas in Star Wars. I suoi personaggi sono tangibili e anche la vita aliena è in carne ed ossa, con emozioni simili alle nostre. Ma i costumi, le scenografie, la narrazione fantastica non lasciano dubbi: si tratta di un mondo molto, molto lontano.
Dieric Bouts, Martirio di Sant'Erasmo, Dettaglio, 1458, Lovanio, Collegiata di San Pietro (Sint-Pieterskerk)
A chiudere la mostra sarà L'ultima cena, l'opera più celebre di Bouts, che per l’occasione si sposterà dalla chiesa di San Pietro al Museo M Leuven. Nel pannello centrale, oltre a Gesù e ai dodici apostoli, si scorgono anche i probabili committenti del dipinto: la Lega del Santissimo Sacramento. I pannelli laterali provano quanto la pittura paesaggistica di Dieric Bouts fosse all’avanguardia. Dagli archi ogivali delle finestre si intravede una vista del Grote Markt. Invece dell'agnello pasquale, Bouts dipinge un piatto vuoto con un sugo di carne marrone. Non ci sono calici, ma bicchieri contemporanei. L'intera impostazione della tavola apparecchiata risulta curiosa, familiare. Non siamo nella Gerusalemme dell'anno 33, ma nella a Lovanio del 1465. Dal 20 ottobre al 14 gennaio una speciale installazione sarà accolta nella chiesa di San Pietro a cura di Valerie Verhack. Un'installazione sonora dell'artista concettuale, scrittrice e regista americana Jill Magid utilizzerà il trittico del Santissimo Sacramento di Dieric Bouts, commissionato per la chiesa di San Pietro, per trasformare l'edificio della chiesa in uno strumento musicale.
Da ottobre a gennaio Lovanio getterà le basi di un grande e dinamico festival culturale cittadino che vedrà protagonista Dieric Bouts, l’innovatore, sempre desideroso di esplorare nuovi orizzonti. Basta unirsi al Leuven City Festival per scoprire ed esplorare dozzine di nuovi orizzonti, dall'arte e dalla musica al teatro e alle conferenze.
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