ilmondoinfine: vivere tra le rovine
Dal 13 Dicembre 2018 al 28 Gennaio 2019
Roma
Luogo: Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: viale delle Belle Arti 131
Orari: dal martedì alla domenica: 8.30 – 19.30; ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura. Chiusure tutti i lunedì, 1° gennaio, 25 dicembre
Curatori: Ilaria Bussoni, Simone Ferrari, Donatello Fumarola, Eva Macali, Serena Soccio
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 5 cittadini UE di età compresa tra i 18 e i 25 anni e docenti delle scuole statali dell’UE, gratuito visitatori di età inferiore a 18 anni e altre categorie secondo normativa vigente
Telefono per informazioni: +39 06 32298307
E-Mail info: gan-amc@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://lagallerianazionale.com/
Può una mostra aiutarci a riflettere sul collasso ambientale, l’esaurimento delle risorse, la crisi delle forme di vita occidentali e delle sue istituzioni e contribuire a ricollocare la nostra posizione di umani nei confronti del pianeta sul quale viviamo in un’epoca che per alcuni è diventata quella geologica dell’Antropocene?
La domanda è retorica: l’arte non è nuova alla denuncia delle crisi che il mondo attraversa.
Ma può una mostra aiutarci a pensare un presente e un futuro nel quale homo sapiens sapiens è chiamato, oltre che a rendere conto delle devastazioni delle quali è portatore, a ricollocare se stesso in relazione agli altri viventi? In un mondo nel quale dai vegetali si possono ricavare lezioni di etica e politica, osservare le soglie della vita e imparare a vedere il vivente anche dove il nostro sguardo proietta una materia inerte, pensare se stessi a partire dalle metamorfosi e dalla mescolanza piuttosto che dall’identità... In un mondo nel quale all’umano spetta di fare quanto ha sempre fatto ogni volta che un mondo, anche il suo, è giunto al termine: ricominciare sempre daccapo, oggi a partire da un’idea di natura nella quale la sua presenza può situarsi in continuità con quella degli altri viventi dello stesso pianeta.
Questa è la scommessa di una mostra che nel vivere tra le rovine vede un paradigma della condizione presente da rovesciare in un’occasione. Perché le rovine tra le quali viviamo sono sì quelle delle civiltà industriali e del saccheggio, della predazione di un capitalismo che lascia al proprio passaggio macerie e rifiuti, ma anche quelle tra le quali la vita ibrida di vegetali, animali e umani, torna ostinata a proliferare indicando le strade di altri mondi possibili. Perché da sempre la vita si dispiega tra le rovine dei mondi precedenti, in un processo continuo nel quale ciò che finisce è anche ciò che inizia.
Cogliere l’ambivalenza tra un mondo in fine e un mondo infine significa imparare a collocarsi sulla soglia della trasformazione continua, in un divenire nel quale non vi saranno ordini precedenti da ripristinare, condizioni mancanti da colmare, templi da ricostruire, e si smetterà di guardare al passato come a quell’integrità che il presente erode e al futuro come ciò che al presente manca.
Interrogare l’arte contemporanea e la sua capacità di stare su questa soglia, insieme alla presenza di oggetti provenienti da mondi in fine, significa tornare ad attribuire all’arte, tra tutte le tecniche umane, la capacità privilegiata di saper fare mondo.
Con le opere di: Emanuele Becheri, Chiara Bettazzi, Gigi Cifali, Felice Cimatti, Virginia Colwell, Rosetta S. Elkin, Christoph Keller, Fiamma Montezemolo, MP5, Pietro Ruffo, Gian Maria Tosatti, Massimiliano Turco, Franco Zagari.
La mostra
Si compone di un allestimento di opere di artisti inserite in una catena significante completata dal lavoro curatoriale attraverso oggetti di statuto diverso dall’arte contemporanea. L’insieme è volto a interrogare la continua creazione e crisi della capacità di fare mondo espressa tanto dall’arte quanto dal complesso delle prassi umane, siano esse di ambito tecnico, rituale, scientifico, culturale o estetico.
I temi
Geografi, architetti, filosofi, antropologi, vulcanologi, botanici, metereologi, archeologi, storici, fisici sono invitati a prendere parte a una serie di incontri seminariali, dibattiti, presentazioni che accompagna la mostra dal 13 dicembre al 23 gennaio articolata su alcuni nuclei tematici: le origini del mondo; la vita e le sue metamorfosi; Antropocene; le ecologie; le metafisiche della mescolanza; organico e inorganico; mondanità e vita tra le rovine.
Le performance
Eventi performativi ed esecuzioni live scandiscono la durata della mostra con proiezioni di film, concerti, uno spettacolo teatrale,
un coro, letture botaniche e alcune performance affidate a danzatori e artisti.
Opening giovedì 13 dicembre ore 19 in Sala Via Gramsci
Domenica 13 gennaio, ore 17, Via Gramsci 73, Roma
Galleria Nazionale d' Arte Moderna e Contemporanea nell'ambito della mostra ILMONDOINFINE l'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia in collaborazione con la Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane presenta
UN PATRIMONIO SULLE SPALLE
e
PRODIGIO IN SLOW MOTION
Metafora della fine e del nuovo inizio nella tradizione del trasporto rituale
Due esperimenti cinematografici sul peso del mondo incentrati sulla Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane, dichiarata dall'UNESCO Patrimonio dell’Umanità e sulla Corsa dei Ceri a Gubbio. INGRESSO LIBERO
http://lagallerianazionale.com/en/mostra/ilmondoinfine-vivere-le-rovine/ http://lagallerianazionale.com/evento/ilmondoinfine-programma-gennaio/
"Poche decine di minuti di una tensione crescente, che marcia nel ritmo verso il parossismo, eppure esprime una forza positiva e perfino «creatrice». Questo è il miracolo di «commozione» che riescono a cogliere e porgere i film di Francesco De Melis..." Gianfranco Capitta
con
Leandro Ventura
Direttore dell'Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia
Fabio De Chirico
Referente per il Piano per l'Arte Contemporanea del MIBAC
Stefania Baldinotti
Funzionario antropologo del MIBAC
Maria Fratelli
Dirigente Unità Case Museo e Progetti Speciali del Comune di Milano
Patrizia Nardi
Responsabile tecnico scientifico progetto UNESCO
per la Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane
Francesco De Melis
Regista e compositore
Patrizia Giancotti
Antropologa
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